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Governo alla frutta e PD all’ultima spiaggia

Ieri mattina, durante la passeggiata sul bagnasciuga di Cesenatico, mi è stata rifilata da dei simpatici finti bagnini una sportina contenente una pesca nettarina e un depliant. Visto che si trattava di un’iniziativa del PD, con tanto di bandiere e cartelloni, mi sono fermata volentieri a leggere lo slogan prescelto e che spiegava il motivo della nettarina: "Il governo è alla frutta!" Visto che sono bastarda dentro e fuori mi è subito uscita la battuta conseguente: "e il PD è all’ultima spiaggia".
Il depliant l’ho letto dopo sotto l’ombrellone e mi ha fatto piacere leggere delle belle proposte concrete che non includevano più, finalmente, la "risoluzione del conflitto di interessi". Meno male, tanto quando lo promettono e vanno al governo non lo fanno. Abbiamo fatto un passo avanti. Un piccolo passo per il PD e un doppio carpiato con avvitamento all’indietro per l’umanità.
 
Sono notoriamente fissata con la questione dell’inciucio e del collaborazionismo, per cui non mi è parso vero, intanto che ero lì tra nettarine e pedalò, di fermarmi per rivolgere ad uno dei volontari un bel rimprovero da elettrice delusa. "Però non si doveva permettere a questo individuo di arrivare dove è arrivato. Ci sono delle responsabilità precise dell’opposizione, in questo paese". Come dire, il governo è alla frutta ma voi gli avete permesso intanto di mangiarsi antipasto caldo e freddo, tris di primi, secondo con contorno, grigliata mista, assaggio di fritto, dessert, caffè e grappino. Il riferimento era chiaro e lampante ma niente, non ho ricevuto risposta. Tantomeno quella che un tempo si sarebbe chiamata autocritica. I revisionisti mandati in giro con il cappello d’asino. Niente, tanatogramma piatto. Solo un rassegnato "Eh, si..." come se stessimo parlando dell’inevitabilità di un meteorite che viene giù dal cielo.
Volevo aggiungere: "Con questi presupposti, col cavolo che vi voto se ci saranno le elezioni anticipate" ma ho avuto pietà e ho lasciato perdere.
 
Mentre addentavo la nettarina e ne osservavo un’altra, mordicchiata e gettata tra le onde, da buona genovese mi sono chiesta: "Con questa crisi, quanto saranno costate* le sportine di tela griffate PD distribuite ad un ben considerevole numero di bagnanti una domenica d’agosto?" Probabilmente non tanto ma il ridursi a fare da spalla alle battuta di una caustica blogger non mi pare dignitoso, per il maggiore partito d’opposizione.

* Leggo adesso sul sito del PD: "5mila sportine con il logo del PD, oltre 40mila volantini con le proposte del partito per un’Italia più giusta, 5 quintali di pesche della Romagna". Apperò!

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