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Il Corriere della Sera all’attacco di Antonio Ciano, del Partito del Sud e dei tabaccai

Prima ti ignorano, poi ti deridono, poi ti combattono. Poi vinci.Mahatma Gandhi

Il Corriere della Sera all'attacco di Antonio Ciano, del Partito del Sud e dei tabaccai

Sabato scorso, 17 aprile 2010, sul Corriere delle Sera, il principale giornale della penisola, edito a Milano, mezzo d’informazione di riferimento dei "potentati" economici italiani, abbiamo avuto il "piacere" di notare un pesante attacco, di due famose firme del giornale quali Rizzo e Stella, ad Antonio Ciano ed al Partito del Sud.

L’articolo dal titolo "Da santo a quasi terrorista" , tenta di analizzare, con il paraocchi della solita disinformazia mitologica patriottarda, il perché la figura di Garibaldi si sia trasformata negli ultimi anni da quella di eroe celebrato in tanti monumenti, strade e piazze ecc. a quella di "ladro e cialtrone", come una rivisitazione della storiografia ufficiale in questi ultimi anni, grazie anche all’azione e all’aumento di peso politico della Lega Nord, ma non solo, sta sempre più imponendo. Rizzo e Stella la mettono in burletta, un’operazione a cui i giornalisti di regime sono abituati da 150 anni, portando però dati scritti sull’acqua e solidi come cartavelina.
L’operazione sembra guidata da un’approssimazione degna di miglior causa.

Non ci stupiamo che il giornalismo italiano stia sempre più peggiorando la sua posizione nelle classifiche mondiali, in cui come libertà e pluralismo d’informazione occupiamo ormai il 71° posto dietro paesi come Benin e Namibia che evidentemente riescono a "formare" giornalisti più obiettivi e meno influenzabili dei nostri (sai che sforzo....).

Devo però ammettere che erano dagli anni, ahimè lontani, del Corriere dei Piccoli che non mi divertivo tanto: allora a sollazzarmi erano le vignette di Bibì, Bibò e Capitan Cocoricò, ora gli articoli di Rizzo e Stella, tutti tesi come sono nello sforzo vano di avallare ancora le solite scontate e rifritte patacche risorgimentali, le solite, che ci vengono propinate da 150 anni.

Colgo tra i fiori: la ferrovia Napoli-Portici costruita per il sollazzo dei biechi Borbone; ma quanti erano sti Borbone se dopo un solo mese di attività avevano viaggiato nelle tre classi ben 58.000 passeggeri? (vedi Antonio Pagano, Due Sicilie
Pag.41,1830/1880, Capone Editore)
.
E non solo: nel 1844 viene rilevato che hanno viaggiato in un anno 1.117.713 passeggeri. (Antonio Pagano.pag 47). E poi: nel 1860 il Piemonte aveva 803 km di ferrovie e il nostro Regno solo 98. Vero, peccato che i due abbiano dimenticato di dire che il Piemonte costruiva ferrovie per le guerre, indebitandosi fino alla bancarotta con i più esosi bancarottieri europei.

Poi molto bella e indicativa la zampata classista sul "tabaccaio" Antonio Ciano.
I professoroni italiani non si smentiscono mai: il desiderio di sapere e documentare può portare persone prive di cultura accademica a scoperte e verità incredibili, ma questo ai nostri "eroi" pare non interessare, sono Loro che elargiscono o meno patenti di legittimità di ricerca storica, anche Loro dopotutto, strano a dirsi, appartengono ad una "casta", quella del giornalismo italiano, sempre quello del 71° posto in classifica (in zona retrocessione...), ricordiamo infatti che il grande Schliemann, un semplice commerciante, fu seppellito da palate di dileggio e sfottò dagli intellettualoni del tempo che poi furono clamorosamente sbugiardati quando venne alla luce la città dell’Iliade: Troia.


Il termine "tabaccaio" usato contro Antonio Ciano, in una frase a metà fra il disprezzo, percepibile fra le righe, e la volontà di dileggiare, non è però cosa da poco, ed è veramente geniale: come se ad
uno che mi porta una pepita, gli chiedessi che voti aveva al corso di mineralogia o se lo ha mai frequentato...

In realtà Ciano, dall’alto di una pacatezza da vecchio saggio, abbozza con la giusta filosofia:
"Mbè, non sono uno storico. Mi adopero soltanto a fare ricerca storica negli archivi di stato ancora secretati in parte. Tra gli altri mestieri, come tutti i meridionali, ho fatto il contadino, e diplomatomi al Nautico di Gaeta sono stato ufficiale della marina mercantile, poi ho venduto anche pacchetti di sigarette e mentre facevo quel mestiere onestamente, frequentavo l’archivio di Via Lepanto a Roma, e ho scoperto stragi ed eccidi dei Savoia. Molti giornalisti per non vendere fumo, dovrebbero fare i tabaccai che vendono veleno, come ha fatto il sottoscritto per qualche anno pur di campare la vita. Scoprirebbeno una dimensione della storia che non hanno mai conosciuto. Se un "tabaccaio" ha dovuto scrivere libri contro il Risorgimento piemontese, significa che l’Intellighentia massonica ha impedito a Lor Signori di farlo, non se la prendano a male. Se un Dalla Loggia chiama ignorante Bennato significa che nella vita non ha capito una mazza, il sui padrone lo foraggia per questo e sta capendo che la sua fortuna di intellettuale di regime sta capitolando".

Ricordamo che il "tabaccaio" Antonio Ciano ha subito più di un processo per quanto ha scritto nei suoi libri dove ha denunciato eccidi e stragi commessi negli anni del Risorgimento del Piemonte dai suoi Debiti, nei libri "I Savoia e il massacro del Sud" e "Il massacro del Sud - Esecutori e mandanti", risultato dei processi: assolto; i fatti descritti erano veri.


Questo ovviamente nell’articolo non viene scritto, si preferisce menzionare uno sconosciuto nickname (che quindi potrebbe essere chiunque) a cui addebitare un marchiano errore storico, facendo così tutta una pasta, mescolando capra e cavoli, per gettare discredito in un’operazione di evidente strumentalizzazione.

Infine una considerazione ovvia e banale che fa però capire cosa si muove dietro le quinte: Rizzo e Stella citano espressamente il Partito del Sud di Antonio Ciano e questa sì che è una novità assoluta: fino a poco tempo fa il nome Partito del Sud era, dalla stampa in generale e dal Corriere in particolare, inopinatamente e strumentalmente sempre associato ai Lombardo, Miccichè, Poli Bortone, Scotti ecc. ecc. insomma tutto serviva per creare scompiglio e confusione nei meridionali e crearci così difficoltà nel fare capire che noi con questi Signori non c’entriamo nulla, anzi.

Ora invece apprendiamo, da Rizzo e Stella, che al Corriere della Sera sanno benissimo chi siamo e quindi abbiamo conferma che gli accostamenti che ci sono stati, e siamo sicuri ci saranno, sono solo strumentali; di questo li ringraziamo, anche perché ci fanno capire che la strada intrapresa dal nostro Partito, così ben individuato, è quella giusta.

Per il Corriere della Sera siamo "fanatici borbonici", cioè difensori del Sud e delle sue ragioni, e perciò ci attacca.

Diciamo quindi che nella famosa frase del Mahatma Gandi
"Prima ti ignorano, poi ti deridono, poi ti combattono. Poi vinci" siamo già molto avanti, cioè nella fase di passaggio fra il deriderci e il combatterci.
Avanti così!

Commenti all'articolo

  • Di (---.---.---.161) 9 novembre 2012 09:18

    Trovo l’articolo pubblicato: "Il corriere della sera all’attacco di Antonio Ciano, del partito del Sud e dei tabaccai", molto interessante. 

    Continuate sempre così, portando alla luce e informando, sempre e solamente, con le "verità" storiche mai dette e volutamente celate.
    Il popolo del sud ha bisogno di conoscere la sua vera storia e non quella impostaci dal potere centrale; per ora.

    Desidero segnalare, però, che l’immagine/foto pubblicata non appare.
    Non capisco se dipende dal mio PC oppure manca qualche aggiornamento del software.

    Auguro buon lavoro

    Visroboris

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