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I prigionieri di Guantanamo in sciopero della fame per la confisca del Corano

Nello spietato carcere di Guantanamo, relegati all'interno del Campo 6, più di 130 detenuti sono impegnati in uno sciopero della fame che dura dal 6 febbraio.

Ghaled al Biani, detenuto dallo Yemen, ha perso 9 chili e corre grossi rischi per la salute a causa del diabete. Fayez al Kandari, del Kuwait, dopo tre settimane e mezzo di digiuno volontario è dimagrito di 12 chili.

5 dei reclusi, di fronte all'irremovibilità nel continuare la protesta, stanno ricevendo nutrizione forzata tramite cannule inserite all'interno dello stomaco (dover rispondere a livello internazionale della morte di prigionieri rende previdente la direzione carceraria).

All'origine della massiccia ribellione interna, l'immotivata confisca delle copie del Corano appartenenti ai carcerati. Il Center for Constitutional Rights, in una lettera indirizzata all'esercito statunitense, fa presente che a cominciare dai primi di febbraio le autorità del campo hanno dato inizio al sequestro di numerosi oggetti personali dei detenuti, inclusi coperte, lenzuola, asciugamani, tappeti per la preghiera, rasoi, spazzolini, libri, foto di famiglia, CD di musica sacra, lettere.

Non sono state registrate irregolarità nella condotta dei reclusi che giustifichino un tale provvedimento. Per calpestarne anche gli ultimi diritti, si stanno applicando ritmi giornalieri che limitino l'esercizio fisico all'aperto e ostacolino gli orari della preghiera della comunità di prigionieri.


Chiamato a giustificare le disposizioni, Robert Durand, direttore delle pubbliche relazioni per la Joint Task Force Guantanamo, si lava le mani dalle accuse di profanazione nel sequestro dei testi sacri, e minimizza dichiarando che non si è agito diversamente rispetto alle abitudinarie confische di oggetti di contrabbando.

Il Campo di Prigionia di Guantanamo, aperto l'11 gennaio 2002 all'interno della base militare americana con sede a Cuba, è finalizzato alla detenzione di sospettati di terrorismo catturati in Afghanistan. Le celle del carcere misurano circa due metri quadri, con pareti in cemento e tetto in compensato, in un'area che già dalla mattina raggiunge i quaranta gradi centigradi.

I prigionieri detenuti non sono stati accusati di reato, non sono stati sottoposti a regolare processo. Nell'area di massima sicurezza del Campo 6, le celle hanno il letto in cemento e una feritoia con vetro opaco per illuminare uno spazio che ha tutte le caratteristiche per essere definito un loculo. Ogni cella è provvista di telecamera, per supervisionare incessantemente il recluso.

Ma, d'altronde, il ministro alla Difesa Donal Rumsfeld nel 2005 dichiarò che si tratta di combattenti irregolari ai quali non vanno applicati i diritti della Convenzione di Ginevra, e non possono essere trattati come criminali comuni, perché non lo sono. 

Commenti all'articolo

  • Di paolo (---.---.---.121) 13 marzo 2013 09:28

    Da ateo,agnostico ,laico , comunque come persona che condanna il fanatismo religioso come una aberrazione della mente ,trovo assolutamente ingiustificabile ,indecente e disumano un provvedimento di questo genere .

    Quando ad un uomo ,chiunque esso sia e qualunque cosa abbia fatto ,togli ogni libertà e lo riduci in "cattività" (perché tale è la condizione dei prigionieri di Guantanamo) ,spogliarlo anche del conforto della propria fede è una infamia indegna di un paese civile .
    Dietro sento puzza di vendetta ed odio etnico , o razzismo che dir si voglia.

    Quando si dice che gli USA sono la più grande democrazia del mondo ,si omette di dire che lo sono all’ interno della loro struttura sociale ma meno ,molto meno ,per non dire per nulla ,nei confronti del mondo esterno .

  • Di (---.---.---.92) 13 marzo 2013 13:39

    Gli USA sono dei Barbari.

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