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Governo Berlusconi: quel che resta della maggioranza

Mentre il premier tenta di parlare di rilancio e di programmi, a dire il vero abbastanza astrattamente e rimanendo nel vago, tutti possono sentire Bossi che gli fa il verso e puntualizza. Se Calderoli e la Lega parlano di trasferire i Ministeri al Nord e la Polverini e Alemanno raccolgono le firme per trattenerli a Roma, il povero Cavaliere è subito costretto a minimizzare, da una parte come dall'altra.

Berlusconi imperterrito continua a rassicurare tutti, sembra un disco inceppato: "la maggioranza è solida e coesa e governerà fino al termine della legislatura". Da dove venga al premier tanta sicumera e baldanza non è umanamente dato sapere. Forse è pura e semplice incoscienza, o la consolidata abitudine a spararle grosse. Anche un cieco potrebbe vedere come stanno le cose; anche un sordo potrebbe udire i commenti. Mentre il premier tenta di parlare di rilancio e di programmi, a dire il vero abbastanza astrattamente e rimanendo nel vago, tutti possono sentire Umberto Bossi che gli fa il verso e puntualizza. Se Calderoli e la Lega parlano di trasferire i Ministeri al Nord e la Polverini e Alemanno raccolgono le firme per trattenerli a Roma, il povero Cavaliere è subito costretto a minimizzare, da una parte come dall'altra.

E' di questi giorni la proposta di una riforma fiscale, posposta però ad una manovra correttiva di 40 miliardi di euro in tre anni. Sarà anche vero che la maggioranza è coesa, ma non si capisce proprio su cosa, visto che dopo le prime notizie sui tagli hanno avuto subito inizio le polemiche. Il sottosegretario del Pdl Crosetto ha ad esempio dichiarato, dice la stampa, che questa "manovra è da psichiatra", "fatta da un governo che finora ha tenuto in coma farmacologico il paese". Sotto effetto farmacologico forse la maggioranza si regge meglio ed è più coesa. E se questo avviene sul piano programmatico, nulla di buono arriva sul piano delle inchieste, né per il Governo, né per il Premier. In questa settimana saranno sentiti personaggi importanti dello scandalo Ruby, tornerà di moda il bunga bunga. Ma nel frattempo già si affacciano intercettazioni e dichiarazioni fresche e promettenti, questa volta sulla P4. Sono pesanti, danno l'immagine e il senso del sistema, il malcostume è evidente, anche se non ci fossero reati. Nessuna possibilità per ora di intervenire sul piano legislativo, Alfano e il Cavaliere se lo scordino, dovranno digerirsi tutto, anche l'indigeribile.

Sul fronte della Lega poi, non è che si stia molto meglio. Qui il caos è ancora più totale, anche se ancora sottaciuto. Una volta si diceva che Bossi aveva fiuto. Ora il Senatur sembra uno che si è rovinato l'olfatto. Forse sarà l'aria della capitale o forse il fatto che Roma è la città eterna ed è sempre sopravvissuta a tutti i conquistatori, veri o fasulli, ai tanti barbari, che hanno sempre pensato di conquistarla e che alla fine ne sono stati conquistati o sconfitti. Ora i "nuovo barbari" sembrano rivolgere le armi contro se stessi , sono proprio ai ferri corti tra di loro. Bossi apertamente minaccia , sembra prendersela con il malcontento di Maroni e della base. Inutile nasconderlo , nella Lega si è aperta in silenzio la successione. L'aria che tira è quella di fronda, è l'odore del chiuso, della cospirazione, questa non è più l'aria fresca proveniente dalle alpi. Quella è solo un ricordo e oramai spira in altre direzioni.

Il governo però regge, dice il premier, poco importa se con i voti di Scilipoti. In questi giorni tra l'altro è finita la paura anche per i peones del Parlamento, tutti hanno maturato il diritto alla pensione. Era ora, adesso si può anche rischiare o osare un po' di più. Fino a che punto è lecito spingersi? L'impressione è che non si andrà molto lontano in queste condizioni, tutti contro tutti. Si tenterà di vivacchiare per le ferie. Forse davvero ha ragione chi dice che per il bene del paese è ora di andare a casa. Per il bene di tutti è giunta l'ora di una fase politica nuova, di un governo di ampie coalizioni, che sappia unire il paese e le classi sociali in uno sforzo comune, tutti assieme, prima che "cali davvero la notte", prima che finiscano del tutto le speranza, prima che avvenga l'irreparabile. Resta ancora un po' di questo giorno, varrebbe la pena tentare prima che sia troppo tardi, servirebbe solo un colpo di reni , una presa di coscienza, un pizzico di responsabilità, di generosità, di preparazione, di coerenza. Chi vuole costruire il domani, per forza di cose deve cominciare a scardinare questo vecchiume dalle fondamenta, chi può non abbia paura di osare, in fondo l’ha fatto anche Fini.

Ivan Zatti, Iseo (Brescia)

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