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Elezioni, eletti e riflessioni psicopolitiche.

Anche in questa tornata elettorale europea, come da manuale psicopolitico italiano, sono cambiate poche cose.

Dunque c’è stato un forte calo degli elettori e c’è stata la conferma di molti residuati bellici delle battaglie politiche degli ultimi 40 anni (ad esempio Ciriaco De Mita e Mastella). Ma un piccolo segnale di miglioramento c’è stato: il giovane magistrato Luigi De Magistris è stato il secondo candidato più votato dopo Berlusconi, e Debora Serracchiani, la giovane promessa del Partito Democratico è stata più votata di Berlusconi in Friuli e più di Bossi in tutto il Nord Est.

Del resto l’Italia dei Valori è la vera formazione vincente di queste elezioni europee: ha quadruplicato i voti delle Europee 2004 (aveva il 2,1 per cento) e ha raddoppiato i voti che aveva preso alle precedenti politiche. Inoltre dei sette deputati europei ben cinque provengono dalla società civile: oltre a Luigi De Magistris troviamo Sonia Alfano (la figlia del giornalista ucciso dalla mafia), Pino Arlacchi (sociologo e consulente dell’ONU), Gianni Vattimo (il famoso filosofo) e Niccolò Rinaldi (segretario della formazione liberal-democratica al Parlamento Europeo). C’è poi da segnalare la Lega, che ha raddoppiato le sue percentuali di voto: nel 2004 aveva raggiunto il 5 per cento delle preferenze e 4 seggi. Emerge quindi una certa voglia di federalismo che si espande nel centro Italia, forse a causa della lentezza e della incapacità del centralismo statale burocratico di Roma (pensiamo al controllo delle strade statali da parte dell’ANAS). E secondo me anche la forte astensione alle ultime Elezioni Europee è dovuta all’eccessivo centralismo burocratico di Bruxelles.

Invece le vere formazioni perdenti sono state tutte quelle legate alla sinistra radicale: Sinistra e Libertà, Rifondazione-Comunisti Italiani e il Partito Comunista dei Lavoratori sono tre formazioni politiche che dividendosi hanno praticamente creato la certezza matematica di non raggiungere il quorum del 4 per cento necessario per concorrere alla divisione dei seggi. Tutto ciò dimostra la loro inesistente intelligenza politica e rivela la probabile debolezza intellettuale personale di tutti quei “dirigenti” sinistrati. Inoltre, per quello che riguarda il Partito Democratico non sprecherei nemmeno un secondo del vostro tempo e nemmeno una delle mie parole: si commentano da soli.

Quindi la vecchia ruggine è dura da grattare via, ma un piccolo contributo per ringiovanire il nostro esercito di deputati, è stato dato anche dalle superstiti delle famose candidate “veline” del PDL, che sono state tutte elette: Barbara Matera (ex annunciatrice), Lara Comi (la vincitrice morale del corso intensivo di preparazione all’Europa voluto dai vertici del PDL 26 anni) e Licia Ronzulli (la manager infermiera di 34 anni). Perciò è vero che sono più le volte dove la bellezza paga, di quelle dove si fa pagare.

Comunque, anche se alle amministrative sono state punite molte amministrazioni locali di sinistra, sono convinto che sia stato più un voto contro i vecchi amministratori, che un voto a favore di Berlusconi. Infatti il PDL alle Europee ha perso milioni di voti e l’aumento delle preferenze è andato in prevalenza ai nuovi candidati e alle formazioni politiche più piccole. Anche le Liste Civiche che seguono la “filosofia” di Beppe Grillo sono riuscite ad eleggere dei loro rappresentanti locali (circa una trentina). Forse sta emergendo la possibilità e la necessità di un terzo polo per controbilanciare un controllo delle amministrazioni locali che è stato in mano da troppi anni alle stesse persone di sinistra, e che ha creato il dispotismo dell’oligarchia burocratica locale, e un controllo statale che è da troppi anni in mano alle stesse persone di destra o di sinistra: la poli-tirannia burocratica e geriatrica.

Così, i nostri 72 rappresentanti dell’attuale parlamento Europeo, sono mediamente più giovani e più motivati di quelli precedenti. Ricordo infatti che dei 78 deputati europei precedenti, ben il 45 per cento aveva rinunciato al proprio incarico per problemi di età, di lingua o di interessi personali. Probabilmente dovevano coltivare il proprio orticello nella loro provincia, con il classico risultato che loro hanno raccolto dei bei pomodorini e delle belle patatine, e i cittadini italiani lo hanno preso in quel posto.

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