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I fondi di investimento nelle mani dei gruppi bancari

Circa la metà del mercato dei fondi di investimento italiani è nelle mani di cinque gruppi bancari. Inoltre, nel complesso, nel 2010 i sottoscrittori hanno pagato ai gestori oltre 4,1 miliardi di euro di commissioni con un incremento di circa il 3% rispetto all'anno precedente.

È quanto risulta dalla risposta fornita dal ministero dell'Economia e delle Finanze ad un'interrogazione del senatore dell'Idv Elio Lannutti in merito ai fondi comuni di investimento di origine bancaria. Nello specifico, il ministero precisa che, sulla base delle informazioni fornite dalla Consob, i dati evidenziano una prevalenza della Società di Gestione Risparmio (Sgr) appartenenti a gruppi bancari, che detengono una quota di mercato di circa il 70% del totale. Tra queste, le prime cinque banche detengono, in termini di massa finanziaria gestita, una quota di mercato di circa il 50%: Intesa SanPaolo (21,55%), Banca Popolare di Milano (9,41%), Unicredit (8,41%), Ubi Banca (7,69%) e Monte dei Paschi di Siena (4,68%).

Questa notizia è interessante, e contemporaneamente preoccupante, per due motivi. Ogni mercato oligopolistico, e in base a questi dati il mercato dei fondi di investimento non può che essere definito in questo modo, genera perplessità circa la politica dei prezzi praticata, e forse subìta dai consumatori. E’ evidente infatti che nei mercati oligopolistici vi è la possibilità che le poche aziende che li “dominano” si accordino per fissare dei prezzi eccessivamente elevati, senza che vengano rispettate le regole della concorrenza. In questo caso quindi è probabile che le commissioni applicate ai risparmiatori che intendono utilizzare i fondi di investimento siano eccessivamente alte. Ulteriore motivo di preoccupazione è il fatto che una quota molto consistente del mercato dei fondi di investimento è in mano a gruppi bancari. Spesso i risparmiatori si rivolgono proprio alle banche per ottenere consigli circa le forme migliori di investimento delle loro disponibilità economiche.

Ed è pertanto possibile che le banche indirizzino i risparmiatori verso alcuni fondi di investimento non tanto perché in questo modo possano investire nel migliore modo possibile i propri risparmi ma soprattutto perché quei fondi sono di proprietà delle banche presso le quali si rivolgono i risparmiatori. Risultato finale: eccessivi rischi e bassi rendimenti per i risparmiatori, consistenti, ed eccessive, commissioni per le banche.

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