I Nullisti: le notizie che fuori dalla TV non esistono

Che la televisione non faccia informazione lo sappiamo tutti.
Tuttavia è da capire se la televisione non faccia informazione perchè "non richiesta", come sosterrebbe la Cbs, o perchè semplicemente riesca a convincere le persone che sette famosi cretini su di una isola sono più interessanti di una serata a cercare di capire la nuova finanziaria.
Se tutti gli italiani avessero un sassolino da depositare sull’uno o sull’altro piatto della bilancia, temo che il risultato sarebbe catstrofico. A dimostrazione, ecco l’elenco dei dieci programmi più visti in Italia nell’anno precedente, il 2008:
(fonte Wikipedia)
- Raiuno - 06.02.1008 Calcio Campionato europeo di calcio Francia-Italia: 23 milioni 491 mila telespettatori, share del 74.11%
- Raiuno - 21.01.2008 W radio 2: 10 milioni 616 mila (37.47%)
- Reti unificate - 31.12.2008 Messaggio del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano: 10 milioni 298 mila (65.50%)
- Canale5 - 18.09.2008 Veline: 9 milioni 960 mila (37.28%)
- Canale5 - 22.09.2008 Striscia la notizia: 9 milioni 899 005 mila (36.15%)
- Raiuno - 02.10.2008 Gran Premio di Formula 1 del Brasile: 9 milioni 892 mila (47.31%)
- Raiuno - 01.03.2008 Festival di Sanremo 1^ parte: 9 milioni 641mila (39.48%)
- Raiuno-02.11.2008 Il commissario Montalbano-La vampa d’agosto : 9 milioni 219 mila (37.50%)
- Raiuno - 15.10.2008 Calcio Qualificazioni mondiali di calcio 2010 Italia-Montenegro : 8 milioni 907 mila (32.63%)
- Canale5 - 08.12.2008 Zelig: 8 milioni 579 mila (32.59%)
Secondo gli italiani, sembrerebbe, "Veline" è ben più interessante di un qualsiasi programma di approfondimento politico, di un qualsiasi telegiornale, di un qualsiasi occhio puntato sulla società. A cosa serve sapere cosa sta succedendo al vecchio mondo quando si può vedere in passerella un bel po’ di sciacquette che si dimenano per la gioia dei papponi?

Mi duole e mi secca, da una parte, spezzare una lancia in favore di quelle persone frustrate che hanno fatto registrare tassi di ascolto altissimi a "Veline" o a "Striscia la notizia", ma in un certo senso hanno ragione. La colpa non può essere scaricata su di loro.
Informarsi, tenersi aggiornati, cercare di capire, è uno sforzo, è un costo da pagare, e senza mai inziare a scervellarsi sui perchè, sarà difficile anche capire cosa mai stia dicendo il nonno d’Italia, presidente esimio della Repubblica, nel suo discorso di insediamento.
Ovvero: se io non so nulla di ciò che succede al di fuori della mia casa, e non ho stimoli nè finestre per guardare, non mi interesserò mai.
Il culmine di questo interesse per il nulla, di questa massa di nulla interessati, la riporta proprio Giovanni Sartori in Homo Videns, quando descrive il fiasco televisivo della diretta in onda della caduta del muro di Berlino. Uno degli eventi storici più importanti del secolo negli USA non è stato nemmeno preso in considerazione dal pubblico. Magari a quell’ora c’era una puntata stravolgente di chissàquale fiction per nullisti (nullista è un neologismo che mi piace... Nullista = persona che non ha interessi se non per il nulla).

Oltre alla televisione del nulla, cambiando di canale in canale, si potrà assistere anche alla disinformazione, voluta o meno. Non parlo solo di presentatori, commentatori o giornalisti di parte che rimarcano solo una faccia della medaglia, e talvolta spudoratamente, voglio mettere al centro il fatto che la televisione crea un mondo per i nullisti, al di fuori del quale nulla esiste.
Si parla della guerra sulla striscia di Gaza, e questo, anche per i nullisti, significa che questo conflitto esiste. Uno stesso evento della medesima portata non menzionato per problemi tecnici o qualsivoglia altro motivo, per i nullisti, semplicemente non esiste.
Una prima cosa che mi viene da chiedermi è: se io non sono un nullista e reputo la televisione fatta quasi esclusivamente per nullisti, perchè dovrei pagare il canone? Voglio dire, se porto la mia macchina di colore blu a riaccomodare e la ritrovo ancora da sistemare, ma verniciata di rosso, non potrò essere contento. E il meccanico non può davvero chiedermi i soldi.
La seconda cosa che mi viene da chiedere è: può darsi, dico può darsi, che uno dei primi mali che hanno colpito la televisione, oltre a molte proprietà peculiari che la rendono terribile e soporifera, dico può darsi che ci sia anche un conflitto di interessi mai risolto? Non voglio certo attribuire la creazione dei Nullisti al conflitto di interessi, certo è che lo strapotere mediatico nelle mani di uno solo non crea condizioni di incentivo alla cultura, bensì alimentazione dello status quo.
L’ultimo dubbio che mi sfiora è: ma non è che hanno ragione i Nullisti, che La Talpa e il Grande Fratello sono davvero programmi interessanti?
Per fortuna sto scherzando.
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