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Il Grillo “desnudo” tra le proprie miserie e quelle degli avversari

Brutto affare quando cadono i paraventi e le miserie sono mostrate in pubblico. Chi mai avrebbe pensato di assistere alla scena del condannato Berlusconi intento a zittire i suoi per far quietare le acque nel vano tentativo di evitare l’onda sempre più montante di fastidio e avversione nei propri confronti?

Chi avrebbe ipotizzato le fatiche del piddino Violante, supportato da qualche buontempone centrista, favorevole a soluzioni di salvataggio del suddetto condannato?

Chi avrebbe scommesso sull’appoggio di D’Alema allo showman Matteo Renzi? Ancora, e veniamo al dunque, chi avrebbe immaginato il profeta Grillo plaudire al “porcellum” che, a suo giudizio, gli garantirebbe la maggioranza assoluta alle Camere? Guarda caso, anche lui, il guru, dimostra di ragionare esattamente come da sempre uso dei politici più opportunisti. A poco serve il cambio di look col passaggio dalla tuta di ginnastica al gessato grigio e cravatta, mantenendo comunque il medesimo slang, se non ad avvalorare quanto sostenuto. Dove sta il nuovo al cadere dei paraventi adornati con gli slogan tanto accattivanti quanto vuoti di significato concreto? Eppure, eccolo il nostro eroe nuovamente in campo a spararle a destra e a manca più grosse di prima.

Ora, premesso che i sondaggi hanno mostrato l’infondatezza del metodo al variare di un pur minimo elemento, diversi sondaggisti, esclusi quelli di casa propria, danno comunque il Grillo e il suo M5S puniti in misura pesante dalla loro platea, profondamente disillusa per gli innumerevoli segnali provenienti da quelle parti, tra cui l’incompetenza, la confusione derivante dal voler tenere insieme neofascisti e centri sociali della sinistra cosiddetta antagonista con nel mucchio i centristi spaesati, l’accertata mancanza di democrazia interna, il peregrino operato dei gruppi parlamentari in entrambe le Camere. Insomma, per non farla troppo lunga, continuiamo a sguazzare nel secolare, sperimentato strabismo tra il dire e il fare tipico di ogni formazione politica, ahinoi. Il cammino dalla protesta alla proposta è lungo, impegnativo e faticoso, se mai lo si vorrà percorrere; difficile che possa avvenire in compagnia dei Grillo e confraternite simili.

La storia dovrebbe essere d’insegnamento. Ma chi va più a spulciarne le pagine impolverate? Non sortisce effetti neppure la cronaca. Verrebbe quasi da provare nostalgia del tempo passato. Chi scrive, sintonizzatosi alcuni giorni orsono su Rai Storia, è rimasto colpito da un intervento dell’allora Ministro democristiano del Lavoro di fine anni ‘80 (di cui non ricordo il nome) che, pronunciato oggi di fronte ai cassintegrati di centinaia di aziende e, perché no, ai vari Marchionne grandi e piccoli dei quali l’Italia pullula, gli procurerebbe la tessera “ad honorem” del Partito della Rifondazione Comunista e, forse, la riprovazione di buona parte del PD, unita a quella scontata dell’intero PDL. In questa confusione non stupisca, dunque, lo scoprire che il simpatico, mite e concreto centrista Tabacci annoveri tra i propri sostenitori un gruppo autoproclamatosi “Marxisti per Tabacci” con tanto di falce e martello sulla visiera del colbacco. In effetti, a ben valutare i vari interventi, sostiene oggi più cose di sinistra Tabacci che non l’intero establishment del PD.

Duemila anni orsono, in medio oriente non vi era crocicchio nel quale un qualche profeta non spargesse il proprio “verbo” in contrapposizione ai colleghi, finché uno e uno solo ebbe il sopravvento eliminando i concorrenti dalla scena. In era contemporanea tentò Craxi di emulare le tecniche del profeta “vincente” e gli andò male, poi è arrivato il turno di Berlusconi il quale rischia di finirla ancor peggio e poi ancora si propone Grillo il quale, facendo tesoro degli errori dei predetti, tenta di profittare della credulità popolare sparando profezie e anatemi buoni a calamitare la rabbia, ma senza costrutto alcuno.

C’è un elemento che unisce i tre? Sì, i quattrini, siano essi procurati legalmente o meno. Sta di fatto che oramai in Italia la politica ad alto livello è appannaggio di coloro i quali dispongano di “grano nel pagliaio”. Gli elettori, schiavi per scelta o per costrizione, sono chiamati ad adeguarsi, magari standosene a casa, godendo nel maledire la classe politica intera, ma dovendo comunque metter mano al portafoglio per pagare ai ricchi l’eliminazione dell’IMU sulle case di lusso, per citare solo l’ultima ipocrisia vantata, tra gli altri, da quel genio di Brunetta. Ma davvero ambiamo a questa forma di finta, ipocrita, truffaldina democrazia?

Il Grillo “desnudo” potrà continuare a piacere a molta gente, così come il condannato Berlusconi, classiche due facce della medesima medaglia, ma una cosa è certa: senza una sinistra costruttiva, efficace, onesta e concreta, tirata su dalla gente e non dalle burocrazie di partito, c’è poca speranza nel futuro prossimo. Su quello remoto, poi…

Foto: Criss/Flickr

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