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Figli che odiano le madri: una riflessione sui casi di cronaca

Figli che odiano le madri al punto di ucciderle con fredda e lucida determinazione. Il 13 maggio a Cosenza un diciassettene rivolge la sua rabbia contro la madre, spingendola per le scale e facendole battere la testa contro un gradino. Il tutto per una sgridata come succede sempre tra genitori e figli ma che a quanto umiliante da essere vissuta come una difesa dall'invasione di corpi alieni.. Ma non è il solo caso.

Il 25 maggio l'ambientazione del delitto diventa Melito Porto Salvo, nel Reggino, e sulla scena il dramma che va in atto, ha come protagonista una ragazza diciassettene, che uccide a bruciapelo con un arma puntata alla testa la madre. L'arma del delitto, la pistola del padre,agente della Polfer in servizio a Reggio Calabria. Il movente anche qui è il rimprovero da parte della madre: Patrizia, Crivellaro, che aveva vietato alla ragazzina l'uso del Pc e del cellulare , punendola per lo scarso rendimento scolastico.

Due storie, due drammi che hanno come attori principali due adolescenti che con crudeltà ed efferatezza si difendono uccidendo le proprie madri segno di decadenza ed impotenza in un mondo privo di ideali e valori; un mondo che di armonioso non ha più nulla. Adolescenti che ignorano quale sia il margine di confine tra realtà vissuta e realtà virtuale dentro la quale niente è vero, ma tutto diventa lecito.

Adolescenti sempre più soli, senza speranza, individui isolati che condividono le proprie emozioni con un computer o tramite messaggi da cellulare e che li fa sentire protagonisti indiscussi delle proprie vite e ogni cosa ha una sua ragion d'essere. Una volta gli adolescenti condividevano la speranza di costruire insieme un mondo diverso, ma all'improvviso qualcosa si è spezzato e la realtà continua ad essere avara di riconoscimenti con loro.

Inascoltati, senza più miti, valori degenerati si vive in una morale che non ha fede nel mondo e di conseguenza si diventa soggetti in rivolta contro se stessi. Sia ben chiaro, i demoni non sono i social o il cellulare. Assistiamo alla trasformazione epocale di una società che costruisce macchine e svolge ogni tipo di attivita tramite internet. Puntare il dito contro un PC oppure il cellulare significa assolversi dal compito genitoriale, sempre più complicato, sfilacciato ed i figli diventano genitori dei loro padri o delle loro madri.

Gli adolescenti hanno perso il futuro. Quando viene rottamato il passato i progetti si diradano e nella mancanza di una visione d'insieme i ragazzi si difendono non permettendo a nessuno di violare quell'oasi dove forse ancora i sogni vivono. Perdita d'identità, incapacità di dare risposte, esempi che non arrivano da chi dovrebbe si trasformano in segnali di fumo prima di una guerra ed anche un genitore a quel punto viene vissuto come colui che potrebbe danneggiarti l'esistenza.

La prima difficoltà di pensare il futuro è di pensare il presente. (Edgar Morin)

(Foto: Kevin D/Flickr)

 

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