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 Home page > Tribuna Libera > Game over (dalla crisi a una nuova vita)

Game over (dalla crisi a una nuova vita)

Si sente in questi mesi parlare insistentemente di crisi, crisi economica e crisi generale… sembra una novità dell’ultim’ora quasi, ma da chi ha occhi attenti questa crisi (chiamiamola così), se esiste realmente (ed esiste), nel vero senso del termine, è stata datata molto prima, leggera, strisciante, in continua e lenta progressione, devastante per il nostro potere d’acquisto.

Molti “esperti” del settore ci propinano la formuletta magica: “c’è crisi, ci sarà crisi,crollano i consumi, l’economia deve ripartire, per farlo dobbiamo consumare".

Attenti, proprio qui risiede il nocciolo della questione: consumare... poi ci torniamo.

Scrissi pochi giorni fa: i valori della tradizione, della nostra storia, sono stati demoliti, demoliti a colpi di merce e consumo, demoliti per affievolirci come insieme di persone, per renderci semplici individui sfornati dallo stesso cliché, ma isolati, in sostanza, uno dall’altro. Il sistema ci ha portato a credere che il passato ed il futuro siano nulli di importanza, che il gioco si svolga solo nel presente, che nulla valga quello che è venuto, che nulla sarà ciò che verrà, che tutto sia nell’oggi, un oggi da usa e getta, da “vado al massimo”.

E così oggi viviamo “le crisi”: ecologica ed ambientale, politica e sociale, economica.

Sulla prima non sono esperto, ma credo molto agli allarmi che ci vengono lanciati sulla salute di madre terra; basta guardarsi intorno, il solo consumo del territorio ci fa rendere conto di quanto succede, basterebbe già il solo contare i morti per frane e smottamenti e per inquinamento dell’aria che respiriamo.

Della seconda ne parlo nei miei vari spazi, non approfondiamo più di tanto qui, ora.

Sulla terza, sulla terza ragazzi ormai ci hanno venduto tutto (anche quello di cui avremmo diritto gratis), che altro possono venderci ancora? Sicuri sia crisi (è anche questo purtroppo) oppure sarà un semplicissimo ritorno alla normalità? Una normalità (molte volte definita decrescita) sicuramente dura, complicatamente drammatica da digerire, “viziati” come siamo, ma finalmente un bel bagno di realtà?

Il sistema ha tramutato in merce tutto quanto è naturale per esistere, la casa, la salute, la scuola, l’amore, il sesso, la politica, lo spirito, ultima in ordine cronologico, l’acqua e chissà quant’altro che ora mi sfugge.

Ora ci parlano di crisi, che bisogna consumare… vogliono, sperano di farlo, portarci via proprio tutto quello che ci è rimasto.

Chi sono costoro che ci annunciavano l’arrivo della crisi, che ci dicono che è presente e vogliono pure darci la ricetta?

Semplice, in ordine, a mio vedere, di importanza economisti (tradotti tra le righe banche) ed industriali, politici, giornalisti

In un recente articolo sul tema li ho sentiti definire (a ragione) quelli che prestano soldi solo a chi ne ha già, quelli che ne vogliono ancora di più, perché li hanno buttati via tutti, se li sono sniffati e fumati tutti nel loro delirio e ci hanno fatto pagare i loro soldi con le malattie producendo cemento e acciaio e amianto e scorie nucleari.

Questa gente ci ha fatto credere che il superfluo fosse il normale, per loro oggi c’è crisi perché non si compra, perché le aziende che producono cose inutili chiudono. Della crisi vera, quella della gente comune, che col passare degli anni perde sempre di più il valore d’acquisto del denaro, a loro importa nulla, ma oggi che non abbiamo più il superfluo da acquistare vivere ci costerà meno, in denari e sacrifici e ci guadagneremo in qualità della vita.

Grazie alla crisi forse ci ribelleremo al sistema, torneremo a sorridere e credere in qualcosa, ad essere uomini liberi, liberi di goderci le cose belle della vita…

…oggi forse la storia è finita.

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