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 Home page > Attualità > Politica > Eutanasia. Non c’è la legge e allora SOSeutanasia

Eutanasia. Non c’è la legge e allora SOSeutanasia

I componenti dell’associazione Luca Coscioni Marco Cappato, Mina Welby e Gustavo Fraticelli, in assenza di una legge che consenta l’eutanasia legale, hanno deciso di un costituire l’associazione “Soccorso civile per l’eutanasia” e di aprire il sito www.SOSeutanasia.it, per fornire informazioni ed anche assistenza logistica e finanziaria alle persone che vogliono ottenere l’eutanasia.

Cappato, Welby e Fraticelli, in un comunicato, hanno dichiarato:

“Forniamo informazioni e, in alcuni casi, anche assistenza logistica e finanziaria alle persone che vogliono ottenere l’eutanasia, quando vi siano le condizioni previste dalla proposta di legge di iniziativa popolare del comitato per l’eutanasia legale.

La nostra azione è un atto di disobbedienza civile nei confronti delle leggi esistenti (che condannano fino a 15 anni di carcere per ‘omicidio del consenziente’ o concorso nello stesso reato).

Risponderemo a tutte le richieste, in nome dell’affermazione del diritto all’autodeterminazione, alla libertà fondamentale di scegliere per se stessi, il proprio corpo e la propria malattia anche nella fase finale della propria vita, in nome dell’effettiva attuazione degli articoli 3, 13 e 32 della Costituzione.

L’Iban attraverso cui ci si può associare o contribuire per le spese legali è il seguente: IT 19 H 02008 09403 000103618070

In particolare, vogliamo affermare la necessità di superare le discriminazioni nei confronti di pazienti affetti da malattie produttive di gravi sofferenze e inguaribili che chiedono l’assistenza medica a morire, ma la cui vita non dipende da un trattamento sanitario.

L’azione di disobbedienza civile proseguirà fino a quando il Parlamento italiano non calendarizzerà la proposta di legge di iniziativa popolare depositata a settembre 2013 e da allora mai discussa in Parlamento, in violazione dell’articolo 71 della Costituzione”.

L’iniziativa dei tre esponenti dell’associazione Luca Coscioni mi sembra del tutto condivisibile, in considerazione dell’inaccettabile inazione del Parlamento.

E, oggettivamente, si ricollega a quanto fecero i radicali quando ancora non era stata approvata la legge che consentì l’aborto.

Infatti i radicali, per evitare i notevoli problemi creati dalla diffusione dell’aborto clandestino, aiutarono concretamente le donne interessate a praticare l’aborto, in condizioni che tutelassero la loro salute.

Foto: SOSeutanasia

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