• AgoraVox su Twitter
  • RSS
  • Agoravox Mobile

 Home page > Attualità > Economia > Grecia: "spoliazione dei risparmiatori" da dimenticare al più (...)

Grecia: "spoliazione dei risparmiatori" da dimenticare al più presto

C'è interesse in Italia ed in Europa a “stendere uno spesso velo”, meglio una “coperta pesante”, sulle recenti decisioni della Grecia tese a "depredare" i risparmiatori in possesso di titoli di stato ellenici.

Dal 10 marzo 2012 nessuno accenna più alla vicenda specifica di questi risparmiatori, destinatari della “spoliazione”. La stampa l’ha derubricata velocemente, attribuendole ormai valore giornalistico “zero”.

L’articolo mieloso di Beda Romano apparso il 30 marzo su Il Sole 24 Ore dal titolo: “Backstage dell'intervista a L. Papademos - E' l'orgoglio il vero atout dei greci?”, va chiaramente nella direzione innanzi delineata e conferma l’impressione di una vicenda da dimenticare al più presto, a tutti i costi.

Come già ampiamente evidenziato l’11 marzo 2012 sul mio sito personale - sono indignato e non ho parole, come risparmiatore e come cittadino-contribuente di un Paese dell’Unione europea, per commentare il decisionismo arrogante e la soluzione improvvida a cui è giunta la Grecia sotto dettatura degli organismi comunitari e del Fondo Monetario Internazionale (FMI).

L'Unione europea ha assistito per lunghi mesi, impassibile, allo sfaldamento di quel Paese. La stessa “Unione” che oggi si compiace perché la Grecia è riuscita ad espropriare migliaia di risparmiatori con il solo torto di essersi fidati di uno Stato che utilizza l’Euro per l’emissione delle proprie obbligazioni. Unione europea che non ha avuto la capacità e la voglia di assistere a tempo debito, e con risorse all’epoca molto contenute, una nazione del proprio ambito, la Grecia, con appena il tre per cento di popolazione e PIL comunitario.

I possessori di titoli della Grecia pagano due volte per la gestione sconsiderata e poco lungimirante della relativa crisi finanziaria: 1) come risparmiatori che sopportano in prima persona l’abbattimento autoritario ed unilaterale del proprio credito; 2) come cittadini-contribuenti che, attraverso le maggiori imposte versate al proprio Stato di appartenenza, concorrono a mettere insieme gli aiuti comunitari (da ultimo 130 miliardi di euro) da erogare alla stessa Grecia per il superamento di una crisi nazionale resa pressoché irreversibile.

Mi chiedo se siano giuridicamente accettabili e sostenibili le decisioni della Grecia di abbattere unilateralmente il valore facciale delle proprie obbligazioni o titoli di Stato. Ed in particolare mi chiedo se l’arbitraria, drastica riduzione di valore dei titoli, pari di fatto a circa il 70%, possa essere imposta ai risparmiatori internazionali (molti italiani) che non hanno aderito alla proposta di “ristrutturazione/cancellazione” del debito pubblico greco. Non mi pare che nei regolamenti di vendita al pubblico dei titoli di debito della Grecia fossero previste le CAC, cosiddette “clausole di azione collettiva”. E quand’anche ci fossero, credo che siano da valutare in tutta la loro inefficacia giuridica e scorrettezza commerciale.

Le autorità centrali dell’Unione europea cosa fanno in favore dei piccoli risparmiatori europei? Stanno a guardare, esultando per il “successo dell’operazione di ristrutturazione/cancellazione” concretizzata dalla Grecia? Magari pensando a questo esperimento come prova generale per quando, tra non molto, le CAC saranno prese in considerazione ed applicate in Spagna, Portogallo, Irlanda, Italia e cosi via?

Si parla tanto del ruolo importante dei risparmiatori e del risparmio a supporto della solvibilità di uno Stato. Molti in Europa hanno suggerito con insistenza l’opportunità di tenere conto del risparmio nazionale per bilanciare ed in parte attutire il peso smisurato del debito pubblico. Nei fatti, al momento opportuno, quel risparmio da risorsa si tramuta in oggetto di depredazione nazionale ed internazionale.

Mi chiedo se non sia ancora preferibile e consigliabile, da parte di Stati, autorità e banche, in favore dei risparmiatori che non hanno aderito all’abbattimento unilaterale del debito, lasciare in vita i titoli della Grecia in loro possesso, senza alterazione di condizioni, rispettando il normale, sostenibile onere del pagamento di interessi già fissati intorno al 4% per anno. Mi chiedo ancora, in caso di ostinata volontà di applicazione delle inaccettabili clausole di azione collettiva (CAC) se non siano attivabili a favore degli obbligazionisti dissenzienti le iniziative giudiziarie per il recupero del credito, a suo tempo intraprese contro l’Argentina a seguito del suo “default”.

Mi riferisco, in particolare, all’azione giudiziaria propiziata dalle banche italiane (rappresentate dalla TFA, Task Force Argentina) presso il tribunale internazionale ICSID (International Centre for Settlement of Investment Dispute) di New York.

Si dirà che le banche europee in questo caso non muoveranno un dito in favore dei propri clienti, detentori di titoli di Stato della Grecia, avendo ricevuto dalla Banca Centrale Europea (BCE) finanziamenti triennali in due tranche per circa 1.000 miliardi di euro all’interesse annuo dell’un per cento. E questo (pare) a parziale compensazione del danno economico-patrimoniale subìto dalle stesse a fronte delle obbligazioni della Grecia possedute a titolo di investimento aziendale.

Gli Stati dell'Unione europea sono ancora in tempo per salvaguardare le ragioni dei possessori di titoli della Grecia che non hanno aderito al “dictat” di Atene, inopportuno e dannoso per la credibilità degli emittenti e giuridicamente inammissibile, che impone per legge ed unilateralmente il taglio di valore dei titoli a suo tempo liberamente venduti, a condizioni prestabilite e condivise.
In caso contrario e salve le azioni giudiziarie in fase di attivazione a difesa dei cittadini europei e dei loro diritti calpestati, i risparmiatori nei prossimi anni applicheranno a loro modo le clausole di azione collettiva (CAC), convertendole in: “cancellazione di accesso al credito” per gli Stati scorretti e fraudolenti, anche per quelli che hanno “festeggiato” per la “brillante operazione taglia-debito” della Grecia a danno degli ignari investitori, quelli piccoli in particolare.

Questo articolo è stato pubblicato qui

Lasciare un commento

Per commentare registrati al sito in alto a destra di questa pagina

Se non sei registrato puoi farlo qui


Sostieni la Fondazione AgoraVox







Palmares