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Home page > Attualità > Hamas. Aggrediti e aggressori

Hamas. Aggrediti e aggressori

Sono per formazione lontanissimo da Hamas. Non riesco però a immaginare Hamas senza la politica estera di Israele, senza i silenzi e i crimini dell’Occidente. Parlarne in termini storici? Quali? Quelli utilizzati adattandosi in qualche modo al modo in cui l’Occidente ha affrontato questioni geopolitiche che riguardano vastissime aree del pianeta colonizzate?

Gaza 2009 Project by Marius Arnesen is licensed under a Creative Commons Attribution
Foto Flickr

Ovunque la linea rossa è la stessa. La colonia è diventata “libera” quando non è stato più possibile rapinarla senza problemi. Una miseria indicibile è finita così in mano a governi corrotti, strettamente legati agli ex padroni. Se c’erano risorse da sfruttare, sono ancora in mano agli ex padroni, se necessario, militarmente protette. A difesa degli interessi dei Paesi ex coloniali si è creato un gendarme della zona, forte, più ricco e più potente di tutte le ex colonie “liberate".
Concessa l’indipendenza, la farsa si trasformata in tragedia, perché nessuno è libero davvero senza una reale indipendenza economica. Prima o poi inevitabilmente dove non c’è stata la guerra civile, è cominciata la guerriglia.
Badiamo bene alle parole, che hanno un significato e un peso. Se dico inevitabilmente, vuol dire che non c’è modo di fare altrimenti. Se mi privi dell’aria per respirare, nemmeno se voglio posso soffocare senza provare a riprendermi l'aria che mi hai totlro. Esistono insuperabili ragioni naturali. Questo “cominciare”, quindi, non è “aggredire”, ma soggiacere all’incoercibile istinto della sopravvivenza. Accade così che i nostri occhi vedono un’aggressione, ma quello che percepiscono i nostri cuori è una mostruosa deformazione dei fatti. Il vero aggressore è chi ti taglia l’aria e pretende che tu ti lasci morire senza reagire o svendi la tua dignità per un filo di ossigeno che ti viene dato per prostituirti.
Ricostruire la storia non può essere semplicemente dare un ordine logico ai fatti; occorre entrare nella testa dei protagonisti. Appena lo fai, acquisti una certezza: il principio dell”aggredito e dell’aggressore è davvero un’infamia, come un’infamia è la retorica della legalità, quando la legge non garantisce giustizia sociale.
Torniamo a ciò che accade in Palestina, proviamo a sottoporre a critica ciò che ci pare di vedere e non fermiamoci a quella che definiamo “verità dei fatti”. E' proprio questa definizione a dirci che esiste un’altra verità.
Come si fa? Non è difficile. Basta chiedere ai fatti di essere precisi. I fatti sono per loro natura onesti e ci diranno la verità. Se un gruppo di ebrei armati avesse rapito in un campo nazista parenti dei suoi carnefici e li avesse usati per tentare di uscire da quell’inferno, interrogati i fatti, li avremmo definiti barbari e terroristi? Per capire e valutare avremmo utilizzato il criterio corrente che condanna l’aggressore? 
Spostiamoci nel presente e domandiamo ai fatti: Hamas sarebbe esistito, se Israele non avesse tolto l'aria per respirare ai palestinesi? Hamas non nasce per una degenerazione morale degli arabi, ma perché rubare l’ossigeno a un popolo non vuol dire solo commettere un’azione mostruosa; significa anche creare un habitat entro il quale nascono e vivono mostri. Questa indiscutibile risposta dei fatti si ripete tutte le volte che le circostanze sono quelle attuali. Oggi in Ucraina, ieri in Libia e Tripolitania e molto, molto prima ad Alesia, dove Cesare rubó l’aria ai Galli, “barbari” abitanti di Alesia, condusse a Roma in catene il coraggioso Vercingetorige e lo giustizió per celebrare il suo trionfo. Giustiziare non significa fare giustizia, ma a Cesare decretarono il trionfo e ne fecero un esempio di umanità civile. 


E' tempo di scienze, lo so, eppure non capisco perché non ricordiamo mai Catullo, il poeta, e il fulminante distico rivolto a Cesare; e se anche lo facciamo, citiamo un fatto tra centomila che non interroghiamo. Eppure ci sarebbe di che riflettere: “Cesare, a me non interessa di sapere se sei un uomo bianco o nero”. 
Del sommo Cesare siamo però costretti a spiegare la morte. Diiciamo allora che Cesare morì per mano di congiurati. È comodo usare parole oscure per confondere chi ascolta e chi legge. Oggi per esempio diciamo terroristi e la questione è chiusa. Se domandassimo ai fatti perché Bruto e Cassio uccisero Cesare, essi ci direbbero però che Cesare era un dittatore pronto a distruggere le libertà repubblicane. Ecco che allora sparirebbero i congiurati, Bruto e Cassio diverrebbero cittadini e a noi toccherebbe rispondere a una domanda angosciante: è giusto uccidere un tiranno?
L’Occidente notoriamente civile, che uccide tiranni veri e talora presunti, suggerirebbe subito la dottriba della non violenza. Sarebbe interessante, però. ascoltare la risposta degli israeliani, massacratori di terroristi veri e inventati, severi giudici di Hamas e mai di se stessi. Per i nazisti un ebreo che fosse riuscito a uccidere Hitler sarebbe stato un pericoloso terrorista, come "banditen" furono i nostri partigiani.
Afgressore-aggredito.
Ma davvero vogliamo scrivere la storia partendo da ciò che affermano il potere e le sue regole immorali?


Per chi ha la memoria corta ecco un ricordo del terrorismo israeliano, misteriosamente sparito dalla cronaca e dalla Storia. Lo cito alla rinfusa senza date e senza penose contoedei morti:
Uccisione di lavoratori arabi in una piantagione di banane; Uccisione di Arabi sulla spiaggia di Bat Yam; Bomba su treno ad Haifa; Bomba in un caffè di Haifa; Attacco su un bus sulla strada Gerusalemme-Hebron; Spari contro Arabi ad Haifa; Lancio di una bomba nel mercato arabo di Haifa; Bomba a Giaffa contro Arabi; Uccisione di un Arabo nel cortile di un ospedale di Haifa; Esplosione di una bomba su un autobus a Gerusalemme; Scoppio simultaneo di due bombe nel mercato arabo dei meloni ad Haifa.; Bomba contro Arabi a Gerusalemme; Bomba contro Arabi in un mercato di Gerusalemme; Esplosione di una bomba in un mercato di Giaffa; Bombe al mercato arabo del quartiere Suk di Haifa e al mercato arabo ortofrutticolo di Gerusalemme; mina davanti al Rex Cinema di Gerusalemme; Bomba alla porta di Giaffa a Gerusalemme; Esplosione di una bomba piazzata su un asino al mercato di Haifa; Omicidio in un mercato di Gerusalemme; Bomba in un caffè di Haifa contro Arabi; Omicidio alla stazione ferroviaria di Giaffa; Uccisioni a Rehovot; Omicidio a Gerusalemme dell’ufficiale senior del Criminal Intelligence Department (CID); Bomba alla sede del CDI di Gerusalemme; Attentato al Fing David Hotel; Esplosione alla Stazione ferroviaria di Gerusalemme; Bomba alla sede centrale britannica; Bomba al Goldschmidt Officer’s Club di Gerusalemme; Attacco in quattro luoghi di Haifa; Impiccagione di due sergenti britannici; Due valigie con bombe temporizzate esplodono nel seminterrato dell’Hotel Sacher di Vienna, quartier generale del British Army; Bomba all’ufficio del British Labour Department a Gerusalemme; Bomba sul treno Cairo-Haifa; Esplosione di una bomba sul treno militare Londra-Villaco fuori dal tunnel di Tauern, Austria; Attacco a Tireh, vicino Haifa; Esplosione di un barile alla Porta di Damasco a Gerusalemme; Bombe fuori dall’Alhambra Cinema; Esplosione di due bombe alla Porta di Damasco; Attacco al villaggio di Yebudieh. Bomba al Noga Cinema di Giaffa; Lancio di una bomba da un taxi alla porta di Damasco; Massacro della raffineria petrolifera di Haifa; Sparatoria contro Arabi in un caffè di Giaffa; Esplosione di un camion bomba fuori dal Serrani, il municipio di Giaff; Bomba alla Porta di Giaffa; Attacco contro Arabi vicino a Ras al-Ayn; Attacco al mercato di Ramla; Bomba contro Britannici al Bevingrad Officers Club, Nassacro di Deir Yassin: Bomba contro Arabi in un mercato di Haifa.

 

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