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Gli operai della Fincantieri protestano, a Palermo occupati i binari

In diverse città gli operai della Fincantieri hanno organizzato manifestazioni di protesta contro il piano industriale che prevede numerosi “esuberi”.

A Palermo sono stati cinque i treni regionali cancellati a causa della protesta degli operai di Fincantieri che contestano il piano esuberi previsto dall'azienda, dopo aver sfilato per le vie della città, paralizzando il traffico veicolare per circa un'ora, dalle 11,10 fino alle 12,10, occupando simbolicamente i binari della stazione centrale e creando notevoli disagi al traffico ferroviario.

I lavoratori criticano il piano esuberi dell'azienda (140 unità) e il ridimensionamento della produzione. I sindacati accusano l'azienda di avere violato il patto siglato con la Regione, che prevedeva l'impegno a mantenere i livelli occupazionali in cambio degli investimenti per i bacini di carenaggio.

“Siamo abbandonati da tutti - dicono gli operai -, ma non ci fermeremo. Non ce la facciamo più, vogliamo il lavoro altrimenti andremo avanti ad oltranza”. Ad Ancona è ripreso domenica primo gennaio, davanti ai cancelli della Fincantieri, il presidio dei lavoratori dello stabilimento anconetano contro il fermo produttivo e l'assenza di commesse che perdurano da maggio scorso.

L'iniziativa di protesta, avviata lo scorso 17 ottobre insieme ad altre manifestazioni e sit-in, è ripresa con circa 60 operai. I lavoratori stanno valutando altre forme di protesta. Anche il 2012 si preannuncia duro per lo stabilimento anconetano, uno dei più penalizzati del gruppo a livello di commesse. Nel piano di riorganizzazione l'azienda ha paventato 205 esuberi.

Inoltre traffico bloccato dalle dieci di domenica scorsa in via Soliman a Genova Sestri Ponente dai dipendenti di Fincantieri che stanno scioperando per ottenere garanzie sul futuro dello stabilimento. I manifestanti presidiano gli accessi al cantiere. Sciopero e manifestazioni continueranno in attesa di una convocazione del ministro dello Sviluppo Economico e delle Infrastrutture, Corrado Passera, prevista tra il 9 e il 15 gennaio. Il Pd si è rivolto, con un’esplicita presa di posizione, al ministro.

“E' alquanto riduttivo pensare di affrontare la gravissima crisi della cantieristica navale italiana con accordi separati o con ulteriori misure di mobilità per i lavoratori senza mettere in campo politiche industriali concrete e di rilancio per Fincantieri. Insistiamo sulla necessità che il Governo torni a fare politiche industriali nel settore della cantieristica, come auspicato dallo stesso Presidente Napolitano in visita a Genova mesi fa”. Lo ha affermato il deputato e capogruppo del Pd in commissione Trasporti alla Camera, Michele Meta, commentando le manifestazioni dei lavoratori Fincantieri che sono scesi in piazza a Palermo, Genova e Ancona per chiedere al Governo soluzioni concrete per una vertenza che si trascina da mesi.

Meta ha poi proseguito: “Per scongiurare la chiusura degli stabilimenti di Sestri Ponente e di quelli marchigiani, siciliani e campani abbiamo presentato da tempo tre proposte concrete: in Parlamento è ferma la nostra proposta di legge che prevede la costruzione di navi mangiapetrolio, di cui Fincantieri possiede un brevetto, e che sarebbero finanziate grazie ad un contributo dei petrolieri; da tempo chiediamo di rifinanziare la legge per la rottamazione dei traghetti e delle navi merci che nel nostro Paese hanno anche 60 anni d'età e l'istituzione di un tavolo tecnico con gli operatori del settore per l'innovazione e la costruzione di navi ecocompatibili a propulsione mista elettrica e a carburante”.

 

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