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Girovagando per il centro storico di Palermo

La nostra bella Italia possiede un patrimonio artistico inestimabile. La sua salvaguardia e la sua valorizzazione dovrebbe essere un obiettivo primario, in quanto tale compito coincide con la conservazione delle origini, delle tradizioni e della storia del nostro paese. La città di Palermo mostra un’evidente difficoltà nell’assolvere a questo proposito, lasciando un visitatore sconcertato per lo stato di trascuratezza e di degrado in cui si trova il suo centro storico.

 

Traffico, sporcizia, cani randagi, palazzi abbandonati a se stessi sono manifestazioni evidenti di un problema persistente. Una delle prime tappe di un excursus di Palermo è il Palazzo dei Normanni. Già dall’esterno si evince l’esigenza di un’opera di restauro delle sue facciate, ma all’interno si evidenzia come una vera e propria necessità. Dopo aver ammirato la bellezza della Capella Palatina, riaperta da solo due anni al pubblico, il visitatore si dirige verso le scale per accedere alle sale del secondo piano. Vi è una lunga fila (oltre mezzora) e tra il mormorio e il malcontento generale per l’attesa, una signora si accende indisturbata ben due sigarette. Si rimane stupefatti non solo del fatto che nessuno sanzioni questo suo comportamento, ma anche della naturalezza e della non curanza con cui lascia i mozziconi sul pavimento, dopo essersi assicurata di averli ben benino spenti con il piede.

 

Una guida accoglie i turisti in gruppi per illustrare loro questo secondo piano. Le più belle sale del Palazzo, come ci spiega, sono sede dell’Assemblea regionale siciliana. Le sedute del Parlamento siciliano, le riunioni dei capigruppo e conferenze varie si svolgono all’interno di questo scenario. Una commistione tra passato e presente che stona: tra i dipinti e gli affreschi storici sono collocati tavoli, sedie e microfoni e ovviamente l’orario delle visite deve tenere conto degli impegni istituzionali. Al di là di questo, a colpirmi veramente negativamente è lo stato in cui vessa la sala pompeiana. La guida ci spiega che lo “scotch” con cui è tappezzata è dovuto ad un terremoto del 2001. Sono passati ben otto anni!

Dal Palazzo dei Normanni la nostra visita prosegue per la Cattedrale, passando per Corso Vittorio Emanuele, principale arteria cittadina. Un’impresa. La zona non è pedonale; le auto sfrecciano non curanti e i pedoni si avventurano per Porta Nuova, passando al suo interno senza l’ausilio di un marciapiede, inesistente in entrambi i lati della strada. Oltre a evitare di essere investiti, c’è da considerare gli alti livelli di inquinamento acustico e di smog. Ne vale però la pena: la Cattedrale di Palermo è veramente incantevole sia all’esterno che all’interno.

Continuo la mia passeggiata per Corso Vittorio Emanuele, dovendo più volte abbandonare il marciapiede, occupato dalle auto in sosta. Arrivo ai Quattro Canti, dove si incrocia via Maqueda, l’altra strada principale del centro. Mi dirigo verso Piazza Pretoria, una delle più belle piazze della città, dominata da una monumentale Fontana. La sporcizia è evidente, come in tutte quasi le strade, dove tra l’altro non ricordo di aver visto contenitori appositi per la raccolta differenziata. A venirmi in mente sono il televisore, il materasso e le due sedie che per ben quattro giorni ho visto passando per Via Ernesto Basile, a pochi passi dall’Università degli Studi di Palermo.

Due cani randagi dormono in tranquillità, in prossimità di un palazzo abbandonato e in stato evidente di degrado che si erge sul lato sinistro di Piazza Pretoria. Non sono i primi cani randagi che incontro, è tutto il giorno che mi passano a fianco senza il minimo stupore di nessuno. Mi tornano sempre più in mente le polemiche sorte negli ultimi periodi per le avvenute aggressioni di cani a danno di persone. Non è neanche il primo palazzo in quelle precarie e penose condizioni che vedo al centro della città. La maggior parte poi sono abitati. Soltanto dopo Piazza Verdi, per Via Ruggero Settimo e proseguendo per Via della Libertà, quartiere commerciale e ricco, si iniziano a vedere i risultati di una politica edilizia a misura del cittadino.

Penso poi alle due persone morte a Palermo per il forte vento delle ultime giornate di aprile e non mi meraviglio. Le ville sono chiuse al pubblico da quel giorno e un cartello informa che riapriranno il 5 maggio. Visitando l’Orto botanico, mi siedo su una panchina e alzando lo sguardo, vedo su di un albero un ramo spezzato, tenuto sospeso in aria da altre fronde. E mi domando inevitabilmente per quanto ci rimarrà.

Commenti all'articolo

  • Di vincenzo smaldore (---.---.---.129) 11 maggio 2009 14:03
    vincenzo smaldore

    Utile apporfondimento su Palermo, che la dice lunga sui nostri governanti!!!

    Perchè non realizzare su AgoraVox una sezione per i reportage?

  • Di Frattaglia (---.---.---.22) 12 maggio 2009 01:48

    Mi sembra che il sindaco di Palermo sia stato scelto per ben due volte dai palermitani...

  • Di Gian franco Mascoli (---.---.---.244) 13 maggio 2009 17:12

    Leggo sempre con interesse gli articoli che trattano problemi di manutenzione, di decoro, di ripristino dei centri storici delle nostre città per tentare un recupero non solo della nostra storia, ma anche un recupero di dignità delle nostre istituzioni che dovrebbero ben riflettere sullo stato di abbandono e di degrado in cui versano spesso le opere d’arte che poi, sono quelle che determinano in massima parte i flussi turistici.

    Colgo l’occasione, gentile sig.ra Marina Bernabei, per far presente a Lei e, suo tramite,anche a coloro che si occupano della Cosa Pubblica, dell’esistenza di un innovativo sistema stradale che cambia il concetto di strada così come si è inteso fino ad oggi soprattutto per i centri storici e per i nuovi insediamenti: oramai da secoli la strada è considerata solo come luogo per congiungere il punto A con il punto B; essa si è evoluta molto sia sul piano della sicurezza che su quello dei materiali, ma, fino ad oggi,non si è mai preso in considerazione anche il lato storico/estetico unito a quello pratico.

    Il sistema stradale GIMAS è riuscito a coniugare felicemente questi due elementi proponendo strade che riescono ad avere piani stradali sempre in ottimo stato manutentivo, che conservano le caratteristiche storiche dei lughi che attraversano e che permettono anche di poter raggiungere il sottosuolo con i suoi sottoservizi con estrema semplicità senza più dover intervenire in modo invasivo, senza dover interrompere i flussi veicolari e consentendo interventi notturni in quanto silenziosi ed economici, in quanto rapidi.

    Il sottosuolo,ampliando il concetto poco prima accennato, sta sempre più assumendo maggiore importanza nello siluppo delle città e nell’efficienza della vita lavorativa ed urbana.
    Il sistema delle reti tecnologiche che vi è allogiato è indispensabile per l’organizzazione della vita comunale e per le necessità dei cittadini. E’ un patrimonio naturale ed infrastrutturale,che per molti anni è stato sottovalutato o trascurato e che, con prepotenza, ritorna alla ribalta per i disservizi o per le carenze, evidenziando la necessità di attenzione, di lavoro, e di investimenti.

    Affrontare le tematiche connesse alle manutenzioni dei piani stradali unite a quelle dei sottoservizi che, nell’era moderna, abbisognano sempre più di frequenti aggiornamenti, risponde anche alla necessità di contenere quelli che sono i costi manutentivi spesso gravosi per le Amministrazione e quindi per i cittadini.

    Ci terrei a far presente che strade ben tenute,con le loro caratteristiche pavimentazioni in perfetto stato non fanno altro che valorizzare i palazzi che si affacciano su di esse ed il centro storico nel suo complesso permettendo, tra l’altro una vivibilità certamente superiore.

    Ringrazio per l’attenzione che spero vorrà riservare a questa mia, e porgo distinti saluti.
    Gianfranco Mascoli
    il sito è: www.sistemagimas.it


  • Di carla gualtieri (---.---.---.170) 14 maggio 2009 11:25

    Grazie per questo interessante pezzo di denuncia. Testimonianze come questa ci permettono di venire a conoscenza di «realtà» che non fanno notizia, e quindi non interessano ai nostri mezzi di informazione. Ma questa è la realtà del nostro vivere quotidiano, che accomuna molte aree del nostro Paese dominate dal malgoverno di una classe dirigente corrotta e collusa con i poteri forti e malavitosi.

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