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Elezioni Regionali in Basilicata. Qualche riflessione e un auspicio

Il 21 e 22 aprile, è cosa nota, si vota per elezioni regionali in Basilicata. Le coalizioni in lizza sono tre: una guidata dal Presidente uscente Vito Bardi di centrodestra, una seconda coalizione guidata da Piero Marrese, presidente della Provincia di Matera ed una terza, Volt, guidata da Eustachio Follia. 

La competizione è tra la coalizione di centro sinistra guidata da Marrese e quella di centro destra guidata da Bardi. I primi sondaggi danno uno scarto a favore del centrodestra di nove punti percentuali con una partecipazione al voto che si attesta tra il 50 e il 55% degli aventi diritto. Tra le regioni nelle quali si andava al voto, a differenza di Sardegna e Abruzzo, la Basilicata era l’unica regione dove il centrosinistra risultava favorito. Il risultato della Sardegna, con la vittoria del centro sinistra guidato dalla Todde, ha alimentato confusione facendo perdere la bussola al M5S il quale ha pensato di poter imporre un proprio candidato alla guida della coalizione e nel contempo di fissare i confini del “campo largo” o “ giusto” escludendo tanto Azione quanto Italia Viva. Tanto Conte quanto la Schlein si sono illusi pensando che quanto successo in Sardegna poteva essere replicato prima in Abruzzo e dopo in Basilicata. Il risultato elettorale abruzzese è stato un brutto risveglio. Le coalizioni non si costruiscono a tavolino, la generosità del PD non è sufficiente e soprattutto bisogna capire che l’alleanza deve maturare nell’opinione pubblica attraverso un programma politico serio e concreto purificato dalle idiozie populiste e demagogiche. I risultati elettorali delle amministrative e i sondaggi relativi al voto politico dicono che le percentuali dei due blocchi sono sostanzialmente gli stessi delle ultime elezioni politiche, il che significa che le proposte delle opposizioni non incontrano il gradimento degli elettori. Per vincere bisogna convincere coloro che si astengono, i quali, in prevalenza, un tempo votavano per il centro e per la sinistra. Da qui la necessità di aprire a movimenti civici espressione di culture politiche, come quelle cristiano sociale e cristiano democratica, radicate nella società italiana. Per capire quanto è successo in Basilicata bisogna fare qualche passo indietro ed arrivare a settembre /ottobre dello scorso anno quando di fronte alla condivisione da parte del PD dell’auto candidatura di Angelo Chiorazzo a Presidente della Giunta Regionale assistiamo ad una dura presa di posizione da parte del M5S regionale il quale sbandiera il potenziale conflitto di interesse del presidente della Cooperativa Auxilium. Presa di posizione chiaramente strumentale come prova il fatto che la Todde, pur essendo una imprenditrice, è stata sottosegretario di Stato al Ministero dello sviluppo economico nel Governo Conte 2 e viceministro dello Sviluppo Economico nel Governo Draghi. Il M5S lucano, memore del risultato delle ultime elezioni politiche e del recente risultato delle amministrative in Sardegna, ha pensato di poter scalzare il PD. Le forze politiche minori ( Psi, Possibile, Verdi, Sinistra Italiana), a loro volta, hanno pensato di accodarsi al M5S individuando nel PD, non nel centrodestra, l’avversario da battere. Detto questo di seguito riporto i dati relativi alle elezioni amministrative del 2019 e alle elezioni politiche del 2022 per capire se ci sono margini tali da poter capovolgere la tendenza indicata nei sondaggi. Alle elezioni politiche del 2022 ( Camera dei Deputati) il M5S prese il 25% del consensi pari a 61.000 voti; il centro sinistra compreso il PD il 21,59 % equivalente a poco più di 52.000. Il centrodestra prese il 38,31% ossia 93.000 voti; Azione – Italia Viva il 9,76% con 23.000 voti. A votare andarono 262.520 elettori pari al 58,77% . Alle elezioni regionali del 2019 i risultati furono i seguenti: centro destra voti 124.000 pari al 42,20%; centro sinistra 97.000 pari al 33,11%; M5S 60.000 voti pari al 20,32%; Basilicata Possibile voti 12.000 pari al 4,19%. Votò il 53,52% degli aventi diritto al voto. Devo presumere che sono i risultati elettorali riportati ad avere convinto il M5S che fosse giunto il momento di mettere all’angolo, se non addirittura eliminare dalla scena politica regionale, il PD in vista non delle attuali elezioni regionali ma di uno scenario prossimo venturo spostato avanti nel tempo. Da qui gli incontri esclusivi con le forze politiche minori miranti ad isolare il PD. Partendo da questa impostazione sono maturate una serie di scelte fino alla vicenda surreale rappresentata dalla proposta di candidare il dott. Lacerenza; il quale intervistato dichiara non saperne nulla. Il gioco al massacro operato dal M5S ha dimostrato due cose : lo scollamento del triunvirato che guida il M5S dalla società lucana e il suo isolamento. Il triunvirato che guida il M5S non conosce la società lucana e non si rende conto che i 60.000 voti presi alle elezioni regionali del 2019 e i 61.000 voti delle ultime elezioni politiche sono il risultato di cointesti particolari. Il primo sull’onda della novità rappresentata da Grillo, il secondo dalla stima di molti elettori verso Conte come riconoscimento per il ruolo svolto da Presidente del Consiglio durante la crisi pandemica. Il triunvirato del M5S rappresentato da Lomuti, Araneo e Verri non hanno nulla a che vedere con Conte. Nel 2019 i 60.000 voti presi alle regionali erano meno della metà dei voti che il M5S in Basilicata ebbe alle elezioni politiche del 2018. Dal momento che alle elezioni regionali il M5S, rispetto al dato delle elezioni politiche, perde tra il 50 e il 60% dei consensi, Marrese deve sperare che il consenso del M5S al voto del 21 e 22 aprile non scenda sotto l’8%. Il clima creatosi nell’opinione pubblica, grazie al gioco al massacro operato dal M5S, è stato tale da aver prodotto disaffezione tra gli elettori da qui si capisce bene il senso di un sondaggio fatto all’indomani della chiusura dell’accordo che ha portato alla candidatura di Piero Marrese a Presidente della Giunta con il sostegno di Angelo Chiorazzo. Detto questo esistono condizioni tali da consentire al centro sinistra di poter vincere? A vedere quanto si agitano la Meloni e Salvini penso che la partita non sia già persa. Molto dipenderà da come verrà fatta la campagna elettorale. Le elezioni tanto politiche quanto amministrative le vince chi è in grado di offrire una prospettiva agli elettori, vince chi è in grado di mobilitare, in primo luogo, il proprio elettorato. Chiorazzo è partito con il piede giusto. Marrese è un ottimo sindaco ed un ottimo presidente della Provincia, deve migliorare la comunicazione e instillare nell’opinione pubblica lo stesso entusiasmo che Chiorazzo ha saputo suscitare in questi mesi. Il centro sinistra deve offrire una visione di futuro rispetto e un centro destra che punta sui bonus ossia sulla conservazione di un sistema che sta portando la Basilicata all’estinzione. In cinque anni il Governo Bardi si è caratterizzato per il nulla. Se qualcuno dovesse chiedere cosa ha fatto Bardi? Quale è stato il provvedimento che ha caratterizzato la sua azione amministrativa? Dare una risposta a queste due semplici domande è cosa impossibile. Il centro sinistra deve mobilitare i lucani spiegando loro che non ci si salva individualmente ma solo come comunità. Deve spiegare ai nonni e ai genitori che la soluzione alla mancanza di lavoro per i nipoti e i figli è qui, è in Basilicata. Per creare lavoro non serve la politica dei bonus, serve mobilitare tutte le risorse presenti sul territorio, a partire da quelle umane, per evitare che alla fine di altri cinque anni di governo Bardi venga recitato il de profundis per la Basilicata . 

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