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 Home page > Attualità > Società > Elogio del gatto e anatema su chi lo abbandona

Elogio del gatto e anatema su chi lo abbandona

Da quando abbiamo tre gatti e quindi meno possibilità di trovare chi badi a tutti, portiamo le due gatte con noi, il maschio, che ha bisogno di spazi più grandi, resta a casa, accudito dai vicini. Portare con noi le gatte implica alcuni piccoli accorgimenti, il più gravoso è che non si possono aprire le finestre come si vorrebbe perché i gatti esplorano e non li ferma quasi nulla, solo una finestra chiusa... Tuttavia cerchiamo di conciliare le nostre esigenze e quelle dei tre gatti, con un discreto successo

Ci siamo accorti che sempre più strutture accolgono cani e gatti talvolta con un piccolo sovrapprezzo, talvolta gratis. Nei nostri brevi viaggi abbiamo visto molte persone con i cani soprattutto, ma anche con gatti. Questo è molto bello e indice di una maggiore civiltà, perché la tutela degli esseri più indifesi è il vero indice del progressi e della civiltà raggiunti da una società. Lo scrive il sociologo Baumann, ma lo diceva già Leopardi nella poesia “La ginestra”.

 

E che gli animali siano esseri indifesi di fronte all’uomo è evidente.

Durante una sosta in autogrill ho cercato di dar da bere alle due gatte. Ho estratto le gabbiette e le ho cautamente aperte, ho osservato i loro occhi, grandi il doppio per la paura, la sorpresa per tutti quegli odori, quei rumori incomprensibili, confusi. Naturalmente non hanno bevuto e le ho rinchiuse al sicuro.

Ho pensato con mio marito ai cani abbandonati sulle autostrade. Ho provato vagamente a immedesimarmi, è un esercizio utile per chi ha in mente di compiere un atto così abietto, anche se penso che tali loschi figuri avrebbero bisogno non di immedesimarsi solo col pensiero, ma di provare l’ebrezza di essere scaraventati in autostrada e lasciati lì per un po’.

Lo so che sto dicendo, come i TG1 dell’estate, “fa caldo bevete molto!”

Pazienza, per una volta accetto quest’onta!

Non si parli però solo dei cani, anche altri animali vengono abbandonati, animali che non dovrebbero nemmeno essere in Italia ad esempio (iguana, serpenti), o i comuni gatti. Così comuni, così ingiustamente accusati di freddezza, di distacco e di opportunismo che si abbandonano forse più a cuor leggero dei cani.

Un gatto? Se la cava sempre.

Un gatto? Tanto si affeziona al posto, non alla persona.

Un gatto? Sta meglio sulla strada.

Tutto sbagliato, ragionamenti egoistici, di autogiustificazione per compiere il proprio atto immondo d’abbandono.

Il gatto d’appartamento in strada soccombe.

Il gatto, se trattato con amicizia e il dovuto rispetto per la sua felinità, si affeziona e come alle persone; anche il gatto che appare più distaccato si offende se lasciato solo e ve lo mostra ampiamente. Certo bisogna saper leggere nel loro modo di esprimersi (e io trovo sia una delle sfide più belle per la mia intelligenza e la mia sensibilità “solo” umane).

Il gatto in strada muore prima e basta.

E dunque fa caldo bevete molto e non siate gli in-umani che abbandonano i propri animali o che non soccorrono animali in difficoltà o che volutamente fanno del male ad animali (perché si sa che ci sono anche questi malati mentali, tra cui non metto i cacciatori i quali, secondo me, hanno la giustificazione di un non ancora elaborato istinto primitivo alla sopravvivenza: poveretti).

Fa caldo mangiate frutta e portate gli animali con voi o lasciateli a qualcuno che li accudisca e di cui vi fidate.

Fa caldo vestitevi leggeri e indignatevi contro chi commette questi atti che sono perseguibili penalmente, denunciate le violenze e le inadempienze che scoprite, la legge è dalla vostra parte.

E a chi abbandona gli animali auguro di bere pochissimo, di mangiare i cibi più grassi e indigesti, di mettersi cappottoni pesanti e stare un’ora in autostrada, gettati da un’auto appositamente attrezzata per abbandono di esseri malati di in-umanità.

Una nota poetica: ci sono molte poesie sui gatti la mia preferita è della poetessa polacca, Nobel per la letteratura, Wislawa Szymborska, “Il gatto in una casa vuota” cercatela su internet c’è!

PS meno poetico e costoso, oltre che per la natura e le vittime innocenti, per le tasche di tutti: Il 15 luglio, la Corte di Giustizia Europea ha condannato l’Italia al pagamento delle spese per violazione della normativa comunitaria posta a tutela degli uccelli migratori.

Siamo sicuri di voler pagare per il sanguinoso trastullo di pochi individui non ancora civilizzati?

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