• AgoraVox su Twitter
  • RSS
  • Agoravox Mobile

 Home page > Tribuna Libera > Gli olandesi, Barroso, la UE futura e gli europei che già ci (...)

Gli olandesi, Barroso, la UE futura e gli europei che già ci sono

E’ presto per cantare vittoria, ma pare che l’ UE stia superando la prima seria crisi dalla sua nascita; che si stia diffondendo la coscienza che l’Europa non sia il problema ma la sua soluzione.

Le elezioni olandesi si sono concluse con una netta vittoria degli europeisti, mentre la destra dell’ultra-nazionalista Geert Wilders ha visto diminuire di quasi il 40% il numero dei propri rappresentati alla camera, passati da 24 a 15.

E’ il primo segnale del frangersi dell’ondata anti-europeista che si è alzata in questi anni, non tanto come reazione al processo d’integrazione dell’UE e all’introduzione dell’Euro, quanto come riflesso istintivo di una parte della società del nostro continente davanti alle incognite di un mondo nuovo, la cui evoluzione, per la prima volta da quattro secoli, sembra dipendere ben poco dalla volontà dell’occidente.

Un atteggiamento di chiusura che la crisi ha aggravato, rendendo più attraenti le voci degli anti-europeisti d’ogni ideologia, accomunati dalla capacità d’indicare capri espiatori (l’UE a questo vale come l’immigrato) e scorciatoie apparentemente facili, a cominciare dall’uscita dalla moneta unica.

Sirene cui non solo gli olandesi sembra sappiano resistere. In questa chiave possono essere letti tanto il sostegno di cui gode Mario Monti, europeista senza se e senza ma, presso l’elettorato italiano, quanto la vittoria di Hollande in Francia o la tenuta di Merkel, che è europeista assai più convinta di quanto possa permettersi d’apparire, in Germania.

Non solo. Le discussioni sopra il futuro dell’UE sembra abbiano reso tanti dei suoi cittadini più consapevoli della propria identità europea; del proprio appartenere ad una comunità di valori, prima che d’altro, a cominciare proprio da quelli che hanno trovato espressione nello stato sociale che caratterizza il suo modello di sviluppo.

Un modello tutt’altro che perdente in partenza (anzi, gli stati con il miglior welfare sono quelli che meglio hanno resistito alla crisi) anche secondo José Manuel Barroso, il presidente della Commissione Europea, che ha ribadito ieri, davanti al Parlamento Europeo, che “un sistema di protezione sociale efficace che aiuti le persone in difficoltà non è un ostacolo alla prosperità”.

Un discorso importante, quello di Barroso, specie quando sottolinea il ruolo che potrebbe avere l’Europa, con i sui valori, nella costruzione di un mondo più sicuro e più giusto.

E’ proprio la nostra capacità di dubitare, dico io, il nostro avere ben poche certezze da imporre, dopo aver imparato sulla nostra pelle quale sia il prezzo da pagare all’integralismo religioso ed ideologico, a metterci nelle condizioni, se troviamo modo di parlare con una sola voce, di mediare tra le aree del pianeta che si vanno contrapponendo (Barroso ha parlato della situazione in Siria; ora preoccupa anche quel che è accaduto e può accadere in Libia ed Egitto).

Un ruolo di melting pot delle idee che l’Europa ha svolto da quando ha iniziato ad essere chiamata così; che ne ha fatto il centro del mondo, pur essendo solo una piccola propaggine dell’Asia, e che ne garantirà la prosperità anche in futuro, se avrà il coraggio di non chiudersi in se stessa e l’intelligenza di unirsi.

Barroso, dopo aver a lungo parlato di questioni economiche e monetarie, ha pure auspicato la trasformazione dell’UE in una federazione di stati nazionali, di cui la formazione di veri e propri partiti politici europei sarebbe premessa indispensabile.

Ha perfettamente ragione, anche se il primo ingrediente che manca, per arrivare a questo obiettivo, sono dei capi politici di coraggio e visione pari a quelli di De Gasperi, Schumann e Adenauer. 

Gli europei, invece, hanno scoperto proprio nella crisi di esistere già.

Commenti all'articolo

Lasciare un commento

Per commentare registrati al sito in alto a destra di questa pagina

Se non sei registrato puoi farlo qui


Sostieni la Fondazione AgoraVox







Palmares




Ultimi commenti