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Esser donna oggi

Vorrei spendere due parole sulla condizione della donna in Italia all’interno della propria sfera di relazioni sociali.

 

Un argomento molto difficile ed impegnativo per come è difficile inquadrare questo ‘essere umano’ diverso dall’uomo per molte caratteristiche emotive e fisiologiche che non sto qui a riportare, ma esattamente equiparabile ad esso per la sfera psico-emotivo-sociologica.

Proprio perchè diversa dall’uomo, la donna è nello stesso tempo complemento con l’uomo nell’arricchire la variegata fioritura di caratteri e sfaccettature che rendono la vita a due, una realtà in cui vengono saturate tutte le necessità dei due soggetti, dove le risorse accomunate possono assolvere ad ogni compito o funzione necessarie alla realizzazione ed allo svolgimento di una sviluppo sociale all’interno della nostra comunità.

Inoltre tra uomo e donna dovrebbe esistere parimenti una equità in tutti i vari aspetti sociali nel raffronto verso la vita quotidiana, dove sia lui che lei abbiano gli stessi riscontri con il mondo esterno, le stesse valutazioni provenienti dal mondo con cui ci si confronta, le stesse possibilità di crescita, lo stesso peso all’interno di una comune scala dei riferimenti riconosciuta universalmente.

A dar valore e forza al sostegno della donna, che fino qualche decennio fà rimaneva relegata profondamente nella sua ridotta statura sociale, all’ombra dell’indiscussa immagine del maschio repressivo, sono state pensate e messe in atto nella nostra società misure straordinarie che hanno dato alle donne una spinta a risalire la chiglia di questo difficile mondo fortemente maschilista.

Quali sono i problemi della donna che la rendono ancora fragile, in quanto non le forniscono gli strumenti per un confronto paritario rispetto all’uomo?

L’argomento è vastissimo ma cercherò di sintetizzarlo per quanto può essere limitato un foglio di carta su cui scrivere le mie brevi impressioni.

In primis la donna, la casa e la famiglia, è questo l’ambito dove si possono sviluppare ed amplificare le problematiche di costei ed i cui oneri le ricadono totalmente sopra sin dalla notte dei tempi, soprattutto nel momento in cui gli obblighi non le concedono la possibilità di fare libere scelte, come realizzarsi professionalemente con un lavoro o altra aspettativa personale.

La gestione degli oneri all’interno della famiglia, la custodia della casa ed il lavoro, questo è una delle dissonanze che ancor oggi creano disparità, rari sono i casi dell’uomo che custodisce casa e famiglia rinunciando ad una autodeterminazione delle proprie aspettative, purtroppo questo oggi è un dato di fatto scontato per troppi se non per l’intera società.

Poi ci sono gli attriti di coppia, le violenze, le separazioni, la gestione dei figli, il confronto tra religioni diverse all’interno della coppia, etc.

Anche qui si apre un’altro immenso mondo di problemi, in maggioranza dei quali la donna rimane troppo spesso vittima delle azioni e dei soprusi dell’altra metà che è l’uomo con la sua decretata posizione di maggioranza.

Partendo da normali litigi quotidiani si arriva spesso a raggiungere regimi di intollerabilità che scaturiscono nella violenza fisica, psicologica, sottomissioni a sfondo religioso, etc.

Troppo spesso ancor oggi, sentiamo arrivare notizie terrificanti dal ns vicinato fino alle cronache quotidiane, delle multiformi azioni violente portate nei confronti delle donna nello stesso ambito familiare o in rapporti interrotti con separazioni e divorzi che debordano in oppressioni continuative.

Anche qui la nostra società profondamente solidale nel suo profondo, ha generato la nascita di interventi di sostegno come consultori, Telefoni Rosa, Centri antiviolenza, leggi sullo stalking, formazione degli organi di polizia contro la violenza sulle donne etc. risultando quest’ultimi strumenti importanti, ma forse insufficienti a governare queste situazioni familiari complesse che in gran parte dei casi rimangono nell’anonimato e non denuciate come dovrebbero.

Lo stesso mondo del lavoro è un altro aspetto dove la donna si confronta giornalmente con il mondo maschilista e dove ogni attività volta al raggiungimento dei propri obiettivi di crescita nella scala gerachica, le costa mediamente ¼ in più delle risorse necessarie rispetto ad un uomo del suo stesso livello professionale.

Al giorno d’oggi inoltre molti incarichi e funzioni anche se istituzionalmente raggiungibili le sono fondamentalmente negate, vedasi alti incarichi istituzionali o manageriali.

Anche dal versante economico le donne hanno un trattamento mediamente inferiore di qualche punto percentuale rispetto all’uomo, oggi anche questo risulta un’aspetto inaccettabile.

Ed allora come possiamo ancor oggi dichiarare dell’aver consegnato alla donna lo status di parimenti diritti acquisiti nei confronti dell’uomo?

La società odierna è costituita ancora su fondamenta generate essenzialmente per soddisfare le aspettative dell’uomo ed atte a mantenere un distacco con il mondo femminile indefinitamente.

Quanto durerà questo e cos’altro manca per la realizzazione di una reale equiparazione delle aspettative e delle opportunità per l’ emisfero femminile nei confronti dell’altra sponda?

Credo sia tutto nella cultura e nella civiltà dei nostri tempi, ancora non pronta a questo passo soprattutto per mancanza di una preparazione culturale e di una educazione civica che possa mettere un seme da far germogliare in ciascuno di noi sin dall’infanzia, dove uomo e donna sono esseri diversi ma allo stesso tempo equiparabili , di completamento l’uno per l’altro nella sfera psico- affettiva, nei diritti e doveri nel cospetto dell’intera società.

Parte del problema può esser ricondotto anche nella testimonianza che portano i genitori-educatori nei confronti dei figli evitando di riprendere il figlio maschio che gioca con le bambole, inculcando sin dall’infanzia indirizzi un tempo inderogabili per i nostri nonni ed i nostri padri ma oggi profondamente anacronistici.

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