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I muri dell’Europa

L'Ungheria ha deciso di fare un muro di 175 chilometri sul confine serbo, per impedire agli immigrati di entrare nel territorio magiaro. Un muro che è la proiezione di altri muri che attraversano l'Europa.

C'e il muro dell'ignoranza di chi non comprende, l'ineluttabilità di un processo migratorio mondiale, che c'è sempre stato, ma ora diventa esodo per le situazioni di crisi economiche e per le guerre che devastano tanti Paesi del mondo.

L’emigrazione non è una scelta, ma una tragica necessita, che diventa inarrestabile quando è prodotta dalla fame e dalla guerra.

C'è il muro di una linea politica dell'Unione europea, che antepone la quadratura del bilancio ai diritti dell'uomo, soffocando il dovere di solidarietà che è nelle nostra Costituzione e nei trattati europei.

C’è il muro del predominio della finanza sulla politica, che preclude la nascita di un‘Europa federale e con essa di una politica europea dell’immigrazione, che resta in balia degli egoismi nazionali dei singoli stati.

C'è il muro dell'incapacità politica di una classe dirigente europea, che ritiene ingestibile un flusso di poche centinaia di miglia di immigrati, mentre il Libano ne gestisce più di un milione e la Turchia altrettanti.

All'ombra di questi muri si sviluppa il razzismo sociale, che coinvolge non solo la classe dirigente politica e mediatica, ma anche il popolo.

Una situazione molto pericolosa, un salto nel buio che rischia di fare dell’Europa il luogo di lotte intestine tra Stati e, all’interno di ciascuno Stato, tra immigrati ed indigeni.

Foto: Wikimedia ("Tijuana 2" di Boninho - Opera propria. Con licenza Pubblico dominio tramite Wikimedia Commons - https://commons.wikimedia.org/wiki/...)

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