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Emendamento radicale contro l’esenzione Ici per la Chiesa

I radicali italiani presenteranno un emendamento alla manovra finanziaria per abolire l'esenzione Ici per gli immobili di proprietà di enti religiosi (leggi: Chiesa cattolica) utilizzati anche per finalità commerciali. Rimarranno esenti le attività esclusivamente "meritevoli"

I radicali italiani presenteranno un emendamento alla manovra finanziaria per abolire l'esenzione Ici per gli immobili di proprietà di enti religiosi (leggi: Chiesa cattolica) utilizzati anche per finalità commerciali.

La proposta del partito di Marco Pannella e Emma Bonino punta a sgombrare il campo da fraintendimenti e interpretazioni divergenti: “l’esercizio a qualsiasi titolo di una attività commerciale, anche nel caso in cui abbia carattere accessorio rispetto alle finalità istituzionali dei soggetti e non sia rivolta a fini di lucro, comporta la decadenza immediata dal beneficio dell’esenzione dall’imposta”. Rimarrebbero esenti gli edifici adibiti all’esercizio del culto (qualsiasi) e alla cura delle anime, alla formazione del clero e dei religiosi, a scopi missionari, alla catechesi, all’educazione cristiana, nonché le attività di assistenza e beneficenza come la Caritas. Dunque, Bersani può stare tanquillo.

Dopo che nel 2005, l'allora secondo governo Berlusconi aveva reintrodotto l'esenzione, bocciata dalla Corte Costituzionale, per tutti gli edifici, anche quelli a carattere commerciale, di proprietà di Enti religiosi e Onlus, il successivo governo Prodi provò a metterci una pezza. Molto striminzita, potremmo dire, visto che rimase l'esenzione non solo per gli edifici di culto o per quelli destinati alla formazione del clero e alle attività cosiddette “meritevoli”, ma anche per quelli destinati ad attività “non esclusivamente commerciali”.

Si può facilmente immaginare come quel “non esclusivamente” abbia enormemente allargato la platea degli immobili per i quali è teoricamente prevista l'esenzione: strutture ricettive, cliniche e case di cura, scuole private.

Una norma che costa allo stato italiano 400 milioni di euro l'anno. Tanto dovrebbero pagare di Ici le attività ecclesiastiche che abbiano anche una natura commerciale secondo l'Anci, l'Associazione nazionale dei comuni italiani. Per non parlare di come la formulazione così ambigua della legge abbia favorito i più “furbi”: ad 11 milioni di euro ammonterebbe l'evasione fiscale a Roma relativa agli edifici che hanno beneficiato dell'esenzione Ici senza averne i requisiti, secondo quanto dichiarato dal Sindaco di Roma, Gianni Alemanno, in risposta ad un'interrogazione proprio dei Radicali.

In tempi di di manovre “lacrime e sangue” per risanare le finanze pubbliche, i privilegi concessi al Vaticano stanno suscitando accesi proteste, soprattutto on line.

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