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Elezioni Croazia: il centro sinistra sbanca le elezioni politiche e guiderà la nazione nell’Unione europea

Dopo vent’anni l’Hdz relegata all’opposizione. Quello che entrerà nell’Unione europea è un Paese allo stremo e disperato 

Per la prima volta nella storia ventennale della Croazia l’Hdz, il partito nazionalista fondato dal suo primo Presidente Franjio Tudjiman, è stato relegato all’opposizione a ricoprire un ruolo che non ha mai conosciuto. Ha raccolto solamente poco più del 25% dei favori dei votanti della Repubblica balcanica nata dalle ceneri del disfacimento violento dell’ex Jugoslavia. I croati hanno così voltato pagina punendo il partito del Premier uscente Jadranka Kosor che proprio nella scorsa estate aveva concluso con Bruxelles il negoziato d’adesione all’Unione europea ma che non potrà firmare il relativo trattato che invece sarà siglato dal suo successore, il socialdemocratico Zoran Milanovic (nella foto), tra cinque giorni nella capitale belga sede della Commissione europea.

La Croazia arriva all’appuntamento con l’Europa spossata e distrutta in ogni suo aspetto della vita sociale ed economica. La disoccupazione è alle stelle, si avvicina al diciotto per cento, la corruzione e la criminalità organizzata dilagano, le aziende locali chiudono una dopo l’altra a causa della crisi economica globale che qui ha picchiato con particolare virulenza. Nonostante i disperati tentativi del premier uscente Jadranka Kosor di combattere questi ultimi due flagelli negli ultimi mesi del loro mandato, i croati ieri non hanno dimenticato che proprio il suo predecessore alla maggiore carica esecutiva del Paese balcanico, Ivo Sanader pure lui dell’Hdz, fu arrestato in Austria, e poi estradato verso Zagabria, perché accusato di aver rubato allo Stato, quando era premier, una barcata di quattrini.

Sanader “principe della corruzione” dunque, e così ieri a Zagabria è stato tributato un quasi plebiscito, 49% dei voti validamente espressi, a Milanovic. Come ci confidava una giornalista croata di Fiume, città in cui si edita pure l’unico quotidiano in lingua italiana della Nazione, “non è vero che l’Hdz favorisce la terribile mafia croata, è essa stessa la Mafia. Un po’ come se da voi Cosa Nostra fosse al governo”. Milanovic ha promesso una cura da cavallo allo scopo di presentare la Croazia all’appuntamento europeo del primo Luglio 2013, quando sarà il ventottesimo membro dell’Unione, con un aspetto maggiormente dignitoso rispetto a quello attuale. I Croati, specialmente i giovani, però aspettano con ansia l’appuntamento del 2013 con un solo scopo: lasciare il paese e scappare in Italia ed Austria. A Vienna sono già allertati: “ C’è la concreta possibilità che il 60% dei croati scappi in altre nazioni dell’Unione europea”.

Una diaspora senza precedenti, che neanche la tanto stigmatizzata Romania ha mai visto, si preannuncia alle porte. Per evitarla Milanovic dovrà sudare le proverbiali sette camicie. Potrà contare sull’aiuto della Germania, che considera la Nazione adriatica poco più di una sua colonia economica, e, spera, sulla vicina Italia che, nonostante i suoi guai, è pur sempre la terza economia di Eurolandia. Per contare sull’appoggio di Roma Milanovic ha già preannunciato di voler far approvare dal Parlamento di Zagabria un pacchetto di misure di stampo autonomista a tutela della comunità italiana presente, in numero ridotto dopo il genocidio etnico del biennio 1944-1945, in Istria e nel Quarnero. Le stesse misure ovviamente saranno pure adottate a favore della minoranza etnica magiara presente nel Paese in memoria di quando, sotto la monarchia asburgica, faceva parte del Regno d’Ungheria di cui Fiume e Spalato erano i porti commerciali.

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