• AgoraVox su Twitter
  • RSS
  • Agoravox Mobile

 Home page > Tribuna Libera > Evasore fiscale come scelta di vita

Evasore fiscale come scelta di vita

Naturalmente non è un articolo di apologia dell'evasione fiscale.

Tracciare un profilo dell'evasore fiscale è una impresa praticamente impossibile e la ragione è molto semplice: non esiste categoria professionale, imprenditoriale o lavorativa che ne sia immune. Anche le differenze culturalli o i livelli di scolarizzazione non hanno una significativa incidenza sulla decisione di diventare un evasore fiscale, tuttalpiù cambiano i livelli di marginalizzazione in funzione del reddito e le metodologie messe in pratica per farla franca.

L'evasore fiscale è un individuo dotato di spiccata autostima, si tira fuori dalla massa dei pecoroni tosati dal fisco che considera autentici imbecilli creandosi un alibi per certi versi condivisibile: la legittima difesa dallo spolpamento perpretato dalla Agenzia delle Entrate sul contribuente inerme. Ovviamente lo stato è vituperato salvo poi invocarne l'intervento quando le cose vanno male o quando si ha bisogno di cure mediche o interventi chirurgici mentre nel contempo protestano per le carenze infrastrutturali, buche nelle strade, disservizi, ecc... "E che diamine, qua non funziona nulla è un'indecenza, basta, paese di merda!".

L'evasore fiscale a suo modo, e forse inconsapevolmente, è anche un esperto di calcolo delle probabilità, avendo ben presente che, con opportuni accorgimenti e con tecniche di mascheramento collaudate, il rischio di venire beccati vale e di molto la candela in gioco. Alla peggio restano le scappatoie come i condoni, i concordati forfettari, le adesioni con sconto, ecc... Comunque sia se uno ci sa fare e manovra cifre importanti, può permettersi qualsiasi contenzioso e può tirare il fisco alle lunghe potendosi permettere buoni avvocati fiscalisti in attesa di una proposta compromissoria a chiudere la partita. Come dire prendere il fisco per stanchezza, quando addirittura la pratica non cade nel dimenticatoio. Comunque sia, anche nella malaugurata ed estrema ipotesi di venire beccati e dover pagarne in toto le conseguenze, il bilancio complessivo pende sempre a favore del bravo evasore, anche perché per questo delitto in carcere non si finisce mai (o quasi).

L'Italia ha il primato europeo dell'evasione fiscale con oltre il 51% di imposte sottratte pari a circa 180 miliardi di euro l'anno e con un incremento del 13% nell'ultimo anno. Ovviamente l'evasione fiscale si è accentuata negli ultimi anni dal momento che, un giorno si ed uno pure, il governo presieduto dal Cavaliere Silvio Berlusconi ha ipotizzato la solita scappatoia del condono (4 negli ultimi anni), mentre lo stesso premier ha pubblicamente dichiarato, in passato, che "evadere " è legittimo quando il fisco ingordo non è equo nei confronti dei contribuenti , lasciando ovviamente al criterio personale stabilire il livello di congruità. Bisogna dire che oltre a predicarlo l'ex premier lo ha messo pure in pratica se è vero come è vero che deve sistemare alcune cosucce che i magistrati di Milano gli hanno imputato in un processo a suo carico proprio per evasione fiscale su diritti cinematografici, oltre alla costituzione di fondi neri all'estero, ecc....

L'evasione fiscale è uniformemnte ripartita sul territorio nazionale e, a dispetto della propaganda leghista, vanta autentici primati al Nord soprattutto nel Veneto e in Lombardia con un incremento nel 2011 pari al 14,2%. Le aree di evasione sono molteplici: economia sommersa, economia criminale, evasione delle società di capitali e big company, dei lavoratori autonomi e piccole imprese e, udite udite, anche da parte dei lavoratori dipendenti soprattutto con il doppio lavoro in nero.

Tanto per dare un'idea sui numeri, l'evasione annua di imposta per lavoro in nero, che comprende lavoratori extracomunitari e dipendenti con doppio lavoro, è stimata in 34,4 miliardi di euro; l'evasione ascrivibile alle attività criminali è stimata in 78 miliardi di euro, mentre il 78% delle società di capitali dichiara redditi negativi o inferiori ai 10.000 euro o non versa alcuna imposta con una evasione stimata in 22 miliardi di euro, le big company con il metodo del "transfer pricing" spostano i profitti in paradisi fiscali sottraendo almeno 37 miliardi di euro, poi c'è l'evasione di commercianti e lavoratori autonomi che con la mancata emissione di scontrini, notule e fatture sottraggono circa 8,2 miliardi di euro. Infine, dulcis in fundo, c'è l'evasione dell'ICI ,ancorché coperta da una legislazione permissiva e omissiva, degli immobili della Chiesa destinati ad attività di profitto. E' una evasione impropria perché è lo stato stesso che la permette in una sorta di patto con lo Stato del Vaticano.

Le tecniche per evadere il fisco sono sostanzialmente due: erosione ed elusione. La prima consiste nello sgravare l'imponibile con oneri fittizi, false fatturazioni ecc.., la seconda nel nascondere "tout court " i profitti. Nel primo caso si tratta in genere di evasione parziale che può però assumere proporzioni importanti quando si tirano in gioco spese di rappresentanza, immobili e beni mobili ascritti a società ancorché in uso e godimento privato. Nel secondo caso si può arrivare anche alla evasione fiscale totale, ossia semplicemente il percettore dei redditi non compare nei tabulati della Agenzia delle Entrate, è un percettore di servizi ma è un fantasma fiscale.

Dico subito che i tanto vituperati studi di settore non solo non contribuiscono a smascherare gli evasori, specialmente e ovviamente se totali, ma hanno il solo effetto di vessare, quasi sempre ingiustamente, chi le tasse in qualche misura già le paga .

Se pensiamo che la manovra lacrime e sangue di Monti ammonta a circa 25 miliardi di euro, soprattutto articolata su nuove tasse e pochi tagli agli sprechi e ai privilegi, lascio al lettore ogni considerazione.

Ma torniamo al nostro ipotetico evasore fiscale, come dicevo è quasi impossibile tracciarne un profilo standard data l'enorme quantità di variabili in gioco ma sicuramente è ipotizzabile un suo profilo psicologico. Di certo è un egoista che mette la sua persona al centro del mondo, è un asociale nel senso che non riconosce il valore del bene comune, il livello di scolarizzazione è ininfluente e probabilmente ha un curriculum di imbrogli maturati fin dalla prima adolescenza se non addirittura dal furto del panierino ma, soprattutto, è un freddo calcolatore che stima i benefici che può ottenere dall'intraprendere la carriera dell'evasore fiscale.

In spicciolo vediamone alcuni: non paga i ticket sanitari, beneficia dei libri scolastici gratuiti, retta asili nido gratuita, ovviamente evade IVA, IRPEF, IRAP, IRPEG, addizionali comunali, regionali, contributi INPS, non subisce gli effetti di manovre finanziarie se non per la quota delle imposte indirette sui consumi. Come dire niente male se uno ci sa fare e ha una buona stella che lo aiuta. In pochi anni può accumulare un gruzzolo di tutto rispetto, impippandosene della crisi economica ,dello spread e del rischio di default del paese dal momento che può collocare i suoi "risparmi" al sicuro in qualche paradiso fiscale.

L'ultima scoperta, palese per tutti tranne che ai funzionari dell'Agenzia delle Entrate e della Guardia di Finanza, è che i possessori di yatch oltre i dieci metri e fino ai panfili di stazza navale da fare invidia alla flotta da crociera Costa dichiarano tra i 20.000 e i 50.000 euro di redditi l'anno. Chi dichiara più di 1 milione di euro sono soltanto 3.000 contribuenti ossia lo 0,00005% dei cittadini. Eppure basta guardarsi intorno ed è tutto un fiorire di ville, magari con piscina, servitù e auto di grossa cilindrata, mentre gli approdi portuali straripano di scafi di lusso di ogni genere. Ricchezze ostentate in spregio alla povertà di chi vive con stipendi o pensioni da fame e ciò nonostante siano entrati nel mirino della manovra "salva Italia" di Monti. E meno male che doveva essere una manovra "equa". La giustificazione ufficiale è che è colpa dei grandi numeri ossia i "poveri" sono molti e quindi garantiscono un gettito di imposta elevato mentre i ricchi sono pochissimi e quindi l'incidenza è minima, a meno di non vessarli con aliquote sproprzionate che creerebbero crisi di coscienza ai nostri bravi parlamentari ben attenti a non cadere in tentazioni autolesionistiche. Ma siamo matti!

E già il ragionamento non farebbe una piega se l'errore non fosse quello di partenza ossia che i ricchi sono pochi semplicemente perché il fisco non li conosce.

L'ultimo aspetto è politico dal momento che gli evasori fiscali ovviamente accordano il loro voto ai partiti che li tutelano, ossia che scoraggiano se non addirittura penalizzano il ricorso agli accertamenti o utlizzano condoni e sanatorie che riportano l'evasore alla condizione di candida verginella. Un partito particolarmente beneficiato dal voto degli evasori fiscali è sicuramente il PDL, viste le tutele dispiegate, non ultimo lo scudo fiscale per i capitali esportati illecitamente all'estero, sanati con indecenti percentuali variabili tra il 2,5% ed il 7% (!?) .

La proposta di togliere il diritto di voto agli evasori fiscali potrebbe in parte togliere paglia al fienile dei partiti che li proteggono ma vista l'efficienza della macchina fiscale i risultati si vedrebbero alle calende greche.

Concludendo, evadere il fisco, soprattutto in toto sicuramente conviene in una stima del rapporto tra benefici e rischi. Sono richiesti i seguenti requisiti di fondo: nessun senso etico e civico, cinismo, indubbia furbizia, una consolidata familiarità con la truffa o il raggiro ed infine una  faccia di bronzo.

Commenti all'articolo

  • Di (---.---.---.182) 14 dicembre 2011 17:57

    Paolo Mazzanti

    Non perchè abbiamo lo stesso nome ed interessi simili (elettronica), ma io avrei scritto praticamente le stesse cose.

    Aggiungo che l’Agenzia delle Entrate fa spot pubblicitari sui media che mi sembrano poco efficaci. Sarebbe molto più di effetto a mio parere far capire agli italiani pagatori delle tasse che "se tutti le pagassero, chi le paga ora ne pagherebbe più o meno la metà!" e che quindi gli onesti dovrebbero segnalare i disonesti. In questo caso il governo dovrebbe incentivare questo metodo, accettando, come si fa in altri paesi, di fare indagini fiscali sulla base di denunce anonime. Non si tratta di delazione, ma di denuncia di disonestà.
     

  • Di paolo (---.---.---.42) 15 dicembre 2011 14:05

    Ti ringrazio Paolo ,eppure se su quattro lettori votanti questo articolo che ovviamente non ha alcuna pretesa di originalità ,uno si esprime con un no(25%) i casi sono due : o giudica banale o mal scritto l’articolo e allora amen , oppure non è d’accordo sul contenuto ,ossia la pensa diversamente.
    Sarebbe stato interessante saperlo e soprattutto le motivazioni a supporto del giudizio .
    La terza ipotesi è che fosse un evasore fiscale e allora capisco il disappunto.
    ciao

  • Di (---.---.---.106) 15 dicembre 2011 16:16

    Paolo Mazzanti.

    E’ un evasore, non vedo altre ipotesi, altrimenti avrebbe avuto il coraggio di commentare!

Lasciare un commento

Per commentare registrati al sito in alto a destra di questa pagina

Se non sei registrato puoi farlo qui


Sostieni la Fondazione AgoraVox







Palmares