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Fiduciometro del 10/12 (-4 giorni al voto)

 

Tra le notizie di oggi si segnala il passaggio di Grassano, ex leghista subentrato a Cota ora nel gruppo dei Liberaldemocratici, dagli indecisi alla fiducia; Giulia Bongiorno, deputata finiana, è al quinto mese di gravidanza e potrebbe essere assente, quindi la segnaliamo tra i voti incerti, insieme alle partorienti Federica Mogherini (Pd) e Giulia Cosenza (Fli).

Resta in dubbio l'orientamento di Paolo Guzzanti, che sembrava intenzionato a sfiduciare il governo ma negli ultimi giorni ha rimesso in discussione il proprio voto, dichiarando che potrebbe sostenere il governo se verrà modificata la legge elettorale.

Si registra, ancora, tra gli incerti il voto di Silvano Moffa di Fli: sembrava certo il suo sostegno alla mozione di sfiducia dopo la direzione del movimento di ieri, ma oggi ha dichiarato in un'intervista che lavora per evitare la conta del 14 e, comunque, il suo voto è ancora in dubbio. Un altro passaggio dunque verso la colonna degli indecisi.

www.termometropolitico.it
SFIDUCIA FIDUCIA ASTENUTI INCERTI
PD 199     6 (radicali) + 1 (Mogherini: incinta)
206
UDC 35       35
FLI 31     2 (Catone, Moffa) + 2 (Bongiorno e Cosenza: incinte)
35*
IDV 23 1 (Razzi)
 
24
API 6       6
MPA 5       5
LIB-DEM 2 (Melchiorre, Tanoni)
1 (Grassano)  
3
PRI-ADC
1 (La Malfa)
2 (Pionati, Nucara)
 
3
MINORANZE 1 (Nicco)
  2 (Brugger, Zeller)
3
NON ISCRITTI
1 (Giulietti)
1 (Cesario)
1 (Calearo) 1 (Guzzanti)
4
PDL   235     235
LEGA   59     59
NOI SUD   11     11
totale 304 310 3 12 629*

Situazione al 10/12: sfiducia 304 - fiducia 310 - astenuti 3 - incerti 12


AGGIORNAMENTI PRECEDENTI

9/12 (-5 giorni al voto di fiducia)

Novità di giornata: Antonio Razzi passa dall'IDV a Noi Sud (e si presume voterà la fiducia), Massimo Calearo (ex PD e ex API, ora non iscritto a nessun gruppo) si asterrà, Bruno Cesario (ex PD e ex API, ora non iscritto) voterà come già previsto da Termometro Politico la fiducia. Scilipoti, altro dipietrista irrequieto, dovrebbe invece dire sì alla mozione di sfiducia. Intanto mettiamo in bilico i voti di due deputate incinte, Mogherini (Pd) e Cosenza (Fli), e quello di Paolo Guzzanti, che ieri ha parlato della possibilità di rivedere il suo orientamento.

Giuseppe Consolo, considerato tra le colombe finiane, pare voterà la sfiducia, mentre rimane dubbio l'orientamento di Catone (FLI).

Grassano (ex leghista ora con i Liberaldemocratici) darà invece il suo voto al governo.

NB: i deputati che hanno annunciato la propria astensione, come Calearo e i due parlamentari dell'Svp Brugger e Zeller, sono nella colonna degli astenuti. Ricordiamo che alla Camera l'astensione non incide sul quorum per la maggioranza, a differenza che al Senato.

Situazione al 9/12: sfiducia 306 - fiducia 309 - incerti 14

7/12 (-7 giorni al voto di fiducia)

A votare la mozione di sfiducia dovrebbero essere Pd (200), Udc (35), Fli (34), Idv (22), Api (6), Mpa (5), Liberaldemocratici (2), La Malfa, il valdostano Nicco e due deputati non iscritti (Paolo Guzzanti e Giuseppe Giulietti). Il totale, sulla carta, sarebbe pari a 308.

Da questa somma va però sottratto Gianfranco Fini, che è iscritto al gruppo Fli ma - in quanto presidente della Camera - per prassi non vota. Si arriva quindi a 307.

Sosterranno invece il governo Pdl (235), Lega Nord (59), Noi Sud (11), Pionati, Nucara e due deputati non iscritti (Massimo Calearo e Bruno Cesario). Totale 309.

Tra gli incerti, si registrano Radicali (6), Svp (2), e ancora Maurizio Grassano - ex leghista subentrato a Cota, ora con i Liberaldemocratici - e un paio di finiani, vale a dire Giampiero Catone e probabilmente Giuseppe Consolo (ma questo punto sarà chiarito meglio in calce). A questi incerti si aggiungono i deputati IDV Razzi e Scilipoli che hanno dichiarato di non aver ancora deciso. Totale 13.

A Berlusconi servirebbero invece 6 voti favorevoli tra i 13 indecisi - con 315 la mozione di sfiducia verrebbe bocciata -, ma verosimilmente nel centrodestra si punta all'astensione o alla non partecipazione al voto di alcuni parlamentari incerti, eventualità che appare tutt'altro che remota: ci sono molte combinazioni che potrebbero portare a un perfetto pareggio, e in quel caso il governo si salverebbe.

Un'altra possibilità piuttosto concreta è che vi siano alcune ulteriori defezioni tra chi dovrebbe votare la sfiducia - che potrebbero avvenire ovunque -, che unite ad alcune astensioni, potrebbero garantire la bocciatura della mozione presentata dalle opposizioni.

A margine è necessario fare alcune precisazioni. Innanzitutto abbiamo inserito tra quelli che voteranno la sfiducia sia Giulietti che Nicco che non hanno ancora firmato alcuna mozione ma la cui storia personale (a meno di clamorose smentite) non dovrebbe dare adito a dubbi. Nicco è il valdostano e non teme certo per la poltrona, mentre Giulietti è quello di Articolo 21 ex deputato del PDS-PD poi passato a IDV e ora nel misto ma sempre nel vivo di battaglie antiberlusconiane, è uno insomma il cui pensiero è molto vicino a quello di Travaglio, sarebbe una sorpresa clamorosa se votasse la fiducia o si astenesse.

Per quanto riguarda gli altri incerti va detto la SVP ha dichiarato espressamente che si asterrà alla Camera e farà uscire dall'aula i suoi al Senato (al Senato l'astensione vale voto contrario). Tutto questo in cambio della gestione del parco nazionale dello Stelvio o qualcosa del genere, insomma un mercanteggiamento andato a quanto pare a buon fine. I 2 deputati assicurano però che questo è il massimo che possono concedere e non hanno alcuna intenzione di votare la fiducia.

Razzi ha dichiarato addirittura di non aver firmato proprio nulla e che anzi vuole vedere giovedì Di Pietro e Donadi coi quali vuole negoziare evidentemente una rielezione certa alle prossime politiche. A seguito di screzi tra Razzi e Di Pietro pare che infatti questa candidatura non sia affatto certa, anzi, e il deputato in questione non vuole rischiare di non essere rieletto. Pare che sia stato contattato da qualcuno della maggioranza che li ha offerto la rielezione sicura col cdx. La trattativa è ancora in corso.

A Razzi a quanto pare si è appena aggiunto il deputato IDV Scilipoli che ha dichiarato di non sapere cosa farà il 14. In un intervista alquanto delirante sul "Fatto" di oggi lascia capire che da qui al 14 potrà succedere qualsiasi cosa.

Per quanto riguarda i 2 finiani in effetti Catone non ha nemmeno firmato la mozione quindi il suo voto è completamente incerto al momento, un vero e proprio 1X2. Ieri da Vespa La Russa e Sallusti hanno detto di sapere che i voti certi contro la fiducia di FLI sono solo 33, non contando ovviamente Fini che non può votare, non contando il citato Catone e includendo un altro misterioso deputato (Consolo? Moffa?) che pare non intenzionato a votare la sfiducia in nessun caso sebbene abbia firmato. La notizia in realtà è che persino La Russa dà per certi 33 voti negativi verso il governo da parte di FLI mentre fino a non molto tempo fa si ipotizzavano ben più di 2 defezioni. Bocchino, anche egli presente da Vespa, ha ovviamente smentito questo numeri ribadendo che tutti e 35 voteranno compatti, ma noi per essere prudenti lasceremo la certezza di 33 voti più 2 ballerini e questo non perché dubitiamo che in FLI le firme si siano raccolte tutte davvero (come non pare essere successo in altri partiti) ma perché la certezza assoluta non l'abbiamo ancora.

Passiamo ora al caso Grassano, il quale ha dichiarato più volte che avrebbe votato la fiducia negli ultimi giorni, dicendo addirittura che avrebbe convinto pure Tanoni a votarla, salvo poi a sparire un po' dalla circolazione. Tanoni, il suo capogruppo, assicura che Grassano voterà contro la fiducia, ma leggendo l'articolo sembra piuttosto un auspicio che una certezza e c'è il sospetto che la firma sia stata messa in contumacia come è accaduto a Razzi. Non ci sentiamo di ascriverlo né nel fronte della fiducia né nel fronte avverso.

6 radicali sono un caso a parte. Pare che abbiano incontrato ufficialmente una delegazione del PDL capeggiata da La Russa per negoziare alcuni punti in cambio dei quali avrebbero garantito l'astensione. Secondo l'Espresso i punti erano più o meno questi: 1) Intavolare una discussione sull'amnistia (anche questo tema gradito al PDL meno alla Lega); 2) Punire con ogni mezzo Santoro reo secondo i radicali di aver addirittura creato una "dittatura in RAI" (un odio viscerale a quanto pare, che certo è condiviso nel PDL ma piuttosto strano visto che l'ultimo a invitarli in TV è stato proprio Santoro); 3) Rivedere la legge elettorale reintroducendo elementi di maggioritario; 4) Fare votare il prima possibile la separzione delle carriere dei magistrati (altro tema molto caro al PDL). Si è parlato poi di dare ai radicali anche un sottosegretario alla giustizia con delega alle carceri. Insomma se queste fossero le richieste non ci sarebbero dubbi sul risultato e voci riferiscono che l'incontro sia andato molto bene. Il problema in tutto questo è che con un risultato tipo 310 a 310 Berlusconi resterebbe in sella ma quasi certamente chiederebbe elezioni subito da una posizione di forza e certo non avrebbe il tempo di realizzare in questa legislatura nessuno di questi punti, quindi la promessa implicita dovrebbe essere che il PDL candidi i 6 radicali nelle proprie liste proprio come fece nel 1994... Dalle ultime dichiarazioni su "La Stampa" pare che i radicali siano comunque intenzionati a votare no alla fiducia il giorno 14 riservandosi qualsiasi soluzione per il futuro dal 15 in poi. Aspettiamo conferme in giornata per aggiornare la tabella.

Situazione al 7/12: sfiducia 307 - fiducia 309 - incerti 13

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