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Fermo di polizia a Vicenza: non siamo mica gli americani

Era il lontano 1979, quando Vasco Rossi, pubblicava l’album intitolato “Non siamo mica gli americani”. Molto probabilmente già a quel tempo si sentiva la necessità di riportare l’attenzione alla nostra origine, alla nostra natura. Siamo italiani e che piaccia o meno, siamo europei. Abbiamo una grande personalità, una grande cultura, importanti tradizioni e soprattutto non abbiamo mai avuto “nativi” da annientare o relegare in riserve o gestire la tratta di schiavi importati in velieri, galeoni e vascelli.

Il giorno 10 agosto 2020, nella tranquilla città di Vicenza, accade un episodio come molti altri ma certamente non chiaro. Di fatti la stampa locale riporta notizie spesso non collimanti e che comunque non giustificano il polverone che si è alzato. Un ufficiale di polizia, avrebbe aggredito un ragazzo ventunenne di origini cubane, residente a Sarcedo, poiché si era infastidito da una risata dello stesso. Un altro ragazzo facente parte della compagine che accompagnava il ragazzo di origini cubane, ha video ripreso con un cellulare la maggior parte della scena. Mancano però i fotogrammi iniziali in cui si sarebbe potuto comprendere le vere cause dell’accaduto. Ma veniamo alla ricostruzione dei fatti, par quanto possibile, delle immagini mancanti:

la volante sarebbe intervenuta in Piazza Castello a seguito di una chiamata per sedare una lite tra due connazionali. Mentre le Forze dell’Ordine svolgevano le proprie funzioni, poco lontano era presente un gruppo di ragazzi che rideva e pronunciava parole aspre e violente contro i poliziotti. Uno dei ragazzi documentava la scena registrando audio e video, per mezzo di un telefono cellulare. Secondo una ricostruzione del questore Antonino Messineo riportata dalla stampa locale, un agente avrebbe chiesto al ragazzo di Sarcedo di allontanarsi e al suo diniego, gli avrebbe chiesto di esibire i documenti, ma lui indietreggiava continuando a sbeffeggiare e a schernire i poliziotti.

Nella parte del video pubblicata dagli adolescenti sul web, dall’audio non sono comprensibili i dialoghi ma è visibile il ragazzo di origini cubane che tenta di scappare dall’ufficiale di polizia con strattoni e scatti, il quale gli si avvicina per gradi e a questo punto lo afferra per il collo con il braccio e l’avambraccio per immobilizzarlo e ricondurlo ad uno stato di ragione. Tutti i ragazzi e le ragazze attorno urlavano ed intimavano al poliziotto di mollare la presa. Per separare poliziotto e ragazzo è dovuto intervenire un collega dell’agente, quindi scappa per una breve fuga poiché intercettato da altra pattuglia. Per tale motivo il ragazzo è stato arrestato per violenza, lesioni e resistenza a pubblico ufficiale, a seguito della caduta a terra di un agente che ha prodotto alcune ferite leggere. Il ventunenne di Sarcedo è stato processato per direttissima nella mattinata di mercoledì 12 agosto 2020. Nessun provvedimento è stato preso per l’agente che ha tentato di immobilizzare il ragazzo.

I giovani hanno organizzato una protesta pacifica di fronte al Tribunale di Vicenza, sempre nella mattinata di mercoledì 12 agosto 2020. La stampa locale ha fatto riferimento ai fatti di Minneapolis e al blocco dell’agente che fu fatale a George Perry Floyd. Il ragazzo che ha pubblicato il video su Instagram ha chiesto a tutti di “condividere questo atto di razzismo tutti uniti”. L’autore del video ha fatto riferimento anche al movimento “Black Lives Matter (le vite dei neri contano)” molto attivo tra gli afroamericani e che organizza costanti proteste contro il razzismo.

Alla luce di quanto accaduto, documentato e raccontato, ho l’impressione che la volontà sia quella di distogliere l’attenzione da un tema fondamentale e che va ben oltre ogni colore e credo politico, che è quella di rispettare le nostre Forze dell’Ordine. Manca l’educazione ed il rispetto. In primis non esiste alcun motivo per deridere una persona nello svolgimento del proprio lavoro, a prescindere che sia un poliziotto o un operatore ecologico piuttosto che un infermiere. In secondo luogo se un rappresentante delle Forze dell’Ordine ti chiede un documento lo devi esibire. Se non partiamo da punti fermi stabiliti e condivisi non si va da nessuna parte. Il razzismo non c’entra assolutamente nulla, è solamente un alibi per distogliere l’attenzione dal vero problema: giovani maleducati, irrispettosi e privi di ogni senso civico. Se il ragazzo fosse stato italiano, tedesco o russo sarebbe certamente stato trattato allo stesso modo com’è giusto che fosse.

Dobbiamo impedire che il senso civico ed i valori condivisi vengano calpestati e violentati. Attribuire poco peso a questioni apparentemente banali, ha il significato di creare dei precedenti, rafforzare posizioni assolutamente devianti e diseducative. Non si provocano delle persone per ottenere delle reazioni, non si stimolano situazioni che possono degenerare per poi tentare di concentrare l’attenzione su un tema che per fortuna non ha mai riguardato il nostro Paese, se non in modo del tutto marginale e comunque controllato. Noi non siamo mica gli americani!

 

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