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 Home page > Tribuna Libera > I "Se" ed i "Ma" delle elezioni 2013

I "Se" ed i "Ma" delle elezioni 2013

Cosa sarebbe successo e cosa è disgraziatamente successo nei seggi di fine febbraio. Il bestiario politico italiano visto in una realtà parallela.

"Se Matteo Renzi avesse vinto le primarie": lo hanno detto in tanti ma quasi tutti dopo le primarie. Forse bisognava andare a votare il sindaco di Firenze ma in tempi di austerity 2 euro è meglio tenerseli nel portafoglio (che magari ne è costato 300). Poi quando una persona ti sforna il più bel discorso di sconfitta che la storia della sinistra ricordi è ovvio che la lacrimuccia scenda pure a D'Alema, uno che di discorsi di sconfitte ne ha sentiti.

"Se Bersani facesse il poeta": con le metafore andrebbe a nozze. Lo smacchiatore di giaguari, che abbondano in Emilia, forse non vincerà il Nobel per la letteratura ma potrebbe comunque andargli meglio della politica. Il suo cammino fatto di "non vittorie" è lungo come la coda alle poste, ma Renzi avrebbe perso le stesso le primarie.

"Se Giannino fosse davvero laureato": non scherziamo, sono laureate la Minetti, Sara Tommasi, la Gelmini e perfino (dicono) Alfano. In questo magico A - Team non può entrarci Giannino, quindi difendiamo i diritti di chi vanta un misero diploma di quinta superiore ma regagliamoli almeno una cravatta non catarifrangente.

"Se Ingroia avesse superato lo sbarramento": per gli elettori di sinistra sarebbe finalmente una vittoria, per quelli di destra saremmo piombati in uno stato stalinistra e l'inno nazionale sarebbe diventato Bandiera Rossa, mentre per Ingroia sarebbe stata l'ora di buttare giù un programma. Ma d'altronde non credeva servisse, Grillo lo votano lo stesso... diceva.

"Se Fini fosse entrato ancora in Parlamento": e chi se lo fila più? È stata più importante la sua uscita che i precedenti trent'anni seduto sulla poltrona.

"Se avesse vinto Ambrosoli": premettendo che essendo del PD la vittoria è un'utopia, dopo la collezione di maglioni di Formigoni non potremmo vedere la collezione di cialtroneria di Maroni, diretta Twitter per i più affezionati. Ma immaginiamoci il Pirellone colorato di verde, nuovo culto dell'architettura moderna e meta di pellegrinaggio dei militanti più fedeli. Alla Gentilini per intederci.

"Se Berlusconi non si fosse candidato": la televisione italiana sarebbe stata più vivibile per questi ultimi tre mesi. Il PdL avrebbe preso un misero 10% al posto dell'invdiabile Trio Sciagura Monti - Fini - Casini e così Alfano si sarebbe dedicato a tempo pieno a portare la colazione al Cav (cosa che fa puntualmente ogni mattina). Ma sfatiamo questo falso mito che Silvio si sia ricandidato per sfuggire dall'inseguimento dei magistrati di tutt'Italia: si è ricandidato perché teneva davvero alle sorti dell'Italia ma il partito Forza Gnocca non è stato approvato dalla Corte Costituzionale, tutti risaputi comunisti.

"Se l'Italia fosse un paese normale": non avrei scritto questo articolo. Ma chiariamoci le idee, esiste solo la Padania, il resto è un'isola dell'Algeria in deriva.

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