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Femminicidio: basta parole

Non si contano più le morti di donne che ogni giorno perdono la vita per mano di uomini che decidono di disfarsene. L'ultimo episodio risale a due giorni fa. Vania, bruciata viva da un suo ex con il quale aveva interrotto una relazione. Prima di morire ha avuto la forza di fare il nome di quell'uomo che l'ha ridotta ad una torcia umana, lasciandola a terra a bruciarsi, consumarsi, come quella relazione che lei aveva interrotto. 

Come in ogni copione che ultimamente si rispetti, c'è l'orrore, l'indignarsi, articoli che riempiono pagine di giornali per poi stendere un velo su ogni vicenda di questo tipo, per riparlarne la prossima volta. Questa pratica cruenta comincia a diventare la normalità. Non passa giorno che le cronache non registrino situazioni o fatti di questo tipo, ma allora a che servono i giornali, i servizi televisivi se poi siamo sempre al punto di partenza? C'è qualcosa che non torna. Mentre da una parte si fa in fretta per dare diritti, si fanno testi di legge per le Unioni civili, dall'altra questi diritti scemano, se le donne sono considerate oggetti di possesso e nulla succede per fermare questa carneficina. Forse è tempo di indignarsi seriamente per chiedere leggi e sentenze più severe, una volta che questi squallidi uomini vengono acciuffati ed incriminati. Forse è tempo di chiedere che i centri antiviolenza non vengano chiusi perché mancano i soldi e, peggio ancora, che la sicurezza di ogni donna non sia un optional. E' arrivato il momento che, quando una donna denuncia, ci debba essere una struttura operativa speciale che controlli i movimenti dello stalker invece di attuare palliativi che puntualmente, nonostante le denunce, conducono a morte sicura le donne.

Nuclei di polizia dove una struttura apposita agisca e per farlo ci vogliono i quattrini. Quanto vale la vita di ogni donna ammazzata se non si trova il modo di fermare questi esseri abietti che non dovrebbero nemmeno respirare e che viene difficile definire uomini? Altro che diritti! Qui, in questo Paese che accoglie in nome dei diritti, ogni giorno una donna muore

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