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I sogni son desideri...

“I sogni son desideri di felicità” questa famosissima frase, cantata dai topini Gias e Gas in “Cenerentola”, racchiude in sé un’enorme verità. Infatti, come la nostra amata Cenerentola desidera ardentemente il suo “principe azzurro” (che più di un semplice marito ideale rappresenta il cambiamento, il filo conduttore da ciò che separa la realtà dai sogni), anch’io desidero trovare “l’oggetto della svolta”, quella scintilla che porterebbe un uragano all’interno della mia vita. Tutti coloro che scrivono su questo sito hanno ovviamente un’ambizione comune, un sogno nel cassetto: il giornalismo. Coltivo da molto la passione per la scrittura e l’amore per il cinema e così ho deciso di conciliare queste due cose. Sono un sognatore, voglio scrivere! Virginia Woolf in una sua opera scrisse: “Perché una volta che il male di leggere si è impadronito dell’organismo, lo indebolisce tanto da farne facile preda dell’altro flagello, che si annida nel calamaio e che suppura nella penna”. Già, questo “male” s’è impadronito di me, della mia persona, voglio far conoscere al mondo ciò che penso, ciò che vedo e che voglio far conoscere. Il grande desiderio di ogni aspirante giornalista, è quello di poter scrivere per una grande testata, ma come tutti ben sappiamo, a volte non basta solamente volerlo, il semplice desiderio non è sufficiente. Per questo motivo, in ogni virgola, in ogni frase, in ogni parola c’è sempre un pezzo di me stesso. In qualunque articolo potrete benissimo scorgere un frammento della mia anima, una goccia della mia vita.

Cenerentola per questo motivo è la fiaba che più s’accosta a questo morboso desiderio, nata nell’antico Egitto o in Cina (non si hanno sufficienti informazioni per poter stabilire la sicura provenienza), questo racconto è arrivato immediatamente in Europa, dove fu trascritta da diversi letterati fino ai fratelli Grimm che ne stesero la versione che tutt’oggi conosciamo. Questa fiaba ha avuto ben quindici trasposizioni cinematografiche, la più conosciuta di queste però rimane quella animata della Disney uscita nelle sale cinematografiche nel lontano 1950. L’ottima regia di Clyde Geronimi, Wilfred Jackson ed Hamilton Luske hanno fatto sì che quest’opera fosse riconosciuta come uno dei capolavori del film d’animazione. La Disney però, decise di cambiare qualche tratto della storia cercando di adattarla il più possibile al pubblico a cui sarebbe stato destinato: viene inserita la figura della “fata Turchina” (che nell’opera originale era semplicemente un mago), le sorellastre di Cenerentola non riescono ad indossare la scarpetta di cristallo data la lunghezza dei loro piedi (mentre nell’originale si amputano letteralmente parte del piede). Inoltre, per riuscire a dare un tocco realistico alle scene, venne girato un film con attori reali in carne ed ossa che furono poi trasportati in versione animata. Questo, per l’epoca (1950), fu un’enorme rivoluzione nel campo della tecnologia cinematografica dato che in seguito questa tecnica fu presa come esempio per tutti i film d’animazione. Il film ebbe un buon successo ed è tutt’ora ricordato e visto (grazie ad una versione rimasterizzata in DVD) dalle nuove generazioni che continuano a sognare davanti ad una storia così bella.

Cenerentola alla fine riuscirà a calzare la scarpetta di cristallo, riuscirà a sposare il principe azzurro e lascerà per sempre la matrigna e le due sorellastre “Anastasia e Genoveffa”. Io invece? Riuscirò mai a realizzare tutto ciò che ho sempre desiderato? Chi può dirlo… solo la fata Turchina.

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