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 Home page > Tribuna Libera > Il diritto alla mobilità dei cittadini

Il diritto alla mobilità dei cittadini

Mobilità dei cittadini. Diritto primordiale ostacolato.

Il diritto alla mobilità degli individui e il diritto all'amministrazione della Giustizia costituiscono entrambi il fondamento della convivenza dei popoli, degli individui, degli uomini .
Ebbene, le pubbliche istituzioni, finanziate dai contribuenti, anziché garantire tali fondamentali diritti, non fanno altro che ostacolarli in ogni modo, con limiti di velocità demenziali oltre che improponibili, semafori, dossi rallentatori rialzati, causa di schiacciamento dei dischi intervertebrali prodromici a paralisi dorsali permanenti.

 
A tanto arriva la stupidità umana descritta da Albert Einstein: " DUE COSE SONO INFINITE, L'UNIVERSO E LA STUPIDITÀ UMANA"
 La mente degli esseri umani dispone di raziocinio ed emotività. Nella stragrande maggioranza degli individui prevale l'emotività quindi essi sono perseguitati da mille paure.

Nell'esercizio della mobilità li spaventa la velocità che non è affatto la principale causa degli incidenti. Le autostrade dove i limiti di velocità sono i più alti sono le strade a più bassi tasso di incidenti, le più sicure.

Io cittadino italiano, ho conseguito la patente di abilitazione alla guida di veicoli, pertanto sono perfettamente in grado di regolare la velocità dei miei spostamenti che in nessun modo può essere stabilita a priori, essendo assai mutevoli le condizioni stradali. Mutevoli per l'ora del giorno o della notte, delle situazioni della viabilità e altro ancora.

È preciso compito delle istituzioni preposte, segnalare eventuali situazioni rischiose, del tipo, presenza di alberature micidiali e site a distanze illegali dai margini delle carreggiate per la qual cosa sono passibili di denuncia penale e richiesta di risarcimento patrimoniale da parte delle vittime, ma non porre ostacoli al fondamentale diritto alla mobilità di noi liberi cittadini.

Postilla: il mestiere del giornalista, così come qualsivoglia mestiere, non deve essere disgiunto da un etica professionale, non deve limitarsi a informare il lettore, non deve scrivere solamente ciò che il lettore ama leggere, deve anche indurlo a ragionare, deve indurlo alla speculazione filosofica, a uscire oltre i limiti del suo mondo delle idee.
È vero, dobbiamo fare i conti con le ragioni dell'editore che teme di perdere un certo numero di lettori, tuttavia alla fine la qualità premia.

 
 

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