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 Home page > Attualità > Politica > I milionari al Governo. E in Parlamento?

I milionari al Governo. E in Parlamento?

Desta scandalo il fatto che Monti e molti dei sui Ministri abbiano redditi elevati e si ipotizza che per questo non siano in sintonia col sentire nazionale; si arriva, per questo, ad augurarsi un loro rapido ritorno a vita privata, dimostrando così il solito qualunquismo, la solita superficialità e la solita scarsissima memoria.

Premesso che, anche chi è nato e cresciuto dentro la politica, e non si è mai confrontato con i problemi della vita quotidiana (quando è stata l'ultima volta che il compagno Vendola, per fare un nome, ha timbrato il cartellino?), tale sintonia può solo fingerla, sarebbe utile soffermarsi a riflettere su quale sia il ruolo che la nostra Costituzione assegna al Governo.

E’ il Parlamento, non il Governo, il centro del nostro sistema istituzionale: è al Parlamento che spetta il potere legislativo e, con esso, il compito di operare le scelte di lungo periodo, politiche nel più proprio dei sensi; è in Parlamento, e per questa ragione continuo ad essere favorevole al più puro dei proporzionali, che dovrebbero sedere i rappresentanti di tutte le componenti della nostra società.

Al Governo la nostra Costituzione demanda, salvo emergenze, la gestione della congiuntura nel quadro delle leggi esistenti. Una verità di cui non ci ricordiamo neppure, condizionati da quel che è accaduto negli ultimi decenni; dal processo, culminato con l’ultimo Governo Berlusconi, che ha visto i nostri esecutivi arrogarsi, nei fatti, anche il potere legislativo. Solo così, violentando la lettera oltre che lo spirito della Costituzione, un potere “minore”, solo gestionale, per l'appunto “tecnico”, ha potuto diventare anche politico arrivando ad essere per molti, addirittura, la Politica.

Questo, d’altro canto, ci ha fatto dimenticare il tipo di competenze richieste ai Ministri; abituati a trovarci di fronte personaggi risibili, per cultura e capacità, fregiarsi di quel titolo, ci siamo scordati di quanto complicato avrebbe dovuto essere il loro lavoro. Vedendo La Russa massacrare l’italiano davanti le telecamere, per esempio, possiamo averlo trovato simpatico o antipatico, essere stati d’accordo o meno con la sua visione del mondo, ma solo pochi di noi hanno provato sgomento pensando che quel personaggio era chiamato, ogni giorno, a prendere decisioni di carattere tecnico per cui era, evidentemente, assolutamente impreparato.

Chi pretende che i Ministri siano “figli del popolo” non solo confonde il Governo col Parlamento, ma non capisce che, nella nostra società, chi ha le capacità necessarie per gestire le nostre Finanze o il nostro Turismo, se queste capacità le ha davvero, ben difficilmente guadagnerà, in ambito privato, quanto un impiegato o un operaio. E’ cosi in Italia come in qualunque paese dell’Occidente ; è stato così anche in passato (Padoa-Schioppa nel 2008 aveva dichiarato un reddito di più di mezzo milione) e sarà così anche nel prossimo futuro, o perlomeno lo spero: può essere gratificante per il nostro ego vedere un ministro che ne sa meno di noi, incapace di guadagnare un euro fuori dalla politica, ma è disastroso, e i risultati li abbiamo sotto gli occhi, per il Paese.

Non solo non mi auguro che il Governo Monti cada a breve; spero sia un modello per il futuro.

Bisogna innanzitutto ricordare perché è lì: per l’assoluta incapacità dimostrata dai politicanti di portare il Paese fuori dalle secche su cui si è arenato. Chi vuole le elezioni subito, magari senza neppure cambiare la legge elettorale, non vuole, nei fatti, riconsegnare il paese ai cittadini o alla Politica; lo vuole affidare di nuovo, illudendosi forse che il pericolo sia passato, allo stesso pessimo personale politico che ci ha condotto a sfiorare il disastro.

I nostri sforzi di cittadini, nell’anno che manca alle elezioni, dovrebbero tendere proprio a questo; a imporre un cambiamento della legge elettorale e a cercare, dentro i partiti e nella società civile, chi ci possa rappresentare degnamente; qualcuno di diverso dalle coorti di incompetenti, decerebrati schiacciabottoni a comando che, anche grazie al Porcellum, siamo stati costretti a mandare in parlamento.

Nel frattempo, meditiamo su quel che sta accadendo, proprio grazie alla presenza del Governo Monti, al nostro dibattito politico: come per miracolo, dopo anni persi ad occuparci di case a Montecarlo e di mutandine, il nostro Parlamento è tornato ad occuparsi di questioni rilevanti per la vita del Paese; è tornato, quasi, a fare il proprio mestiere.

Quel quasi è dovuto al fatto che è ancora il Governo a proporre le leggi, ma data la situazione davvero d’emergenza, e visto che per questo lì è stato posto, non mi pare sbagliato dire che lo spirito della costituzione sia rispettato molto più ora di quanto non lo fosse pochi mesi or sono.

Qualcosa che dovrebbe indurci a riflettere se non sia il caso di svincolare definitivamente l’esecutivo (le cui prerogative andrebbero in questo caso ulteriormente ridotte; certo non aumentate) dal legislativo. Levato dalla scena Mr. B, possiamo tornare a chiederci se non saremmo serviti molto meglio da un Parlamento eletto col proporzionale e da un governo il cui Presidente del Consiglio sia eletto separatamente, ovviamente con un sistema maggioritario.

Da un Governo competente che governi il presente e da un Parlamento, figlio del popolo quanto lo si vuole che, finalmente, torni a guidare il paese verso il futuro. A fare Politica.

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