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Erdogan: prove tecniche di regime dittatoriale assoluto

A poche ore dal tentato golpe in Turchia, la frase maggiormente utilizzata sui media è: “Il presidente Erdogan democraticamente eletto dal popolo”…

E’ quel “democraticamente eletto dal popolo” che stride parecchio, con quanto avvenuto in una manciata di ore in una Turchia sottomessa a uno dei regimi dittatoriali più pesanti degli ultimi anni.

Erdogan, non è stato affatto “democraticamente eletto dal popolo” nel novembre 2015. La storia è diversa, ma molti – ne sono certa – non ricordano nemmeno chi sia Recep Tayyip Erdogan e come si siano svolte le ultime elezioni presidenziali che lo hanno visto vincitore quasi assoluto.

Ripercorro brevemente i fatti: circa cinque mesi prima, esattamente il 7 giugno 2015, c’era stata un’altra tornata elettorale, sempre presidenziale. Le cose però, non andarono come ci si aspettava, almeno secondo la visione di Erdogan. La proposta, e le relative trattative politiche, atte a far accettare un governo di coalizione, erano miseramente fallite. Il potere di Erdogan, che pure vinse quelle elezioni, dopo oltre 13 anni di presidenza con maggioranza assoluta, scricchiolava notevolmente.

Per riattestare il proprio potere, Erdogan pensa bene di indire nuove elezioni presidenziali, a pochi mesi da quelle avvenute a giugno.

Come per magia, accadde ciò che anche in altre nazioni europee sta avvenendo con sempre maggior frequenza: Erdogan rivince le elezioni, ma stavolta incassando un bel 50% sui totale dei 54 milioni di elettori, e confermando come, se si vuole ribadire che le elezioni sono manipolate al fine di ottenere esattamente un determinato responso, si può fare.

Erdogan è tutto, tranne che un presidente “democraticamente eletto dal popolo”. Oltre ciò, è tutto tranne che l’attuale presidente di una nazione a regime democratico. Ma questo lo sapete, o dovreste saperlo.

Ora, alla luce del bizzarro tentativo di golpe appena avvenuto, vorrei si riflettesse su alcuni punti, che vi elenco:

- Non appena è stata diffusa la notizia del golpe, Erdogan si trovava già pronto per volare – si dice – verso la Germania

-  Il suo appello alla popolazione - promulgato attraverso una comunicazione video tramite collegamento via Smartphone di una giornalista turca – non appariva esattamente essere un’azione di una persona colta di sorpresa dagli eventi

-  La maggior parte della popolazione, al di là di ciò che viene diffuso per puro amore di propaganda, non doveva essere poi tanto pronta a osannare il dittatore. Piuttosto, avrebbero dovuto sostenere i militari golpisti, considerando il tenore di regime autoritario che incombe su tutto il territorio turco


-  Immediata la reazione di migliaia di persone, in fila presso i bancomat a ritirare denaro

-  Immediata la sospensione delle comunicazioni telefoniche, come da copione golpista

-  Immediato il blocco degli accessi ai social network, come da nuovo copione golpista 2.0

-  Risulta quantomeno strano che, ieri sera e in diretta televisiva, malgrado si continuasse a dire che le comunicazioni e i social fossero stati bloccati, alcuni riuscissero a comunicare in diretta telefonica e televisiva con l’Italia

-  Erdogan, non si sa se davvero in volo verso la Germania, fa in tempo a convincere la popolazione a contrastare il golpe, contemporaneamente continua a parlare in diretta tramite collegamento video telefonico – sempre rimanendo in volo verso la Germania - per poi tornare indietro: si dice che la Merkel non abbia acconsentito alla sua richiesta di asilo.

Insomma: un golpe – o tentativo di golpe – che, in poche ore, ha sciorinato tutto il possibile in tema di capacità di controllare e gestire determinate situazioni.

Riflessioni: qualora i militari – si dice fossero semplici Colonnelli e non Generali – avessero ordito un colpo di Stato, sono apparsi alquanto impreparati su tutto.

Erdogan invece, è apparso particolarmente preparato alla presentazione, a livello mondiale, di ciò che stava accadendo. Le cose son due: o vive le sue giornate sull’aereo presidenziale, e tutto il sistema di intelligence turco, schiacciando un solo tasto, è in grado di bloccare in maniera immediata tutto ciò che è riconducibile alla parola “connessione”, oppure – cosa più probabile – dietro questo “tentato golpe, subito fallito” c’è la volontà di dimostrare come, in breve tempo, è possibile – al presidente più oscurantista e autoritario dell’area europea – imprigionare la popolazione della nazione che gestisce, con un semplice “Click”.

So che a molti, questa versione dei fatti può apparire estrema. Eppure, ripercorrendo le scene mandate in onda fin dalla prima serata, in tv, ripercorrendo sistematicamente gli accadimenti raccontati, sempre in diretta televisiva, di ciò che stava accadendo in Turchia, non può non saltare all’occhio che qualcosa potrebbe non essere andato esattamente come è apparso.

D’altronde, nel caos generale di una politica internazionale che, negli ultimi tempi, ha premuto sul pedale dell’acceleratore sulla disfatta degli ultimi lembi di democrazia e dei conseguenti diritti civili, non si può non prendere in considerazione che si, è anche possibile generare uno pseudo colpo di Stato per dimostrare – poche ore dopo – che Erdogan, il ”Presidente democraticamente eletto dal popolo”, ha sgominato i propri nemici in un batter d’occhi.

Chi siano i veri nemici, ovviamente non è stato chiarito. Chi siano le vittime dei regimi dittatoriali del nuovo millennio, mi auguro sia sotto gli occhi di tutti. Quali siano i mezzi da utilizzare per bloccare un’intera nazione, ci è stato chiarito – molto platealmente – attraverso i racconti in diretta diffusi dai media.

A buon intenditor, poche parole…

Questo articolo è stato pubblicato qui

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