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Il Giubileo di Francesco, il Misericordioso

Otto dicembre 2015. Sarà un anno da ricordare che passerà alla storia come il Giubileo presenziato da due Papi. Francesco, ha aperto martedì otto dicembre, la porta di S. Pietro, varcata subito dopo dal Papa emerito Ratzinger.

I due papi si sono parlati per pochi minuti, e vederli con la mano stretta in quella dell'altro ha reso più incisivo il tema del Giubileo dedicato alla Misericordia di Dio. Due figure carismatiche della Chiesa che hanno pregato per uomini distratti, ma che con pazienza e tenerezza il Signore aspetta perché da penitenti ritornino a Lui per essere perdonati.

E' da tempo che il Papa venuto dalla fine del mondo ha messo al centro del suo magistero la centralità della missionarietà della Chiesa e dell'importanza di un Vangelo, pane di speranza per gli uomini che soffrono e sono sempre più maltrattati, per principi utilitaristici, da parte di potenti schiavi dei beni, del senso del possesso che porta alla schiavitù, ma non alla comunione dei cuori.

D'altronde per la prima volta il Giubileo del 2015 è iniziato a Bangui, una terra che possiede grandi ricchezze non equamente distribuite, provocando miseria e povertà; terra dilaniata anche da guerre tra gruppi cattolici e musulmani. Vedere il papa il 29 novembre aprire la porta della cattedrale a Bangui è stato un monito forte nel dire che i beni materiali nelle nostre mani finiscono, mentre nelle mani di Dio diventano così abbondanti da soddisfare qualsiasi bisogno.

Cammina, semina, apre porte il Papa perché ognuno nell'attraversarle capisca che esiste un'altra possibilità e che quando ci si sente abbandonati il volto misericordioso di Dio è lì davanti a noi per infonderci speranza e che la vera libertà consiste nel non essere legati a falsi idoli. In un momento di buio, la luce di questo messaggio si diffonde così forte ed intensa da non farci avere paura, e nella dimostrazione del suo operato Bergoglio ci stimola far tesoro nell'abbattere l muri dell'indifferenza e dell'ipocrisia.

Quanto è arduo e difficoltoso il cammino di Bergoglio. Gli ostacoli non mancano a cominciare da quella Chiesa, per molti anni fortezza di uomini legati alle comodità terrene, che hanno avallato la corruzione, soffocando i teneri germogli e creando all'interno di quelle mura un deserto, che non permette forme di vita. Guardarsi dentro, riconoscere le nostre fatuità è l'inizio della salvezza. D'altronde di fronte ad una guerra che con la misericordia di Dio non ha nulla a che vedere, assistiamo inebetiti ad attacchi che minano le fondamenta della società civile; morte e continui dissidi per una diffidenza che ci porta a chiuderci nelle nostre convinzioni rifiutando gli altri. Quanto è terribile sentirsi rifiutati, essere vittime di superbia, negare costantemente il senso di una vita che senza Amore non può esistere e di cui abbiamo intimamente bisogno, in questo continuo vagare ,prima di trovare la nostra "Terra Promessa".

La misericordia, è accoglienza è scoprire un giorno che ognuno di noi ha un compito preciso: essere testimoni in questo tempo di lupi che la disonestà, la ricchezza materiale,sono cose che non ci innalzano di certo difronte agli occhi di Dio. La ricchezza è vana, finita e non ci rende liberi.

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