• AgoraVox su Twitter
  • RSS
  • Agoravox Mobile

 Home page > Attualità > Mondo > Honduras: carcere in fiamme. Morti più di 350 detenuti

Honduras: carcere in fiamme. Morti più di 350 detenuti

E’ salito a 359 il numero delle vittime dell’incendio che ha interessato il carcere di Comayagua, in Honduras. Queste al momento le ultime stime fornite dal Ministro per la sicurezza, Pompeyo Bonilla. Si prevede però purtroppo, che il numero dei morti sia destinato ad aumentare. Si tratta di uno dei più gravi incendi che abbia mai colpito l’America Latina.

La maggior parte degli uomini sarebbero morti carbonizzati o soffocati dal denso fumo, all’interno delle loro celle. Si contano decine di feriti. Secondo il direttore del carcere, Danilo Orellana, la situazione appare particolarmente grave. Si continuerebbe ad estrarre dalla struttura penitenziaria i cadaveri, cercando febbrilmente di salvare la vita dei detenuti superstiti.

Al momento dell’innesco dell’incendio, avvenuto attorno alle 5.50 di mercoledì mattina ora italiana, erano presenti all’interno della struttura circa 850 prigionieri. Alcuni testimoni hanno riferito che diversi carcerati avrebbero cercato di evitare le fiamme arrampicandosi sul tetto, poi saltando giù, presi dalla disperazione. Altri invece avrebbero approfittato della confusione e della visuale offuscata dal fumo e dalle fiamme, per evadere. I parenti dei reclusi sono in tremolante attesa per avere notizie dei loro cari, temendo per la loro sorte.

Intanto i responsabili della sezione di medicina forense hanno diffuso un comunicato attraverso diversi media honduregni, in cui chiedono ai familiari dei galeotti se questi ultimi avessero tatuaggi, cicatrici o altri segni distintivi. La speranza è che tramite quelli, si possa risalire alla loro identità. Un tale annuncio non fa presagire però nulla di buono. Evidentemente i tratti somatici, i volti, le mani e con esse le impronte digitali, ed altri caratteri distintivi, sono stati sfigurati dalle fiamme, rendendo impossibile l’identificazione certa e univoca delle vittime.

Si indaga ancora sulle cause del rogo. Le fiamme all’interno dell’istituto penitenziario, a circa 80 chilometri a Nord della capitale Tegucigalpa, potrebbero essere divampate a seguito di un corto circuito, oppure potrebbero essere state appiccate da un singolo recluso. Almeno per ora è esclusa l’ipotesi della rivolta, presa in considerazione in un primo momento, data l’ampia portata dell’evento.

Il Presidente Porfinio Lobo ha annunciato un’inchiesta per rivelare le cause dell’incendio, accertando le responsabilità e minacciando la sospensione delle direzioni dei carceri locali e nazionali fino alla fine delle indagini. L’Honduras ha il triste primato, assegnatogli dalle Nazioni Unite, di essere il Paese con il più alto tasso di omicidi nel mondo. Il proliferare di bande armate e della criminalità è dovuta soprattutto ai continui scontri per il controllo del traffico degli stupefacenti. Le carceri del Paese versano in condizioni di sovraffollamento cronico, una polveriera pronta ad esplodere a seguito di una minima scintilla. Il Presidente Lobo ha promesso un cambiamento. Staremo a vedere se rispetterà i suoi propositi.

Lasciare un commento

Per commentare registrati al sito in alto a destra di questa pagina

Se non sei registrato puoi farlo qui


Sostieni la Fondazione AgoraVox







Palmares