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Fotografiamo le brutture d’Italia, appello di Oliviero Toscani

Oliviero Toscani invita a fotografare le brutture d’Italia per una grande galleria che racconti gli scempi che devastano la nostra penisola!

Un progetto, una ricerca, un’esposizione collettiva in costante aggiornamento che diventa anche un archivio multimediale di grande effetto che ci offra un’immagine veritiera (seppur amara) dell’enorme quantità di brutture che devastano la bellezza della nostra penisola.
 
Si presenta così l’iniziativa del fotografo Oliviero Toscani che ha deciso di lanciare un’iniziativa coinvolgente e sicuramente interessante lanciando un appello attraverso la trasmissione “Quelli di Caterpillar” su Raitre: chiunque abbia a disposizione una macchina fotografica, un cellulare con fotocamera o una telecamera, catturi le immagini delle migliaia di edifici all’abbandono, mura e discariche, ingombri inutili e installazioni ardite che quotidianamente sporcano alcune tra le più splendidi cornici italiche.
 
Il fotografo da Rai tre mostra, come esempio, la Torre di Pisa da un punto della località toscana è coperta da capannoni di plastica e bancarelle. Ma a farla da padrone in Italia è il dramma delle incompiute: opere pubbliche annunciate, in parte realizzate e abbandonate prima dell’inaugurazione.
 
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Lo scempio di ospedali e strade, carceri e stazioni ferroviarie, campi sportivi e case di riposo, aeroporti, garage e dighe che non hanno conosciuto la parola fine. Oppure sono state concluse, inaugurate dopo indicibili vicissitudini ma non attivate. Un’epidemia che in questi anni si è estesa dalla Sicilia alla Valle d’Aosta, dalla Campania al Veneto, dalla Calabria al Piemonte.
 
“Ha trionfato la logica del fare per fare”, sostiene Bernardino Romano, professore di Pianificazione e valutazione ambientale all’Università dell’Aquila attraverso le righe di Pianeta Verde: “Politici e imprenditori hanno raccolto finanziamenti ovunque, a livello europeo e nazionale, costruendo nel loro interesse e non in quello delle collettività. Il risultato è la spaventosa debolezza di progetti che franano al primo intoppo: un cambio di giunta, la crisi di un’impresa appaltatrice, il banale prolungarsi dei lavori…”.
 
Così adesso la terribile questione può divenire opera d’arte, installazione perenne di catastrofiche immagini con uno straordinario effetto: quello di coinvolgere ed indignare lo spettatore non più passivo, che le andrà a guardare e fotografare, sperando in un impatto emotivo che sia di esortazione per non ricaderci in un prossimo futuro.
 
Le immagini si possono mandare via e-mail all’indirizzo: [email protected] e le fasi di progettazione dell’iniziativa si possono seguire su questo sito.
 

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