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Enzo Biagi: Il buon paese. Recensione

“ Se arriverete all’ultima pagina, forse vi sarà chiaro perché l’Italia sta in piedi, perché ogni mattina escono i tram, i bambini vanno a scuola, e fuori della porta c’è la bottiglia del latte e il giornale. Esiste ancora qualcuno che fa la sua parte: son quelli che, forse, ci salveranno.”

Così scriveva nel 1981 il “campione” dei giornalisti Enzo Biagi. Maestro di intere generazioni di suoi colleghi e che, nei suoi editoriali, non andava mai sopra le righe e ha dato a tutti noi, sia uomini di cultura che semplici lettori di giornali, una lezione di stile e di umanità. Coinvolto,suo malgrado, in polemiche fuori da ogni logica, da parte di che non ha mai accettato critiche e appunti sul suo operato. Questi sono stati episodi di cronaca che ci hanno amareggiato nel più profondo dei nostri sentimenti. Enzo Biagi, scrisse questo libro ad inizio degli anni ottanta con il metodo che gli era più congeniale,cioè quello giornalistico. Sono 29 profili-interviste dei personaggi di quel periodo da Giorgio Amendola a Sandro Pertini, Giovanni Agnelli, Giuseppe Prezzolini, ma anche di gente “ comune”, come una coraggiosa madre di quattro figli sordomuti, una contadina di Salerno, una ex suora di clausura. Sono solo degli esempi di umanità che, in punta di penna e con garbo e sempre nel rispetto delle opinioni altrui, Biagi descrive con la solita sottile e a volte amara ironia in grado, però, di pungere e di dire sempre e comunque la verità. Perché la proposta di leggere un libro così datato? Bisogna più spesso, di quanto normalmente facciamo, guardare indietro, a quando ancora si credeva in certi valori e la vita aveva un senso più profondo. Le veline, le botole, i ciao Darwin , non insegnano niente, anzi sono oppio e lavaggio di cervello e non ci rendiamo conto dei messaggi subliminali che nascondono.

In questo libro di Enzo Biagi vi sono solo alcuni esempi che non hanno, come scrive lo stesso autore “ la pretesa di descrivere la nostra Repubblica, ma contribuiscono a creare un quadro e delle emozioni che sono vicine al mio modo di sentire.” Se questo era una persona in grado di fare uso criminale della televisione; dopo aver letto questo libro, in molti dovranno ricredersi.

 

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