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 Home page > Tribuna Libera > Economia italiana: dilettanti allo sbaraglio?

Economia italiana: dilettanti allo sbaraglio?

I rappresentanti del governo si esibiscono quotidianamente in previsioni, se non trionfalistiche, chiaramente ottimistiche, sulla situazione della nostra economia. Previsioni assolutamente smentite quotidianamente da tutti gli indicatori e, da tutti i governanti dei paesi che costituiscono la UE, Unione Europea. E' bene precisare, smentite dai rappresentati dei singoli governi, non da burocrati ottusi che non ci amano.

Le citate ottimistiche previsioni, sbandierate senza pudore dai nostri politici, sono supportate da molti rappresentanti dei nostri mezzi di informazione, carta stampata o radio televisione, da molti intellettuali e, persino da celebrati docenti universitari che snocciolano lunghe congerie di dati che dimostrano che le loro menti versano in grande confusione, posto che siano in buona fede o che la confusione la vogliano instillare nelle menti della popolazione, popolazione facile da strumentalizzare in quanto assolutamente disinformata, scarsamente acculturata. Pochissimi italiani leggono i quotidiani che ogni anno perdono quote importanti di lettori, pochissimi ascoltato i radio giornali, pochissimi ascoltano Rai Parlamento.

In realtà, la UE ci tiene sotto tutela per quanto può, visto che le numerose procedure di infrazione comminate al nostro Paese lasciano i nostri governanti del tutto indifferenti. Tanto a pagare, è sempre pantalone. Le loro scandalose prebende non ne sono minimamente intaccate.

Come si può pretendere di essere ottimisti se il nostro strano Paese è detentore di tutti, dico tutti, i record negativi? Il maggior numero di disoccupati, la pressione fiscale più elevata, i peggiori servizi dai costi più elevati, la peggiore burocrazia, la peggiore macchina giudiziaria, inetta e chiaramente infiltrata dalle cosche mafiose, un numero di indigenti assoluti senza confronti altrove, il maggior costo dell'energia elettrica conseguenza di uno scellerato referendum che ci privò delle centrali nucleari, unico paese in un contesto che ci vede circondati da ben 196 centrali nucleari e 15 attualmente in costruzione. Tale maggior costo ha indotto al fallimento o alla fuga ogni impresa industriale di dimensioni significative. Ci ha privato di una serie di marchi dell'automobile che tutto il mondo ci invidiava, ma gli italiani ancora non lo hanno capito. Tra non molto FCA sposterà altrove le residue catene di montaggio e allora anche i ciechi si dovranno convincere.

Ci rimangono le PMI, Piccole o Medie Imprese delle quali i nostri politici fanno vanto e il popolo non sa che tali micro imprese non hanno i mezzi tecnici, le strutture, i capitali per fare ricerca, producono merce di basso valore aggiunto, intrinseco, e devono confrontarsi con i prodotti di paesi che sfruttano mano d'opera in modo vergognoso a bassissimo costo. Nessuno si domanda perché tante nostre imprese delocalizzano la produzione, credono che altrove gli operai siano pagati meno. Non è così, le imprese delocalizzano pur affrontando problemi di lingua, trasferimento di impianti eccetera, perché in quei paesi la tassazione invece di tosarli al 60 0 70 per cento dei ricavi si limita al 25 per cento, il costo dell'energia è più basso, i permessi vengono ottenuti in pochi giorni e non in anni.

Questo è ciò che causa la nostra mancata, impossibile crescita, il basso PIL, l'alto debito pubblico, la nostra rovina, non i burocrati della UE.

Commenti all'articolo

  • Di Enzo Salvà (---.---.---.64) 16 novembre 2018 17:06
    Enzo Salvà

    Mi permetta di contestare sul nucleare: le Centrali Nucleari italiane furono "spente" già a seguito di Cernobyl, il referendum 2011 non fece altro che ribadire questa volontà. Restano enormi problemi di scorie e siti di stoccaggio.

    In ogni caso, i Paesi che hanno centrali in funzione e le stanno spegnendo, come la Germania che le avrà spente tutte nel 2020 (mi sembra siano 8), stanno virando su energie rinnovabili pur mantenendo un costo energia accessibile alla loro economia. 

    Inoltre, 139 Paesi potrebbero arrivare al 100% di rinnovabili entro il 2050:

    http://www.greenreport.it/news/energia/energia-139-paesi-potrebbero-diventare-100-rinnovabili-entro-2050/

    Per quello che riguarda la delocalizzazione: le aziende italiane delocalizzano perché il costo del lavoro è "assolutamente" inferiore, si fidi, io lavoro nel settore scambi con l’estero, mai visto aziende italiane delocalizzare in Danimarca, Svezia, Norvegia, Germania, assolutamente efficienti dal punto di vista burocratico.

    Sono andate ad est e se tutto va bene, in Stiria e Carinzia Austria, che hanno fatto una vera campagna acquisizione. Non parliamo poi delle produzioni in Asia, dalla Turchia al Sud-Est asiatico. 

    I problemi che abbiamo sono tutti nostri, prodotti e provocati da noi per disinteresse, pigrizia o peggio. Purtroppo.

    Un Saluto

    Es.

    • Di Cesarezac (---.---.---.26) 16 novembre 2018 22:00
      Cesarezac

      Gentile Enzo Salvà

      ho letto con la stessa attenzione che Lei ha riservato al mio articolo le Sue argomentazioni e Le rispondo: non le pare singolare che in Europa ci siano 196 centrali nucleari e 15 attualmente in costruzione, 2 in Bulgaria, 1 in Finlandia,1 in Francia, 7 in Russia,2 in Slovacchia,e 2 in Ucraina tranne che in Italia? Intorno a Cernobyl dopo l’incidente ne costruirono altre cinque. La mancanza delle centrali oltre ad avere significato la rovina per la nostra economia, è un grave rischio per la nostra sicurezza. Se soltanto un paio di paesi nostri fornitori che ce la forniscono ci chiudessero la soministrazione il nostro Paese sarebbe istantaneamente paralizzato alla mercé di qualsiasi offesa militare. Quanto alle rinnovabili siamo all’avanguardia, ma abbiamo offeso pesantemente il decoro delle nostre campagne con migliaia di torri eoliche e milioni di pannelli solari,e non parliamo quando tra qualche anno saranno abbandonate all’incuria. In sintesi, dopo avere scacciato le maggiori industrie enegivore ci stiamo precludendo il turismo ultima chance. Quanto alla delocalizzazione, i paesi che Lei cita vantano produzioni di alta tecnologia al cui confronto le nostre PMI non potrebbero reggere.La responsabilità della nostra politica suicida è del popolo, il più ignorante d’Europa. Stia bene, Cesare Zaccaria

  • Di vittorio3 (---.---.---.210) 18 novembre 2018 19:08

    Lei dice "Le mie opinioni sono sempre basate sull’informazione" ma ci rivela allora da quale fonte credibile ricava che le aziende italiane hanno 700.000 € di tasse a fronte di 1.000.000 di ricavi ? Come pagherebbero con i restanti 300.000 personale, acquisti, affitti, spese generali, ecc. ? Ovvia siamo seri, quando citiamo dati cosi rilevanti

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