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I corrotti non possono combattere la corruzione

La corruzione è un fenomeno molto diffuso in Italia. E’ sufficiente leggere le cronache dei giornali per arrivare a questa conclusione. Vi sono poi numerose indagini che hanno rilevato come in Italia la corruzione sia più diffusa rispetto a quanto avviene in molti altri paesi. E secondo alcune indagini la corruzione nel nostro paese raggiunge i livelli che contraddistinguono diversi paesi africani. Inoltre protagonisti della corruzione sono molto spesso, in Italia, esponenti politici, quando sono anche rappresentanti di istituzioni locali e nazionali.

Quindi è necessario, o meglio sarebbe necessario, contrastare con forza la corruzione. Del resto la convenzione penale di Strasburgo, in materia di corruzione, solo ieri è stata ratificata dal Senato.

Ciò non risolve però tutti i problemi. Deve essere infatti adeguata la normativa italiana secondo le indicazioni previste appunto dalla convenzione di Strasburgo.

A tale proposito, è in discussione alla Camera un disegno di legge anticorruzione, già approvato dal Senato, ma che non è ancora diventato legge soprattutto per l’opposizione del gruppo parlamentare del Pdl, opposizione che è soprattutto motivata dalla non volontà degli esponenti del Pdl di migliorare i contenuti del disegno di legge, come richiesto da altri gruppi e come necessario per combattere realmente la corruzione.

Questa opposizione del Pdl non mi stupisce affatto. Infatti numerosi esponenti del Pdl sono stati e sono coinvolti in episodi di corruzione.

E non credo che sia possibile che i corrotti intendano contrastare efficacemente la corruzione.

Peraltro sono frequenti le dichiarazioni di persone che svolgono un ruolo importante, in Italia e all’estero, che sollecitano una lotta molto più intensa alla corruzione, non solo per motivi etici ma anche economici.


Il capo economista dell’Ocse Giancarlo Padoan, in un’audizione presso la commissione bilancio della Camera, ha sostenuto esplicitamente che “l’elevata corruzione è un freno per la crescita” e che quindi è “essenziale una lotta contro questo fenomeno che produce un costo in termini di competitività”.

Roberto Saviano, dopo l’annuncio del ministro dell’Interno Anna Maria Cancellieri di voler istituire un task force anticorruzione, ha dichiarato “E’ necessario portare avanti la legge anticorruzione, è necessario fare la legge anticorruzione subito, si è aspettato già troppo”.

Lo stesso don Luigi Ciotti, con l’associazione da lui presieduta, Libera, si è fortemente impegnato per combattere la corruzione. E recentemente don Ciotti ha consegnato al presidente della Repubblica Giorgio Napolitano una scatola contenente oltre un milione e duecentomila cartoline raccolte in tutta Italia ed indirizzate a Napolitano.

“Corrotti per il bene comune restituiscano ciò che hanno rubato” è il titolo della campagna di Libera e Avviso Pubblico iniziata nel dicembre 2010 e che da Aosta a Trapani ha visto il coinvolgimento di associazioni, sindacati, studenti, botteghe del commercio equo e solidale, amministratori.

Nell’appello-cartolina Libera si rivolge al Presidente della Repubblica per chiedere di intervenire, nei modi che riterrà più opportuni, affinché governo e parlamento adeguino il nostro codice alle leggi internazionali anticorruzione, a partire da quelle stabilite dalla Convenzione di Strasburgo del 1999. E perché venga finalmente data piena attuazione alla norma, già introdotta nella Finanziaria 2007, che prevede la confisca e il riutilizzo sociale dei patrimoni sottratti dai corrotti al bene comune.

E don Ciotti ha commentato: “La nostra ha voluto essere prima di tutto una grande campagna di informazione e culturale per risvegliare le coscienze intorno a un fenomeno capillarmente diffuso. La lotta alla corruzione, alle mafie e all’illegalità diffusa va collocata nel contesto più ampio di un impegno per la tenuta della democrazia ed in questo senso è una battaglia che si gioca sul piano normativo, sul piano dell’etica pubblica e di quella privata”.

Ritengo necessario quindi che l’opposizione del Pdl all’approvazione di un’efficace legge anticorruzione sia combattuta e vinta, quanto prima. E per raggiungere questo obiettivo occorre un impegno diretto del governo Monti, senza alcun timore di inimicarsi il Pdl.


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