• AgoraVox su Twitter
  • RSS
  • Agoravox Mobile

 Home page > Attualità > Media > Gli stupefacenti segreti del social media marketing

Gli stupefacenti segreti del social media marketing

Che cosa mette in correlazione un social network con delle azioni di marketing? I social media sono progettati per assumere informazioni sui gusti, i desideri, i bisogni e le probabilità che un prodotto venga acquistato? I prodotti futuri continueranno ad essere imposti ai consumatori oppure saranno gli utenti del web che progetteranno i loro prodotti? Sono gran belle domande a cui il social media marketing è destinato a dare delle risposte.

I social media non sono tutti uguali

Con il termine social media, innanzitutto, si definisce una categoria molto ampia di applicazioni, modelli di interazione, soluzioni e architetture. Se parliamo dei più conosciuti, Facebook, YouTube, Flickr, Linkedin, Twitter sono tutti molto diversi tra loro, sia per peculiarità e architettura, sia per tipo e target di utilizzo e per livello di interattività. Facebook utilizza le relazioni personali per attivare a vari livelli gli utenti e possiamo dire che nessuno è totalmente passivo, la necessità di interagire è la sua vera ragion d'essere ed è sicuramente su questo che ha costruito la sua appiccicosità. Ma è anche su questo che ha stentato a costruire un modello di business solido e, a tutt'oggi, c'è chi sì chiede a cosa possa servire essere dentro a Facebook con un marchio e delle azioni di business. La ragione è Facebook stessa, ormai è come stare dentro il web e molte persone pensano che Facebook sia il web perché i suoi spazi sono tutta l'esperienza digitale che hanno finora avuta, con la sola eccezione di avere dovuto aprire una casella di posta per potersi registrare. Twitter e gli altri sono meno praoattivanti, i loro utenti possono consumare tempo e spazio, senza che gli si chieda di interagire. Lo stream dei messaggi a 140 caratteri possono comparire senza che nessuno si chieda chi siamo e perché siamo tanto curiosi di leggere la corrispondenza altrui. Come per i video di YouTube e le foto di Flickr sono costruiti per gli istinti voyeuristici e forse proprio per questo sono più adattabili alla conversione di azioni mirate al marketing come cliccare su un link per raggiungere una gratificazione. La gratificazione social è interagire con un altro essere umano, non è consumare un contenuto.

Nei Social network si consuma droga

La droga che l'utente là cerca per acquistarla e consumarla si chiama serotonina e spesso porta ad assuefazione o a dipendenza, a volte vi è un rigetto. Quando qualcuno dei vostri amici scambia quello che succede nei social network per realtà è in preda ad uno stato allucinatorio, sta viaggiando liberato dal corpo e da molti altri bisogni e difficilmente si fermerà per prendere in considerazione qualche soluzione alla sua vita passata, a meno che non sia un amplificatore di quegli effetti benefici di straniamento e di esaltazione della virtualità. Spesso sono i giochi che esaltano lo stordimento e la bilocazione. Se si vuole agire per fare del marketing con questi stati mentali bisogna che il soggetto agisca con un tutor, un personaggio che sappia agire dentro il suo stato d'animo senza creare controeffetti depressivi. L'influencer è la figura che ha quella credibilità ed autorevolezza che permette un ritorno momentaneo alla realtà, magari dopo animate discussioni dentro le bacheche dei vip. Non è lo slogan, il messaggio costruito dall'agenzia pubblicitaria che in questi casi crea attenzione, ma la persona reale. L'engagement è, quindi, quel grado di ritorno all'attenzione necessaria per compiere delle azioni di marketing dentro i social media.

La scoperta di quello che non si cercava, la serendipità.

Nei social network e nei social media la dinamica si differenzia sostanzialmente da tutti gli altri luoghi perché qui si ricerca senza sapere che cosa cercare. E' l'effetto Paese dei balocchi, gratta e vinci, Pescecane-balena, Lucignolo, Padre Geppetto e Fata Turchina. In un non-luogo dove la ricerca è passare il tempo fuori dal tempo i parametri di flusso spazio/temporale sono totalmente differenti. Si viaggia in una dimensione in cui la vacanza è intesa come atto del vagare e al tempo stesso essere assenti dal proprio ruolo. Per questo è difficile creare dei modelli di business di tipo tradizionale dentro i social media, in qualche modo sarebbe meglio che si creassero da sé, in modo casuale. Perché la casualità è la condizione logica dentro la quale non vi sono percorsi, palinsesti, ancoraggi e landscape, ma questi oggetti sono sostituiti da flussi mentali, conversazioni e sollecitazioni di contatti e indirizzi esterni creati dall'attenzione casuale. L'agenda delle cose importanti per il mondo è sostituita da quella delle cose necessarie per sublimare e dondolarsi nel cielo.

I social media sono motori di ricerca senza keyword

Quando io decido di usare una piattaforma social mediatica inconsciamente faccio una ricerca con una parola chiave che è sempre la stessa: Me. Quindi il social media marketing riguarda me stesso e la metrica sono sempre io, sono io che decido quanto devo interfacciarmi perchè il prodotto mi trovi, quale matrice usare perchè il mio umore non sia falsificato e condizionato, sono io che decido come e da chi farmi suggestionare. Perché l'algoritmo del mio motore di ricerca è nascosto dalla consapevolezza che mi posso fidare delle persone che conosco e della sequenza di risultati che mi daranno senza che io chieda nulla. Come quando lanciando le monete i ching rispondono con l'esagramma: L'unione fra gli uomini nelle terre selvagge ha successo. E' propizio attraversare il grande fiume. Il nobile deve essere perseverante sulla retta via. La sincronicità e non la casualità sono la misura della serendipità , l'engine delle ricerche social mediatiche.

Questo articolo è stato pubblicato qui

Lasciare un commento

Per commentare registrati al sito in alto a destra di questa pagina

Se non sei registrato puoi farlo qui


Sostieni la Fondazione AgoraVox







Palmares