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Emma Marcegaglia, la bella addormentata

Nel video messaggio che Emma Marcegaglia ha inviato agli industriali, in vista dell’assemblea convocata da Confindustria, a Bergamo, il prossimo 7 maggio, ha fra l’altro dichiarato: “In un'Europa e in un'Italia afflitte da tante difficoltà e che stentano a riprendere la via della crescita, gli imprenditori mai come adesso si sentono soli”. Già questa affermazione non può che essere interpretata come una forte critica nei confronti del Governo che, evidentemente, lascia soli gli industriali, in quanto non promuove i necessari interventi di politica economica volti a favorire la crescita.

Inoltre, secondo alcune indiscrezioni giornalistiche, Emma Marcegaglia sarebbe fortemente critica anche nei confronti del fondo per salvare l’italianità delle imprese, ideato e sostenuto da Tremonti. Accuserebbe inoltre il governo di un immobilismo inaccettabile e di avere fatto solo molto promesse, che non si sono tradotte in realtà: la riduzione delle tasse, i nuovi incentivi alle imprese, il rilancio degli investimenti e delle politiche a sostegno del Mezzogiorno, le riforme istituzionali. Sarebbe poi valutato negativamente il piano che Tremonti si appresta a proporre all’Unione europea. In ambienti confindustriali si sosterrebbe: “Il piano per le riforme? Per quanto ne sappiamo non c'è nulla. Sembra davvero l'ennesima occasione sprecata: la conferma della detassazione del salario di produttività, un pacchetto di richieste all'Europa per forme di tassazione agevolata al Sud destinato a essere bocciato dai commissari di Bruxelles, un'accelerazione per gli investimenti sempre nel Mezzogiorno, un po’ di opere di edilizia scolastica. Pensare così di fare concorrenza alla Germania o addirittura a Brasile, Russia, India e Cina è velleitario…”.

Un commento alle critiche che Marcegaglia rivolge adesso al Governo è d’obbligo: fino ad ora in che Paese viveva? Oppure, si era forse addormentata? Era in altre “faccende affaccendata”? Eppure anche altri, da tempo, hanno formulato critiche al Governo simili a quelle oggi avanzate dalla presidente della Confindustria: dai partiti d’opposizione, alle associazioni dei consumatori, alla Cgil (non certo la Cisl e la Uil i cui segretari, Bonanni e Angeletti, erano anche loro “addormentati” e per la verità non sembra che si siano ancora svegliati…). Chissà poi cosa succederà a Bergamo? Io non escluderei una presenza, anche inattesa, di Berlusconi il quale, con uno dei suoi interventi intrisi di promesse e, perché no, di barzellette, potrebbe alla fine suscitare di nuovo gli applausi degli industriali. Bergamo come Lampedusa?

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