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Giano bifronte e privacy a senso unico

La tecnologia al servizio del potere, fondato sull’ignoranza, non più di istruzione grammaticale e letteraria ma sull’abbandono del senso dell’informazione, quella del cittadino della società, non quella del gossip, che va invece alle stelle. In questi giorni torna all’attacco, sotto nuova forma ed esigenza un ulteriore attacco per l’occultamento delle informazioni al pubblico e per la limitazione dell'informazione giornalistica.

Parlo della legge bavaglio, ignorante (?) dei trascorsi di giustizia per le verità che ha portato alla luce.
E parla in tal senso (la professione di carabiniere gli toglie l'URLO) Pietro, il fratello di Gabriella Campagna, la ragazzina di 17 anni, bestialmente assassinata con un colpo di lupara in piena faccia (12 dicembre 1985) e altri 4 colpi di lupara sparati da meno di 2 metri, su spalla, petto, mano e braccio.
Venne trovata rannicchiata contro un muro, con un braccio alzato in segno di difesa. Una povera farfalla con le ali spezzate prima ancora che nascesse alla vita.
 
La sua sfortuna di avere lavorato per qualche giorno in una lavanderia del vicino paese (per 150mila lire al mese) e aver visto una patente (che non doveva), dimenticata in una tasca di una giacca in lavaggio. A seguito e per merito di un'intercettazione telefonica è stata scoperta e sgominata la cosca mafiosa locale. 2 ergastoli. Su quella barbarie fu prodotto anche un film molto ben fatto, non dico tanto artisticamente, ma perché evidenziante l'orrore dell'uccisione con un risalto maggiore per la fredda oggettività (voluta e meritevole) con cui fu diretto.
 
Il film "La vita rubata", che già dal titolo e dall'articolo "determinativo" usato promana l'urlo per la giustizia, doveva uscire nelle sale nel 2007 ma fu bloccato dall'allora ministro della giustizia Mastella, e uscì solo nel 2009. Da segnalare anche un Dossier sul caso, divenuto poi un libro: "Graziella Campagna a 17 anni vittima di mafia, storie di trafficanti, imprenditori e giudici nella provincia dove la mafia non esiste" (Armando Editore).
 
Noi, invece, per quello che riguarda la tutela personale, stiamo abbassando sempre più la guardia. Una fitta ragnatela di sequel quotidiani che ci rintronano e ci rimbambiscono; sottili enervamenti della facoltà di giudizio le organicamente sistematiche pubblicità, scoperte o subliminali, con l’apparenza che ognuna operi nel proprio settore d’interessi. I veicoli preponderanti sono la TV e Internet. La televisione peggio in quanto raggiunge livelli di diffusione e di agganci profondi maggiori di Internet, che da noi non è ancora diffusa come in altre nazioni. Tempo fa un’anziana signora del popolo, a cui chiedevano se fosse convinta che realmente Berlusconi avrebbe restituita la tassa dell’Imu, replicava convinta: "Certo! l’ha detto in televisione!".
 
Anche ad un maggior livello di guardia, però, tutti non siamo esenti da questi bombardamenti, che acquistano vigore e parossismo man mano che un mezzo diventa a larga diffusione di massa. Una volta (appena l’altro ieri) quando cercavi qualche notizia sul web, formulavi la richiesta e, se andava a buon fine, ti appariva la pagina testuale dell’informazione richiesta. Oggi abbiamo la nevrosi della pubblicità che bombarda, interrompe o addirittura cancella la pagina in lettura. E questo è solo il panorama scoperto, di quello che appare.
 
Tutto quello che facciamo ed usiamo, infatti, è soggetto a controllo ed innesti di possibili suggestioni comportamentali. Dai controlli di telecamere per "questioni di ordine pubblico" a rilevamenti di norme comportamentali viabilistiche, a quelli più sottili e discreti, quali ad esempio i continui possibili rintracciamenti rilevati e registrati dai GPS dei nostri cellulari, tablet, navigatori satellitari. Le nostre telefonate vengono registrate e conservate in archivio per 5 anni, sempre pronte a ciarlare dei fatti nostri in qualsiasi momento e per qualunque interrogazione, lecita o no.
 
Tracciamenti dai prelievi e pagamenti con carte di credito varie. Anche i nostri soldi soggetti a vincoli e controlli. Più di 999 euro in contanti non puoi usare. Lo stipendio o le transazioni di una vendita di una proprietà non possono essere prelevati direttamente in mani personali ma devono essere depositate su conti correnti o altri titoli bancari/postali.
 
Finiti i tempi in cui passavi per il tuo ufficio cassa e ti versavano in mano lo stipendio del mese.
Se hai un deposito di una certa consistenza e vuoi prelevare qualche migliaia euro, costituisce un problema il prelievo immediato. E rientrano in questo caso anche coloro che hanno depositato i soldi del loro TFR a fine lavoro. In più, avendo in deposito dai 5000 euro in su, ogni anno lo Stato te ne preleva 32 (che pacchia, anche per le Banche).
 
Un signore si lamentava perché in banca gli avevano chiesto per quale motivo voleva prelevare.
Poi ci sono i tentacoli delle tracce elettroniche lasciate dagli obblighi a sottoscrivere per avere prodotti o servizi. Nessuno per legge può comunicare i tuoi dati al di fuori dei limiti contrattuali di servizi per i quali li hai dovuti fornire. Però continuano a bersagliarti pubblicità nella tua cassetta delle lettere, fisica o virtuale. Ed è un continuo bombardamento pure telefonico. Anche sui cellulari. Da un operatore, cui tiravo le orecchie perché mi aveva telefonato senza autorizzazione, mi sentivo rispondere: "Eh,, ma allora quando ha utilizzato i nostri servizi, avrebbe dovuto inviarci una raccomandata che non voleva ricevere sul cell nostra pubblicità".
 
Se facciamo una ricerca su Internet per un libro, un Hard Disk o quant’altro, non la smettono più di inviarci offerte e proposte. Anche di notte, se hai acceso il cell per eventuali chiamate di emergenze.
Sull’ Eco Risveglio del 16 luglio c.a., un articolo sull’entrata in vigore dell’obbligo per chi ha armi in casa (anche chi ha nell’armadio il vecchio archibugio del nonno) di dimostrare che non si è potenziali killer o psicopatici, previo certificati medici ASL e del medico di base ovvero un centinaio di euro, più tasse bolli e sovrattasse. L’articolista commenta: “E mentre chi sostiene che dovremmo essere sospettosi di un governo che cerca di disarmare la sua popolazione, perché quando i Khmer Rossi salirono al potere in Cambogia una delle prime cose che fecero fu disarmare la popolazione, i più realistici pensano ai soldi da sborsare… Disarmare solo le masse? C’è materiale per i complottisti”.
 
Come "dice" quel telefilm, "Person of Interest": “Lavoriamo in incognito. Non ci troverete mai. Ma che siate vittime o carnefici, se esce il vostro numero, noi troveremo voi.”.
Distopie o scienza della non-apparenza? E noi? Cosa facciamo? Quel visionario-profeta di Orwell (in ’1984’) scrive ora, avendolo fatto però nel passato: "I proletari non si ribelleranno mai, né fra mille né fra un milione di anni. Non possono farlo...Ciò che le masse pensano o non pensano incontra la massima indifferenza. A loro può essere garantita la libertà intellettuale proprio perché non hanno intelletto...il potere è il potere sugli esseri umani: sul corpo, ma soprattutto sulla mente”.
 
La lettura di libri, riviste ed altro materiale istruttivo, riguardanti argomenti di un certo spessore, si sta riducendo sempre più. Va prendendo piede l’aforisma "il silenzio vale più delle parole", che è e può essere anche vero ma non esaustivamente e come scusa per l’inerzia del pensiero.
Ancora il profeta Orwell: "Giorno per giorno, stiamo riducendo il linguaggio all’osso…Se si elimina la libertà di parola, le facoltà creative inaridiscono... siamo in grado di comunicare il bisogno di libertà o di organizzare una sommossa se non abbiamo le parole né per l’una né per l’altra ?".
 
E Elias Canetti -Massa e potere: "Alcuni raggiungono la loro massima cattiveria nel silenzio”.
Meno parole possediamo e meno abbiamo la possibilità del pensiero, che anche se solo mentalmente, ha bisogno delle parole per potersi formulare. Meno pensiero e meno capacità e possibilità di poterci esprimere, comunicare all’Altro la nostra visione del mondo e quello che in esso sta accadendo.
 
 

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