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 Home page > Tribuna Libera > I clienti dei tassisti si dovrebbero arrabbiare (non loro)

I clienti dei tassisti si dovrebbero arrabbiare (non loro)

Alcuni giorni or sono a Torino tassisti provenienti da varie città italiane hanno protestato vivacemente contro la Uber, l’azienda che in tutto il mondo recluta privati cittadini disposti a trasformare le loro automobili in taxi low cost. Sotto accusa anche il fenomeno dell’abusivismo e l’eccessivo numero delle licenze concesse dai Comuni.

Premetto che non conosco approfonditamente le problematiche oggetto di attenzione da parte dei tassisti, nel corso della loro manifestazione.

Ho utilizzato solo qualche volta i taxi a Roma, pur non abitando in quella città.

E tendo ad utilizzarli il meno possibile perché il servizio offerto non mi sembra adeguato, ad una grande città come Roma soprattutto.

Pochi taxi e lunghe attese sia se si tenta di prendere un taxi in luoghi come la stazione Termini sia se si richiede il taxi telefonicamente.

Inoltre prezzi alti, molto alti. A quanto so nelle principali città europee e non europee, la situazione è molto diversa.

Attese molto meno lunghe e prezzi decisamente più bassi.

Quindi, io credo, dovrebbero essere arrabbiati più i clienti dei tassisti.

Se qualche tassista o qualche rappresentante di una loro associazione leggesse queste mie “banali” considerazioni, sono sicuro che mi spiegherebbe i motivi che determinano la situazione da me denunciata, motivi che ovviamente non dipendono dai tassisti.

Ma è indubbio che, almeno a Roma, avviene quanto ho appena scritto.

Quindi non sarebbe opportuno che i tassisti e le loro associazioni, oltre a preoccuparsi giustamente delle loro esigenze, si occupassero, non dico prima ma almeno contemporaneamente, anche delle esigenze dei loro clienti?

 

Foto: Damian Moris/Flickr

Questo articolo è stato pubblicato qui

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