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Finanziaria: studiare diventa un handicap, gli anni universitari non varranno più per la pensione

 Nel nostro paese il numero dei laureati è inferiore a quello della media degli altri paesi avanzati, ma se l'ultima versione della manovra del governo Berlusconi dovesse andare in porto, c'è da scommettere che le cose peggioreranno. Il governo ha deciso il mantenimento dei provvedimenti di macelleria sociale già decisi nella prima versione di cancellare il "contributo di solidarietà" ipotizzato per i percettori di redditi elevati, compensando il buco agendo sul fronte delle pensioni con l'introduzione del criterio degli "anni effettivamente lavorati" per il computo degli anni necessari all'ottenimento della pensione. Il resto della manovra si compone dell'abolizione delle province e del dimezzamento del numero dei parlamentari, ma questi due provvedimenti sono demandati al futuro, quando e se in parlamento si riuscirà a mettere insieme i due terzi dei votanti per la maggioranza richiesta per le modifiche costituzionali necessarie o al termine del lungo iter che concede l'approvazione a maggioranza semplice, sulla quale comunque incomberà ancora la minaccia di un successivo referendum confermativo. Quindi mese al mese del poi dell'anno del mai e sicuramente oltre la fine del mandato di questo governo. Il classico provvedimento a babbo morto al quale ci ha abituato Berlusconi.

Questo vuol dire che tutti i laureati italiani, abbiano o meno riscattato gli anni di laurea ad oggi versando volontariamente i contributi all'INPS, sono destinati ad andare in pensione almeno quattro anni più tardi 8 aseconda della durata del corso frequentato), quattro anni in più che ora dovranno ora passare al lavoro per arrivare al fatidico limite oltre il quale scatta la pensione. A questi si aggiungeranno un anno relativo al servizio militare per gli uomini che lo hanno fatto e i periodi di maternità per le donne che hanno "goduto" di questo beneficio. Periodi ugualmente esclusi dal computo degli anni "lavorati". Una schifezza inaudita, che difficilmente diventerà realtà, si toglie il contributo da parte di chi percepisce redditi più elevati e si colpisce chi ha studiato, fatto figli o regalato un anno alla patria. E in quest'ultimo caso si tratta addirittura di un servizio obbligatorio, imposto all'epoca dalla stato. berlusconi contro bossi su italia unitaIl provvedimento si presta a tali e tanti rilievi etici e legali che appare impossibile che si possa trasformare in realtà, oltre ad impattare su una platea vastissima d'italiani che reagiranno con prevedibile furore a un'iniziativa del genere. A cominciare dai dipendenti pubblici, per i quali la laurea è un requisito ormai obbligatorio e che vedranno la pensione allontanarsi moltissimo, fino a sparire all'orizzonte, con quelli che hanno già pagato per riscattare questi anni ai fini pensionistici, beffati doppiamente Basta pensare agli insegnanti, che entrano in ruolo sempre più tardi, per rendersi conto che un'iniziativa del genere li condannerà alla pensione d'anzianità nonostante decenni trascorsi tra lo studio e un lavoro qualificato fondamentale per il paese e l'educazione delle generazioni future.

Con tanti saluti ai buffoni come Calderoli che faceva il maramaldo con i calciatori, che adesso non pagheranno nulla e che l'università per lo più non sanno nemmeno dove stia di casa e l'ennesima smentita di quella macchietta di Bossi che aveva tuonato "le pensioni non si toccano". Per non parlare del Berlusconi che non voleva mettere le mani nelle tasche degli italiani, che ora non pagherà un euro di tasse in più e non sarà minimamente toccato dalla manovra, come non lo saranno tutti i possessori di grandi patrimoni che delle pensioni dello stato non sanno che farsene o i grandi evasori. Silvio Berlusconi con Emma MarcegagliaSembra proprio che un'idea peggiore il governo non la potesse partorire e che, a prescindere dalle possibilità che si trasformi in legge così com'è stata annunciata, nei prossimi giorni l'ira dei colpiti esploderà in una protesta furiosa. Il governo dei ricchi ha gettato la maschera e dichiarato la guerra di classe al resto degli italiani, vedremo ora se in questo paese si sono davvero rincoglioniti tutti o se questa banda di ladroni che compone la maggioranza sarà costretta alla fine vergognosa che ha già dimostrato di meritare da tempo. 

Questo articolo è stato pubblicato qui

Commenti all'articolo

  • Di Sandro kensan (---.---.---.7) 30 agosto 2011 12:37
    Sandro kensan

    Io penso che i più colpiti debbano essere i politici e gli evasori, quelli che hanno avuto più soldi dallo stato, poi però bisogna fare le grandi cifre e per questo bisogna togliere la beneficenza o almeno limarla.

    Le grandissime cifre si fanno con le pensioni, con la sanità e con gli sprechi, non ci sono alternative, Dubito che le grandi spese del settore pubblico possano essere limitate, è una questione di sistema e comunque non possono essere limitate in breve tempo.

    Una parte facile da colpire e dove si fanno grandi numeri è la differenza tra quello che uno ha versato e quello che percepisce dallo Stato come pensione: la beneficenza statale che è ingente.

    Se io verso allo Stato 100 mila euro di inps e ottengo 10 mila euro all’anno per 10 anni di vita media che mi rimangono sono in pari con lo Stato altrimenti peso sugli altri e sul debito pubblico. Qui c’è spazio per un ridimensionamento della Beneficenza pubblica, significa pesare meno su quelli che pagano le tasse.

  • Di (---.---.---.177) 30 agosto 2011 13:51

    Oltre a protestare, non possiamo fare niente? C’è qualcuno, non mi azzardo a dire tra i politici, ma almeno tra i sondacati o gli avvocati, che possano organizzare qualcosa di più di una semplice protesta a parole su questa obbrobriosa pensata, che panalizza chi è stato obbligato a prestare servizio militare perdendo anche occasioni di lavoro, e chi ha dato un contributo intellettuale con la laurea, visto che l’Italia è al solito fanalino di coda anche in questo campo.

  • Di paolo (---.---.---.71) 31 agosto 2011 00:06

    La tentazione di riscattare uno o più anni del corso di laurea è venuta anche a me .C’è da valutare il rapporto costi e benefici (perché non te la regalano ). L’indecisione adesso me la tolta questo governo .Azzerano ,ope legis, il periodo universitario ed i sacrifici sostenuti dalle famiglie . Altro bel colpo all’incentivo a studiare in un campo dove già siamo ultimi in Europa.


    Ma la cosa che più mi ha disgustato ed indispettito è la decisione di eliminare il riscatto ai fini pensionistici(che è a costo zero) del periodo relativo al servizio militare . 
    Hanno rubato mesi della mia vita per quella che già allora ritenevo una perdita di tempo incomprensibile ed ingiustificata,senza neanche il minimo riconoscimento di considerarlo almeno con la dignità di un’anno lavorativo.
    Poi ti sviolinano in continuazione l’idea di patria e l’orgoglio di servirla , l’inno nazionale e la retorica di Napolitano.
    Furfanti come i ladri di Pisa.

    A proposito , dalla biografia di Silvio Berlusconi risulta che dopo la laurea (che non ha bisogno di riscattare) ,il nostro eroe , quello che straparla vicino al tricolore,non ha svolto il servizio militare .
    L’avrei giurato , quello che no so è cosa si sia inventato e quali trucchi abbia fatto per sgamarsela .E sarei anche curioso di sapere quanti politici hanno assolto quello che , fino a poco tempo fa ,era un’obbligo per i maschietti. Anche li metterei la firma che sono pochini .
    Oltre che ladri anche vigliacchi., hanno tolto quel minimo di equità tra chi ha svolto un servizio gratuito per il paese e chi nel frattempo ha potuto lavorare e guadagnare.
    Lo dicevo che con questi sarebbe finita male.
  • Di pv21 (---.---.---.28) 4 settembre 2011 20:01

    Mr Tremontisse >

    Dato non contestato è che l’evasione fiscale si aggiri sui 130 miliardi con un trend di crescita del 10% all’anno.
    Il contributo di solidarietà avrebbe portato nuove entrate per circa 2,5 miliardi entro il 2013.

    Dopo averlo “emendato” Tremonti afferma di aspettarsi “molti più soldi” dalle sue misure anti-evasione.
    Una previsione “facile”, se non scontata, visto che da qui al 2013 l’evasione tenderà a salire di altri 25 miliardi.
    La manovra, aggiunge Tremonti, ora “va nel senso dell’equità”.
    Resta la domanda. Cosa “c’azzecca” scambiare la doverosa lotta all’evasione fiscale con la “solidarietà” da chiedere ai più ricchi?
    Tenere i conti in ordine non è una ’performance’ da Pantomima e Rimpiattino

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