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 Home page > Tribuna Libera > "Fuori dal coro", il solito Mario Giordano...

"Fuori dal coro", il solito Mario Giordano...

Ieri sera, ho guardato a tratti la trasmissione "Fuori dal Coro" di Mario Giordano.

A prescindere dal fatto che mi sembra un po' fuori tempo massimo cavalcare ora l'onda del disappunto e della rabbia contro i vaccini quando invece nella prima fase è stato fatto poco o nulla da tale conduttore per esprimerla a dovere quando la repressione a riguardo era all'ordine del giorno.

Ma forse il prezzo da pagare sarebbe stato troppo alto mentre adesso invece può diventare il paladino delle vittime e di coloro che cercano di far risaltare la verità a tutti i livelli.
Questo perché la verità è peggio della gramigna.
Puoi tentare quando vuoi di sradicarla, ma spunta sempre.
Basta che ti distrai un attimo, torna e si diffonde senza sosta.
Ma ieri sera, Mario Giordano, come aveva già fatto la settimana prima, si è rivelato approssimativo in altri due servizi.
Nel primo è tornato sul tema "immigrazione" perché si vede che ha ordini dall'alto di intervenirvi spesso ma di farlo comunque sempre in modo parziale e superficiale.
Riferendosi alla Tunisia, in cui ci sarebbero 700.000 persone pronte a venire clandestinamente in Italia (senza citare ovviamente nessuna fonte autorevole e veramente credibile in grado di dimostrare tale dato), perché non ha parlato dell'ultimo scandalo avvenuto proprio in quel Paese in cui sono state sequestrate tonnellate di rifiuti provenienti dall'Italia su cui le mafie nostrane fanno soldi a palate (vedi link: https://enseigner.tv5monde.com/.../tunisie-non-aux...) ?!         
 
Ed è stata scoperta soltanto una filiera fra tante, ennesima componente di un traffico che dura da anni, anche perché in Italia si stanno esaurendo le zone in cui scaricarli.
Detto questo, l'Africa deve forse continuare a rimanere l'immondezzaio del mondo?!
Detto in parole povere, l'Occidente può tranquillamente arrogarsi il diritto di saccheggiare ed inquinare a man bassa l'Africa e nel contempo respingere tutti i disperati che decidono di lasciare quel continente perché privi di prospettive che sono state loro tolte proprio da quelle azioni criminali.
 
Come vedere il bicchiere mezzo pieno quindi.
Ma il Dottor Giordano poi si è superato, affermando che, la Tunisia non essendo un Paese in guerra, non vi possono essere profughi legittimati a venire qui in provenienza da quei lidi.
A prescindere dal fatto che la maggioranza di essi provengono dall'Africa subsahariana, converrebbe ricordare al Dottor Giordano che un profugo può definirsi tale anche quando fugge da un Paese governato da un regime totalitario o comunque da un governo che viola costantemente e in modo sistematico i diritti umani.
 
E qui casca il palco perché guarda caso la Tunisia sta vivendo attualmente una situazione in cui i diritti umani vengono sempre più violati e questo fin dal cambiamento (in senso autoritario) della sua Costituzione avvenuta nel luglio scorso.
Restrizioni alla libertà di parola, violenze crescenti contro le donne e limitazioni arbitrarie dei diritti e libertà individuali dovute allo stato di emergenza del Paese sono ormai all'ordine del giorno e in continuo aumento.
 
Ultima cosa: su base annua è ancora la Libia il principale Hub dell'immigrazione clandestina e non la Tunisia.
 
Ritengo che questa omissione nel servizio di ieri sera non sia stata affatto casuale, perché l'Italia ha forti quanto incontestabili responsabilità nel mantenimento di tale situazione per ovvi interessi relativi allo sfruttamento delle ingenti risorse fossili presenti in quel Paese.
Di conseguenza, non era il caso di farlo presente a milioni di telespettatori.
La corsa all'approssimazione giornalistica di tale trasmissione è poi proseguita con un servizio sul calo vertiginoso delle produzioni di pomodoro e patate.
Per capire la questione "pomodoro", sarebbe stato molto utile intervistare il giornalista francese Jean-Baptiste Malet, autore del libro "Rosso marcio" (per anni censurato in Italia) che rivela attraverso prove inconfutabili il coinvolgimento di tre grandi multinazionali italiane che fanno montagne di soldi commerciando illegalmente pomodori di origine cinese all'interno dell'area della UE.
 
Poi, la crisi della produzione di pomodoro nel nostro Paese è dovuta essenzialmente al cambiamento climatico (più sole e meno acqua) e all'esplosione dei prezzi di tutti gli elementi della catena produttiva e della logistica dal 2021 ad oggi.
Praticamente tutti gli aumenti hanno superato abbondantemente il 100%.
 
Quindi, contrariamente a quanto riferito nel servizio, la concorrenza di altri Paesi (fermo restando le importazioni svolte illegalmente all'interno dell'area della UE e denunciate nel libro citato poc'anzi) appare alquanto marginale in tale fenomeno.
Infine, la produzione di patate nel nostro Paese è sempre stata molto ridotta, al punto che non conviene molto produrle.
 
Infatti, i produttori rimasti si sono orientati più sulla qualità delle stesse che della quantità.
Perciò appare del tutto logico che le importazioni siano aumentate a fronte di tale fenomeno.
Questi sono ennesimi esempi di servizi giornalistici realizzati più per fare effetto ed innescare il solito meccanismo delle paure indotte, piuttosto che rivelare la realtà dei fatti nella loro interezza.
 
Senza se e senza ma.
Ma vedo che di "se" e di "ma" ce ne sono davvero tanti in trasmissioni del genere.
 
Yvan Rettore
Questo articolo è stato pubblicato qui

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