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Giornata di Libera in ricordo delle vittime della Mafia. Ragazzi in cerca di un futuro

Incontriamo i ragazzi dell’Istituto Rosmini e della scuola media Anna Frank nella biblioteca Pier Giorgio Frassati, nel cuore vecchio della città. Quando si dice che il vecchio ed il nuovo convivono. I ragazzi belli sorridenti, hanno desiderio di parlare, raccontare la loro esperienza vissuta in prima persona, in occasione della giornata organizzata da Libera, in ricordo delle vittime di mafie, che quest’anno si è svolta a Messina.

Una partecipazione la loro, sentita, per marciare insieme ai numerosi partecipanti, tra cui il mondo della scuola, per dire “No alla criminalità organizzata , no all’omertà” e soprattutto ricordare quanti sono morti per mano dei mafiosi. Ogni nome ricordato, una Storia, e tra quelle storie per un giorno anche la loro, fatta di partecipazione, entusiasmo, voglia di esserci. L’anima dei ragazzi è la loro prof, Rita Piperissa, che ci ha tenuto a premiare chi nella scuola tanto dà, come i ragazzi che siedono intorno al tavolo, che si cimentano nei problemi di tutti i giorni, menti pensanti che vivono la loro esperienza con curiosità, interrogandosi su cosa succede intorno a loro. Emozioni ed sperienze che vengono sviscerate, messe in luce e la parola che si ripete più volte è “Partecipazione”.

Lo diceva anche Gaber in fondo che la libertà è partecipazione, un concetto molto sentito come sottolinea Camilla, che ha ancora negli occhi il verde della piazza, così spettacolare che ci ritornerebbe solo per questo. Ci tengono a dire in che modo si sono preparati all’appuntamento del 21 marzo, su come abbiano lavorato allo striscione che portava la la scritta “Siamo noi il Ponte di memoria" con la foto di Dodò, ucciso per sbaglio in un campetto di calcio, in un giorno spensierato della sua vita, spezzata come lo stelo di un fiore di campo.

Dodò che a distanza di tempo continua tra questi ragazzi la battaglia dell’esistenza, alimentando la consapevolezza attraverso il ricordo di quel volto sorridente, che nessuna mafia priverà le giovani generazioni della gioia del vivere e della forza a non arrendersi. La memoria va sempre tenuta viva, fiammella che arde ed illumina le nostre coscienze. Ed infatti a sottolineare bene questo stato d’animo è Francesca che si sentiva parte di un tutto, ad ascoltare le parole di don Ciotti capaci di scuotere gli animi più disillusi. Pensieri, riflessioni che s’intrecciano gli uni agli altri come in una girandola alimentata dal vento, ed in questo caso il vento sono le loro idee come quelle di Alessandra, l’intellettuale in erba del gruppo, riflessiva, conscia di quanto importante sia ritrovarsi insieme a tante altre persone per un obiettivo comune: contrastare la mafia, “un piccolo passo per l’uomo, un grande passo per l’umanità”. Abbiamo posto un mattone per costruire un mondo libero di soprusi ed arroganza.

Ed anche se per lei è difficile la ricerca della verità, ha chiaro il concetto di giustizia: non vendetta, ma pena da infliggere per chi delinque. Un’esperienza di un giorno la loro, che non rimane di certo finalizzata solo al 21 marzo; poiché Messina è la tappa per avere consapevolezza di come vivere il territorio concretizzare un’idea, un sogno,che a volte ha bisogno di un gesto d’amore per sdradicare le radici del male, come Federica sottolinea.

L’altra parola che si ripete tra questi ragazzi, che sono un’esplosione di gioia di vivere, è “Coscienza collettiva”. Concetto espresso bene da Francesco convinto dell’importanza di gesti ed azioni e di un cambiamento che possa far sentire forte e chiara la propria voce, rompere l’omertà uscire dal silenzio, perché il silenzio riduce all’impotenza ed uccide. Ma soprattutto combattere con il cuore pur nella consapevolezza di dover morire come è successo a Falcone e Borsellino, uomini, eroi la cui storia e ricordo abbatte le barriere del tempo e diventa immortale. 

D’altronde questi ragazzi, come Letizia ad esempio, sanno perfettamente di quanto importante sia andare oltre la paura e le minacce, attuate ad arte per chi ostacola gli interessi di uomini che vivono secondo le loro regole, per cui come ci dicono a turno è la legalità che si deve perseguire. Un crescendo, l’incontro con questi giovani che hanno le idee chiare, che non dimenticano donne come Lea Garofalo, morta per dare un futuro alla figlia, spezzando le catene dell’omertà, o Don Puglisi, colui che ha puntato sui giovani e non ha abbassato la testa.

La lezione di legalità, mercoledì 23 marzo l’hanno tenuta loro, specie quando hanno affermato che mafioso non è solo chi uccide, ma chi tiene in vita atteggiamenti di arroganza e prevaricazione che non predispongono di certo al dialogo ed alla ricerca della pacifica convivenza. Unione, organizzazione, forza del dialogo sono gli elementi del cambiamento. Si parte da se stessi per essere come una goccia che alimenta il mare. Tra le pieghe di tutto ciò che è emerso, il nostro incontro si conclude con una frase “Non provare pietà per i morti, ma per i vivi e soprattutto per coloro che vivono senza amore”, citazione tratta dal libro di Harry Potter e pronunciata da Albus Silente. Gli uomini di mafia non sono abituati a sentire umana pietà. Un segno d’amore può abbattere i muri, riscrivere una nuova storia. Loro ci credono. A noi spetta non deluderli facendo tesoro del loro pensare, delle loro esperienze della voglia di cambiare il mondo. Il futuro sono loro ed è a Camilla, Francesco, Francesca, Letizia, Alessandra, Lorenzo, Federica e Ilaria che va il nostro ringraziamento

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