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Genchi: trascrizione dell’intervista da cui il servizio pubblicato su Left

Trascrizione integrale dell´audio rilasciato da Pietro Orsatti giovedí 12 marzo 2009. L’intervista a Gioacchino Genchi è stata realizzata il 7 marzo

Intervista a Gioacchino Genchi: “Adesso parlo io”

di Pietro Orsatti

Leggi il servizio Pubblicato da Left

Trascrizione integrale dell´audio rilasciato da Pietro Orsatti giovedí 12 marzo 2009. L’intervista è stata realizzata il 7 marzo

Pietro Orsatti (PO): “Il tuo lavoro non é quello di intercettare qualcuno?”

Gioacchino Genchi (GG): “No, assolutamente.”

PO: “Tu non hai mai messo una microscopia?”

GG: “No, assolutamente no. Guarda, io ho fatto una sola intercettazione telefonica in vita mia. Quando abbiamo cambiato casa ed avevo il telefono nello studio, in cucina ed in camera da letto. Io ero nello studio, dovevo fare una telefonata, ho alzato il telefono, ed ho sentito mia moglie che parlava con sua madre. Peró non ci ho capito nulla perché parlavano in sloveno. Questa é stata l´unica intercettazione fatta in vita mia. Ho chiamato subito il tecnico ed ho fatto cambiare l´impianto di modo che, anche a casa mia, se uno alzava il telefono, gli altri dovevano stare isolati. Se quella é un´intercettazione quella si l´ho fatta, ma comunque non ci ho capito nulla perché parlano in sloveno, perché mia moglie é di origine della minoranza slovena di Gorizia”.

PO: “Tu ti sei ritrovato a dover fare un incastro fondamentalmente di dati telefonici ed utenze e questo tu non lo fai solo per WHY NOT, tu lo fai da decenni.”

GG: “Si da sempre. È molto semplice, te lo riepilogo in due battute. Parliamo di WHY NOT ovviamente e non di altre indagini di de Magistris, perché io questo lavoro a Catanzaro lo facevo giá da diversi anni prima in processi di mafia ed omicidio con sentenze che hanno dato ergastoli per stragi, facendo esattamente le stesse cose, anzi forse facendo qualcosa di molto di piú in termini di acquisizione di dati e di intercettazioni.
L´indagine WHY NOT non aveva nessuna intercettazione. De Magistris non ha fatto intercettazioni né sapeva di disporne tanto che quando mi ha conferito l´incarico – leggi bene la relazione che io ho fatto a Salerno sulla presunta acquisizione del tabulato del cellulare di Mastella – nel conferimento dell´incarico di de Magistris non é stato inserito di analizzare ed incrociare le intercettazioni ed i tabulati, perché de Magistris non sapeva quando mi ha dato l´incarico che avrebbe acquisito le intercettazioni. Dopo che mi dato l´incarico, eravamo a fine marzo, de Magistris ha acquisito dalla procura di Lamezia, dei carabinieri si sono presentati da lui ed hanno detto “dottor de Magistris, anni fa noi abbiamo intercettato Saladino in un´indagine per delle minacce che aveva subito e ci sono delle intercettazioni importanti”. Quindi il conferimento dell´incarico é giá il primo atto importante con i quesiti che sono gli stessi quesiti che da piú di vent´anni io ricevo da tutti i magistrati d´Italia, compresi i magistrati che siedono e si sono seduti al consiglio superiore della magistratura,. Quindi se de Magistris deve essere sanzionato perché quei quesiti sono debordanti, illeggittimi etc, bisogna annullare tutte le sentenze di ergastolo che sono state date sulla base di quegli incarichi e bisogna punire tutti i magistrati d´Italia, giudici, pubblici ministeri, presidenti di Corte d´Assise, magistrati che sono ancora in Cassazione e che sono pure alla Procura Generale della Cassazione e che mi hanno dato lo stesso identico quesito e lo stesso identico incarico. L´incarico ripeto non prevedeva di analizzare le intercettazioni telefoniche perché le intercettazioni di Saladino sono sopravvenute al processo WHY NOT, sono arrivate dopo. Le intercettazioni di Saladino mi sono state consegnate da de Magistris quando é venuto a Palermo ed abbiamo avuto una riunione di due giorni (19-20 aprile 2007) a venti-trenta giorni dal conferimento dell´incarico, ed abbiamo fatto una riunione operativa in cui dovevamo trattare altri temi ed alla quale hanno partecipato Woodcock, un ufficiale di polizia giudiziaria di Woodcock, il dottor de Magistris ed il consulente finanziario, il dott. Sagona, un ispettore in pensione della Banca d´Italia. Abbiamo parlato di tutto tranne che di Mastella, di Saladino e dell´indagine WHY NOT perché la riunione atteneva ad altri ambiti di collegamento investigativo con le indagini di Woodcock sulla massoneria in particolare. Questo é forse il punto che ha preoccupato. Di questo comunque ne parliamo dopo.

Quando é venuto de Magistris mi ha portato queste intercettazioni che noi abbiamo trattato nelle settimane successive. Quando abbiamo acquisito i tabulati io ho scritto fino alla noia nelle relazioni successive che bisognava chiedere l´autorizzazione al parlamento per le intercettazioni e per i tabulati dei parlamentari di cui frattanto erano state individuate le utenze. Noi potevano individuare le utenze dei parlamentari che avevano un telefono intestato a loro. Per esempio Prodi aveva un telefono intestato a Romano Prodi che non é stato acquisito perché Prodi era parlamentare. Il senatore di Pietro aveva un telefono intestato ad Antonio di Pietro di cui non si potevano certamente acquisire i tabulati.
Ma se un parlamentare utilizza dei telefoni che saltano da una societá ad un ente ad un ministero e poi un altro ministero e poi alla Camera e poi al Senato, se un parlamentare non utilizza i telefoni a sé intestati e cambia sedici apparecchi con la stessa SIM e la stessa SIM la cambia sei volte intestandola da una parte all´altra, come si fa a stabilire che é un parlamentare? Aggiungo che se un parlamentare attiva a nome proprio decine di schede come é successo per un altro parlamentare di cui sono stati acquisiti i tabulati e le proprie schede vengono date a diverse persone e magari le stesse schede le troviamo in una dinamica di un duplice omicidio, la protezione va a quel parlamentare ma non puó essere estesa a tutti i soggetti, i portaborse, i colleghi di studio, gli avvocati - e forse anche non avvocati – dello stesso parlamentare che ricevono le schede ed usano le schede intestate al parlamentare.
Poi si dice nel rapporto del ROS falsamente che la scheda era intestata alla Camera dei deputati mentre non é vero. La scheda era intestata al dipartimento dell´amministrazione penitenziaria e non solo era cambiata l´intestazione ma era pure cambiata l´azienda telefonica da TIM a WIND e poi da WIND a TIM di nuovo, quindi era una confusione ed era impossibile stabilire se non si faceva il tabulato di chi era quel cellulare che é stato acquisito per ragioni assolutamente diverse. É stato acquisito perché risultavano dei contatti telefonici nel range delle intercettazioni, quando giá sapevamo solo il periodo delle intercettazioni, mentre il cellulare di Saladino si muoveva a Roma ed aveva altri tipi di contatti telefonici prima e dopo che erano giá stati rivelati come di interesse. Quindi si é acquisito immediatamente il tabulato per non perdere il tempo pregresso. Perché qual é il punto di partenza? La test dott.ssa Caterina Merante ha riempito decine di pagine di verbali in cui ha fatto tutta una serie di dichiarazioni che riguardavano una serie di soggetti e di fatti molto gravi con collusioni istituzionali che andavano dai servizi di sicurezza alla politica al giornalismo al mondo degli affari, dell´imprenditoria, della finanza, delle forze di polizia, della guardia di finanza, della polizia di Stato, del ministero dell´interno. Queste dichiarazioni dovevano essere riscontrate. Le dichiarazioni della Merante sono della primavera del 2007 – iniziano a fine marzo – e riguardano fatti precedenti risalenti ai primi anni 2000. Quindi noi avevamo 24 mesi di tempo per prendere i tabulati. Ecco quindi l´esigenza di acquisizione immediata dei tabulati senza poter eseguire quelle verifiche che, quand´anche fossero state fatte, le acquisizioni sarebbero state legittime. Il ROS dice “Genchi si doveva fermare - e lo stesso dice Rutelli - perché quel cellulare era intestato alla Camera dei deputati”. Ma il ROS non dice che fra le stesse acquisizioni diversi mesi dopo, quando io avevo giá individuato che quel cellulare era di Mastella ed avevo scritto al Pubblico Ministero che bisognava chiedere l´autorizzazione al Parlamento. Ma non solo, avevo anche scritto che bisognava chiedere l´autorizzazione al Parlamento anche per le intercettazioni indirette perché cosí diceva la legge Boato. Io non sapevo che di lí a qualche settimana la Corte Costituzionale avrebbe dichiarato illegittime quelle norme della legge Boato che prevedevano l´impossibilitá di utilizzare le intercettazioni indirette dei parlamentari. Quindi (questo era, ndr) il mio scrupolo, il mio zelo istituzionale e la mia perfetta conoscenza delle norme e tutela del mio lavoro e del lavoro del PM. Basta leggere le relazioni che il ROS guarda caso non ha citato. Perché ha dato alla procura generale, che se l´é chiesto perché era su commissione il lavoro fatto, e poi al COPASIR e poi alla procura di Roma, una rappresentazione totalmente alterata della realtá”.

PO: “Ma perché il ROS ha puntato te e perché su WHY NOT?”

GG: “Probabilmente si sono voluti pulire il coltello perché io dal 1989 mi imbatto in delle porcherie fatte dal ROS”.

PO: “Quindi é qui la vicenda, chiamiamola il conflitto tra una parte dello Stato ed un´altra.”

GG: “Io ritengo che abbiano voluto colpire me ben oltre la mia funzione di consulente dell´autoritá giudiziaria per quello che io rappresento, ho rappresentato, per quello che io ho fatto in passato e per quello che é stato il mio ruolo anche all´interno della Polizia di Stato.”

PO: “Tu rappresenti te stesso ed il tuo lavoro.”

GG: “Io rappresento me stesso, il mio lavoro ed una massa enorme di persone per bene con le quali io ho lavorato, compresi ufficiali e sottoufficiali del ROS, magistrati e funzionari di Polizia.”

PO: “Raccontiamola questa storia”.

GG: “Nell´89 c´é l´attentato all´Addaura ed iniziano una serie di sospetti”.

PO: “L´attentato all´Addaura é quello della bomba che poi dicono che non era una bomba.”

GG: “I sospetti si materializzano poi nel ´92 allorché viene riferito ai magistrati di Caltanissetta e prima ai magistrati di Palermo da un maresciallo dei carabinieri, un artificiere, che il congegno esplosivo sarebbe stato consegnato a un funzionario di polizia che si trovava presente sul posto. Io immediatamente con La Barbera svolgo degli accertamenti che riguardavano questo funzionario di polizia che giá per la veritá era indicato per la sua amicizia con Contrada e per alcuni suoi rapporti che aveva avuto a Palermo con (qualcuno, ndr) di molto sospetto e dimostro che quel funzionario di polizia non avrebbe mai potuto ricevere quel congegno che viene maldestramente fatto eplodere e brillare e non consente di stabilire chiaramente come era stato congegnato effettivamente quell´attentato e se si trattava di un vero attentato o se voleva essere solo un´intimidazione. Io dimostro che quel funzionario si trovava in tutt´altra sede in quel momento. Questo maresciallo dei carabinieri é stato condannato per false dichiarazioni al pubblico ministero.
Poi le occasioni per aver lavorato sulla trattativa e per essere stato messo anche da parte, io e La Barbera, quando stava per arrivare l´onnipotenza, diciamo, del ROS a Palermo che avrebbe assicurato, come ha assicurato, grandi successi, come li ha fatti i successi. Sicuramente la cattura di Riina é stato un grande risultato. Peró se si fossero fatte pure le indagini sul covo di Riina, io mi preoccupo di piú di come ci si é arrivati alla cattura di Riina e possibilmente del fatto stesso che Riina sia stato reso latitante per tanti anni. Perché vedi le catture sono certamente un successo dello Stato ma sono allo stesso tempo un successo dello Stato che dimostra l´insuccesso o le connivenze dello Stato per tutto il tempo in cui i latitanti, poi catturati, sono rimasti tali. Plaudire a chi ha catturato Provenzano quando ormai si trovava in uno stato quasi larvale é certamente giusto perché é il risultato di un´attivitá di intelligence di poliziotti che hanno dato la vita e sacrificato affetti”.

PO: “É la fine di un percorso diciamo”.

GG: “Peró io mi chiedo se in uno Stato che si rispetti e che si chiami tale con la S maiuscola possa essere consentito che un soggetto di quel genere possa restare per piú di quarant´anni latitante. E´ veramente un assurdo pensare a questo e che poi venga trovato sotto casa a mangiare ricotta e cicoria solo perché si seguono un paio di mutande. Io non penso che Provenzano si sia cambiato le mutande solo quella volta negli ultimi quarant´anni. Penso che se le sia cambiate altre volte o qualcuno gliele lavava pure queste benedette mutande, no?”

PO: “Ti faccio una domanda. Ritorniamo al ´92. Il ´92 é un anno cruciale per la Repubblica italiana. Sei d´accordo?”

GG: “Si, peró le cose cruciali del ´92 nessuno le dice. Tutti parlano di quello che c´é dopo le stragi e nessuno dice quello che c´é prima. Nel ´92 ci sono due attacchi concentrici al sistema politico: uno viene (dalle inchieste su, ndr) tangentopoli e dalla procura di Milano e da altre autoritá giudiziarie che seguono, alcune bene altre meno bene alcune addirittura male, l´esempio ed il metodo investigativo della procura di Milano ed (un altro, ndr) che viene da un Presidente della Repubblica che inizia a picconare il sistema di cui aveva fatto parte e che lo aveva generato e che si chiama Francesco Cossiga. Si tratta di un Presidente della Repubblica che é giunto al limite del suo mandato ed inizia a togliersi tutti i sassolini dalle scarpe e che fa, oggi si direbbe, “outing”. Un Presidente della Repubblica che viene attaccato concentricamente e viene messo pure in stato di accusa con l´impeachment ed é costretto a dimettersi. Ed é costretto a dimettersi perché c´é un qualcuno che in Italia vuole accelerare, c´é un qualcuno che probabilmente giá studiava od era in pantaloncini corti e si allenava, come accade per i giocatori che sono in panchina, per prendere le redini dell´Italia. E magari per prendere le redini dell´Italia avrebbe voluto pure utilizzare i percorsi dell´autoritá giudiziaria, strumentalizzare alcune inziative ed inchieste giudiziarie. Ma é ancora presto per parlare di questo. I dati sono questi: un Presidente della Repubblica viene fatto dimettere e la strage di Capaci avviene mentre si sta votando l´elezione del Capo dello Stato interrompendo quello che é il corso che quel Parlamento di inquisiti e tutto quello che vogliamo, comunque un Parlamento eletto, si stava dando con la proposta di un altro ben diverso Presidente della Repubblica. Questi sono i fatti di cui pochissimi parlano”.

PO: “Nello stesso momento ci sono alcune aziende che cominciano a muoversi”.

GG: “Di questo non voglio parlare”.

PO: “Peró tu ti ritrovi in quel momento ad essere vice-questore a Palermo.”

GG: “No io in quel momento ero appena appena commissario. Io sono entrato in polizia nel marzo dell´86 e nel ´92 ero commissario capo da poco. Dirigevo la zona telecomunicazioni per la Sicilia occidentale ed in concomitanza delle stragi Parisi mi volle affiancare un ulteriore incarico operativo di direzione del nucleo anticrimine, cioé un gruppo di una sessantina di poliziotti dotati di autovetture velocissime, di armamento e di equipaggiamento per eseguire immediatamente dei blitz e dei controlli, quindi un´attivitá operativa. Infatti sono stati i miei ragazzi a trovare nella collinetta di Capaci il famoso bigliettino con il numero del telefonino del responsabile SISDE di Palermo “NECP300 portare in assistenza”. Vedi caso NECP300 é lo stesso telefono che noi trovammo poi clonato ad Antonino Gioé e La Barbera nel covo di via Ughetti dopo la cattura che fu fatta grazie ad un´operazione di intelligence della Procura della Repubblica di Palermo, dai magistrati Lo Voi e Pignatone.”

PO: “Quindi il 19 luglio tu ti ritrovi un paio di ore dopo?”

GG: “No, un po´ prima. Sono andato in via D´Amelio con il mio autista che ancora si ricorda, ci guardiamo mentre ancora le macchine erano in fiamme, Borsellino ancora fumava per terra, i pezzi di Emanuela Loi cadevano dalle pareti, dall´intonaco del palazzo, e certamente lá era scoppiato un ordigno che non poteva essere stato azionato sul posto. Perché se fosse stato azionato sul posto chiunque…”

PO: “Sarebbe stato come minimo ferito o mutilato”

GG: “No, sarebbe stato un attentato kamikaze e lá non erano stati trovati dei morti se non dei poliziotti e Borsellino. É da escludere che gli stessi poliziotti si siano fatti essi stessi un attentato, e non poteva essere nei palazzi adiacenti perché sarebbe stato travolto dall´onda d´urto. Le modalitá dell´acceleramento nella posa della macchina hanno pure escluso che ci potesse essere un effetto ritardato, cioé che si preme e scatta dopo 5 secondi, perché c´é stata l´osservazione diretta di Paolo Borsellino che é uscito dalla macchina, si é avvicinato al citofono e la macchina era messa proprio all´ingresso del cancelletto di via D´Amelio e quindi é stata quasi collegata all´impulso del citofono.”

PO: “C´é un unico punto.”

GG: “Guardando e considerando che tutta la parte montuosa dell´altura di Monte Pellegrino é inaccessibile eccetto le strade, da cui non si poteva certamente mettersi sul ciglio della strada ed aspettare che Borsellino arrivasse, ho realizzato due ragionamenti. Uno deve essere stato fondamentale l´elemento informativo, quando Borsellino sarebbe andato lá, perché tieni conto che non ci si puó appostare con il joystick in mano per aspettare per mesi e giorni che arrivi Borsellino, qualcuno te lo deve pure dire quando Borsellino sta arrivando. Due ci vuole un punto di osservazione: siccome in via D´Amelio era stata fatta anche l´intercettazione del telefono dell´abitazione per carpire questi elementi informativi e siccome l´intercettazione abusiva poteva essere eseguita solo in un ambito ristretto, non poteva essere eseguita da Londra o da Milano o da Bruxelles, doveva necessariamente essere eseguita da un ambito molto ristretto – allora abbiamo ipotizzato a questo punto che ci fosse un´unica postazione di ascolto clandestino e di avvistamento. Poi abbiamo anche riflettuto su una cosa importante: Borsellino andava da decenni a villeggiare a Villagrazia di Carini, dove si poteva uccidere pure con la fiocina di un fucile subacqueo perché andava lá e prendeva il bagno. Infatti aveva il costume blu da bagno di TERITAL nella borsa che si é sporcata per l´incendio della macchina ma che era intatta. Si trattava di una borsa in pelle marrone al cui interno c´erano il costume e la batteria di un cellulare MICROTAC, la batteria quella doppia, batteria che poi i familiari donarono al fidanzato della figlia e che ha utilizzato fino a qualche anno fa. Per dire come quell´incendio non ha distrutto la macchina di Borsellino, non ha distrutto la borsa, non ha distrutto la batteria che é di per sé infiammabile. L´unica cosa che si é infiammata forse perché era rossa é l´agenda che non si é piú trovata. ”

PO: “Ma questa borsa che passeggia per via D´Amelio (incomp) in quei momenti… quel video é impressionante.”

GG: “Certamente quel video c´é. Magari forse la contestazione di furto mi é sembrata pure a me un po´ eccessiva, peró insomma io non so se le cose che ha detto l´ufficiale – io non le ho lette, non conosco gli atti - siano perfettamente aderenti al vero. Quindi probabilmente la contestazione di furto non ci sta come é stato correttamente osservato anche dalla Cassazione, peró certamente c´é una grossa discrasia di una borsa che conteneva un´agenda e di un´agenda che non si é piú trovata. Non solo, é tutto l´elemento acceleratore della strage dietro questa agenda che sparisce con il tentativo di cancellare gli ultimi giorni di vita di Borsellino. Se poi vai a considerare quando é stata rubata la macchina, la 126 utilizzata per la strage,…”

PO: “Tu ad un certo punto ti ritrovi lí, Castello Utveggio, capisci che sono circolate…”

GG: “Guardo io ti leggo quello che ho giá dichiarato in un´intervista che poi é stata per esigenze (tecniche, ndr) tagliata a proposito della vicenda Castello Utveggio e della vicenda Spatuzza. Tieni presente che dopo la creazione dei gruppi Falcone-Borsellino io li lascio a maggio 2003.”

PO: “Lasci o te li fanno lasciare?”

GG: “No no lascio (incomp). Sono stato io ad andarmene, non é assolutamente vero che mi la fanno lasciare, sono stato io volontariamente ad andarmene. Questo risulta nei processi, non é stato smentito, c´é la mia nota con la quale io rientro in servizio.”

PO: “Perché c´é un po´ di pubblicistica che dice che sei stato allontanato, tu sei stato trasferito un periodo.”

GG: “No, io sono stato trasferito nell´ottobre precedente quando ci fu il tentativo di allontanare me e poi La Barbera. Anche La Barbera fu trasferito. Ed i gruppi nascono perché la dott.ssa Boccassini ed il dott. Cardella in particolare si impongono sul ministero dell´interno e devo dire anche Tinebra, perché queste risorse investigative e queste persone – in particolare il dott. La Barbera, io e basta – potessimo rioccuparci delle indagini. Perché dopo che apriamo il fronte sui servizi, in particolare dopo che apriamo il fronte su Contrada perché sia chiaro, noi siamo stati trasferiti. Ma non era tanto un trasferimento mio e di La Barbera ma lo smantellamento di una struttura della Polizia di Stato perché tutto doveva passare in mano al ROS. Questo é il disegno ancora piú perfido di questa scelta che in quel momento fu fatta”.

PO: “Ma che cosa gli hai fatto ai ROS, che cosa gli hai toccato? C´é un pezzo del ROS che comunque ti ha puntato.”

GG: “Si sicuramente”

PO: “Non del ROS, dell´arma dei carabinieri.“

GG: „No guarda l´arma dei carabinieri lo escludo tassativamente perché l´arma dei carabinieri é fatta di persone serie. Il pericolo é fatto da persone che entrano ed escono dai servizi di sicurezza e dal ROS e che in questi vari passaggi si dimenticano intanto di essere dei carabinieri. Perché é normale e fisiologico che una persona della Polizia possa andare nei servizi di sicurezza, alla DIGOS, all´UCIGOS, allo SCO e poi rientrare e fare il questore o qualunque cosa. Peró la cosa importante é che questo poliziotto o carabiniere che transita che possa andare pure al RIS, alla territoriale, comandare una compagnia, poi comandare un reparto operativo, poi andare al ROS etc, ´sto carabiniere o ufficiale dei carabinieri non deve mai dimenticare di essere un carabiniere e di avere giurato fedeltá allo Stato in quanto carabiniere. Perché se dimentica questo allora comincia ad essere molto pericoloso”.

PO: “Ma é una questione politica?”

GG: “Eh sí, é una questione politica. Io mi occupo di queste indagini con de Magistris e tolgono de Magistris, tolgono me ed affidano tutto al ROS ed il ROS combina il pataracchio che ha combinato secondo me anche in danno dei magistrati di Catanzaro perché Iannelli non é colui che ha avocato l´indagine. Iannelli é colui a cui é stata prospettata una rappresentazione totalmente falsa di quelle indagini illegali che il ROS ha fatto su de Magistris e su di me. Io vado da Mentana e Mentana subito dopo la mia trasmissione viene cacciato. Viene messo un nuovo conduttore di MATRIX che la prima trasmissione che fa é con Mori del ROS. Un bravo giornalista, Nicola Biondo, fa un´inchiesta sul ROS sull´Unitá e qualche giorno dopo stavano per chiudere l´Unitá. Io adesso non vorrei peró comincia ad esser molto preoccupante. Qui il vero problema ed io l´ho scritto nel mio blog é l´attuazione della direttiva Napolitano. Io mi augurerei che Napolitano, che ha fatto quella splendida circolare che voleva evitare concentramenti di potere e di informazione su questi organi di Polizia che operano all´esterno dell´ambito istituzionale e giurisdizionale dello Stato, se non ha avuto la forza di farla valere come ministro dell´interno quantomento abbia la forza di farla valere come Presidente della Repubblica”.

PO: “Prima facevi un accenno alla massoneria.”

GG: ”La massoneria oggi bisogna porla in una dimensione diversa da come siamo stati abituati. Io mi sono occupato in numerosissime occasioni di indagini sulla massoneria ed ho realizzato una conclusione. Sono state fatte intercettazioni, sono state fatte perquisizioni e per i ricordi che ho io tutti i soggetti a cui sono stati trovati i paramenti massonici, i grembiulini, sono stati sempre prosciolti alla fine delle indagini. Magari c´erano condotte riprovevoli dal punto di vista morale e politico peró di reati nemmeno l´ombra. Il vero problema é invece quando i grembiulini non si trovano, i cosiddetti affiliati all´orecchio. I veri problemi non sono le singole logge, che poi tra l´altro sono sempre in lite tra di loro, i veri problemi sono quando queste logge vengono aggregate e si autoaggregano anche senza volerlo per la sola volontá di chi sta facendo le indagini. Ritengo che in questo de Magistris e nel mio piccolo forse anche io abbiamo avuto il primato di aggregare delle logge e delle consorterie massoniche o paramassoniche che possono poi anche chiamarsi Compagnia delle Opere o Opus Dei. Qualcuno quando pensa alla massoneria pensa solo ai compassi, solo a Gelli, pensa solo ad una cosiddetta massoneria laica. Io vi invito a leggere il libro di Pinotti, quello che c´é sull´Opus Dei e vi assicuro che esce fuori un quadro di Gelli persino quale campione di democrazia al cospetto di quelle che emerge dall´Opus Dei, se sono vere le cose che sono scritte in quel libro”.

PO: “Quindi questa componente continua ad esistere, si parla addirittura di nuove possibili logge coperte.”

GG: “Sí sono tutta una serie di aggregazioni e sub-aggregazioni che ormai utilizzano internet e non utilizzano piú le regole della tessera, del numero e del codice e che utilizzano un sistema di accordi trasversali specie con la frantumazione dei partiti e delle ideologie, con il valere degli accordi trasversali dei sistemi degli inciuci che partono dal mondo della politica per arrivare a quello della finanza passando e controllando totalmente il mondo dell´informazione. È evidente che in una situazione di questo genere specie se questi soggetti apparentemente disgiunti vengono attaccati contemporaneamente é chiaro che si uniscano. Infatti l´unisono anche parlamentare degli attacchi che si sono avuti all´attivitá ed al lavoro del dottor de Magistris ed in particolare al mio con una mistificazione di numeri e nomi senza uguali che ha lasciato persino di stucco alcuni parlamentari. Io ovviamente non posso dire chi ma io sono stato contattato da diversi parlamentari che sono rimasti assolutamente stupiti di quello che é accaduto. Non riuscivano a capire il come ed il perché. Il come ed il perché sta nel fatto che pochi ma buoni si sono uniti ed hanno orchestrato l´inciucio”.

PO: “Davvero pochi?”

GG: “Fortunatamente si, sono pochi ma buoni nel senso di peggiori“.

PO: „Cioé che controllano comunque il sistema informativo“.

GG: “Si, controllano il sistema informativo ed hanno cercato di controllare il sistema parlamentare. Peró secondo me non ci sono riusciti.”

PO: “Dici che qualche anticorpo c´é ancora?”

GG: “Si io credo che il nostro Parlamento e la nostra politica abbiano dei grossi anticorpi.”

PO: “Ma Mentana si é auto (incomp.)? Aveva giá lanciato dei segnali. ”

GG: “Mentana é stato un incontro-scontro interessante. Io non conoscevo Mentana, mi trovavo alla redazione della Sciarelli, a CHI L`HA VISTO, e stavamo per andare in trasmissione. Mi ha chiamato un mio amico che é un regista della Sciarelli dicendomi che un suo amico che é un regista che lavora con Mentana voleva contattarmi e voleva sentirmi perché Mentana voleva fare una puntata di MATRIX con me. Contemporaneamente mi é giunto un messaggino di Mentana sul cellulare. Ci siamo sentiti, io gli ho dato la disponibilitá e gli ho detto se aveva bisogno di qualche argomento. Mi ha detto che pensava a tutto lui e che stava organizzando. Gli ho chiesto allora di sapere cosa stava organizzando anche per prepararmi e mi ha detto che era tutto a sorpresa e non poteva dirmi nulla. Io non ho insistito anzi ho apprezzato la serietá di un giornalista che voleva lavorare sull´elemento sorpresa anche per animare la trasmissione. Quindi mi ha invitato per il pomeriggio successivo per andare agli studi e registrare la trasmissione. A questo punto ho detto no: io vengo con piacere ed accetto qualunque tipo di sfida con lei visto che sará certamente una sfida da come si sta palesando peró io vengo in trasmissione solo a condizione che la trasmissione sia in diretta. Mi ha detto: “Ma dai che facciamo tardi, cosí poi la vediamo in TV e magari stiamo assieme la sera.” Io ho detto: “No, mi dispiace Mentana, ma io non vado in trasmissioni registrate.”

PO: “E lui ha accettato?”

GG: “Lui ha accettato ed ha detto “non c´é problema. Anzi cosí abbiamo pure un po´ piu´ di tempo per preparare i servizi e lavoriamo meglio anche nel pomeriggio”. Io non so che tipo di permessi abbia chiesto lui peró certamente lui voleva fare una trasmissione per rilanciare il presidente del consiglio. Lui probabilmente era andato sotto con l´intervista a Di Pietro e Saviano ma con la mia si voleva riprendere perché c´era un cartellone enorme che mi sono sentito male quando sono entrato in quello studio e nel vedere quella gigantografia con le dichiarazioni del presidente del consiglio. Tra l´altro mi ha anche fatto dire prima quello che io avevo giá anticipato e cioé che secondo me Berlusconi era stato probabilmente depistato quando ha detto “il piú grande scandalo” perché io l´ho sentito quando lui in un´intervista per strada aveva detto “se sono vere le cose che riportano i giornali”, perché lui non era stato in consiglio dei ministri o al copasir e non aveva sentito i servizi, ma si trovava in Sardegna dove forse qualche entitá dei servizi c´é pure quantomeno quelli che stavano costruendo alla Maddalena e di cui mi stavo occupando, peró Berlusconi non aveva modo di avere informazioni in tempo reale ed ha rilasciato una dichiarazione di assoluta gravitá. Ma io che non ritenevo di avere un fatto personale con Berlusconi anche perché devo dire con tutta onestá che dall´indagine WHY NOT Berlusconi non era assolutamente emerso e forse questo é stato questo il guaio perché se fosse emerso avremmo trovato piú solidarietá quantomeno nella magistratura associata ed invece questo non c´é stato. Quindi il presidente Berlusconi si é scagliato diciamo contro di me. Allora Mentana dopo che io difendo il presidente Berlusconi nel senso di dire “secondo me il presidente Berlusconi é stato informato male”, io non posso prendermela con chi ha solo avuto la leggerezza nel riferire al presidente del consiglio un´informazione appresa dalla stampa - infatti io sono un uomo dello Stato e mi tocca difendere il presidente del consiglio indipendentemente dal fatto se l´ho votato o meno – e Mentana mi lancia subito dopo il servizio di Berlusconi che non parlava per strada con gli stessi giornalisti a cui aveva detto le cose che avevo sentito io ma il comizio che aveva fatto dentro un teatro nel quale non aveva assolutamente parlato dei giornali e se sono vere le cose che hanno riportato i giornali ma ha dato per scontato che io avevo intercettato tutti gli italiani. Quindi tra l´altro se avessi intercettato tutti gli italiani avrei intercettato lui e quelli e quelle che parlavano con lui. Quindi avrei avuto quelle famose intercettazioni che molti mi hanno chiesto quando lui ha detto “se esce una mia intercettazione io lascio l´Italia” io sono stato tempestato di telefonate “Genchi tira fuori le intercettazioni di Berlusconi perché cosí facciamo bingo”. Io ho detto mi dispiace ma con tutta la buona volontá io il presidente Berlusconi non l´ho intercettato ma non solo: io non ho intercettato nemmeno le gentili signorine che si sarebbero intrattenute al telefono con il presidente Berlusconi. Con tutto quello che posso fare per l´Italia io vi posso portare intercettazioni mafiose, di assassini, di criminali, degli amici di Saladino che sono in Parlamento ma il presidente Berlusconi purtroppo in questo non c´entra perché se ci fosse entrato forse i destini della nostra indagine forse sarebbero stati diversi. Peró Berlusconi insomma certamente non devo insegnargli io come fare il presidente del consiglio, lui si avvale delle sue fonti informative ed io gli auguro di avere buoni risultati. Peró io devo dire una cosa: devono stare molto attenti a queste sirene che girano attorno ai palazzi. Un grande generale scrisse che un esercito che fonda le sue forze sull´arruolamento dei traditori vincerá le prime battaglie ma perderá sicuramente la guerra”.

Commenti all'articolo

  • Di Vulca (---.---.---.8) 14 marzo 2009 16:27

    Povera Itaca, che tristezza, gli Italiani un popolo di eroi, navigatori, artisti, dove sono più ormai? Solo avventurieri della peggior specie.
    Cosa lasciamo ai nostri figli, ai nipoti, a coloro che ormai anziani non hanno i soldi per la loro dignità, e loro più che altri hanno sofferto nella guerra la fame la povertà, le privazioni e dopo tanti sacrifici e sudori si vedranno portar via la casa, i giovani e le famiglie il lavoro, la costituzione tradita da questi tristi e volgari affaristi della politica che usano anche la mafia pur di restare al potere.
    Che Dio ci aiuti ad affrontare con soddisfazione di giustizia questa triste stagione della storia italiana.
    Resistere, resistere, resistere, ma sopra a tutto RIPRENDIAMOCI LA NOSTRA DIGNITA’, DIFENDIAMO LA PATRIA DA QUESTI SCIACALLI.

  • Di Giorgio Floris (---.---.---.154) 14 marzo 2009 17:51

    Vorrei proprio leggere un commento di qualcuno che ha votato l’articolo non interessante ...

  • Di mauro bonaccorso (---.---.---.60) 14 marzo 2009 21:44

    Giorgio, chi ha votato in modo negativo, probabilmente non è arrivato neanche a metà dell’articolo.
    Complimenti a Pietro.
    Mauro Bonaccorso

  • Di Ultimo avvertimento (---.---.---.203) 16 marzo 2009 01:23

    Attenzione Principe Carlo il Borbone , sappiamo che c’e’ un capitolo inedito nella nuova P2,e che puo’ crollare l’onore di Sansone con tutti i filistei!Ritira in buon ordine sette sataniche neoborboniche, adepte di un certo ex calzolaio di Godrano, falso Re di Svevia, e un giudice neoborbonico a Siena che stai manovrando a favore della patacca ,parente di clan appartenente a Provenzano ,che i tuoi adepti usano contro la legittima erede di Federico II.Altrimenti chiederemo ai Tribunali di scoprire chi e’ la persona molto importante sotto i cappucci rossi!
    Cossiga nel rifiutare medaglie dell’Ordine Borbonico, commento’ che il Borbone si era ormai alleato con ndrangheta, camorra, mafia, servizi e logge deviate!
    Stai attento che il danaro di Camilla non salvera’ il tuo onore!!!

  • Di Gianluca Bracca (---.---.---.140) 16 marzo 2009 22:57

    Aggiungo per informazione questo video.

    Gioacchino Genchi ai microfoni del programma Reality (LA7): "Il motivo della mia delegittimazione nasce dalle indagini sui mandanti esterni della strage di Via D’Amelio in cui morirono il giudice Borsellino e gli agenti della sua scorta".

    "Il mio lavoro è diventato scomodo quando mi sono occupato delle indagini sul verminaio della Calabria", "nella indagine Why Not, senza volerlo, ho ritrovato le stesse persone di cui mi ero occupato nei processi di Via D’Amelio".

  • Di inalto (---.---.---.28) 7 aprile 2009 17:37

    molto interessante

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