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Ecco dove finiscono i nostri vecchi elettrodomestici

Vi siete mai chiesti dove finiscono i vostri vecchi laptop, televisori, cellulari o le vostre vecchie console, e tutti i piccoli e grandi elettrodomestici di cui ci serviamo nel nostro quotidiano

La Direttiva del Parlamento Europeo e del Consiglio del 4 luglio 2012 ha stabilito a tal proposito norme precise per il corretto trattamento e recupero dei rifiuti elettrici ed elettronici (RAEE), norme che dovrebbero essere applicate a favore e tutela dell'ambiente. In effetti i prodotti elettronici sono composti da centinaia di materiali tossici, alcuni dei quali particolarmente pericolosi.

Tanto per fare un esempio: il monitor di un computer può contenere una quantità di piombo pari quasi al 6% del suo peso effettivo, immaginate quindi quale può essere l'impatto ambientale di questi rifiuti speciali, se abbandonati in una discarica senza essere correttamente smaltiti. E purtroppo i casi di scorretto smaltimento di prodotti elettronici abbondano, soprattutto in zone quali India, Cina e Africa occidentale, dove sono nate delle discariche abusive a cielo aperto in cui prolifera un'enorme quantità di vecchie apparecchiature elettroniche abbandonate. Stiamo parlando delle cosiddette “e-waste processing area”, ovvero di interi territori destinati alla raccolta e allo smaltimento (per lo più scorretto) di questi rifiuti.

Agbogbloshie, un soborgo della città di Accra, capitale del Ghana, è una delle “e-waste processing area” più vaste del mondo, la seconda dell'Africa Occidentale. Nel suo ettaro e mezzo di estensione, Agbogbloshie ospita circa 40mila abitanti, per la maggior parte migranti da aree rurali del paese, vittime di durissime condizioni di vita, dovute all'alto tasso di criminalità e al devastante scenario paesaggistico di questa enorme discarica di rifiuti tecnologici, provenienti soprattutto dall'Europa occidentale, tanto che l'area è stata soprannominata “Sodom and Gomorrah”.

Il fotografo tedesco Kevin McElvane

y ha scattato una serie di scioccanti foto della discarica di Agbogbloshie, in cui giovani e bambini si aggirano tra i rifiuti, gli animali cercano diperatamente un filo d'erba fresca tra i rottami che ardono sulla terra bruciata e contaminata, mentre sullo sfondo si ergono ponti fatti di monitor, torri di tastiere, cumuli e cumuli di elettrodomestici in fiamme.

Come il fotografo stesso racconta:

"La maggior parte delle persone mi hanno detto di provenire dalla parte nord del paese, dove annate di cattivi raccolti li hanno costretti ad emigrare in questi posti per gudagnare soldi - per lo più partono da soli, senza i loro genitori. Qui hanno cominciato a raccogliere metalli servendosi di calamite, smontare monitor e bruciare cavi eletrrici per estrarne il rame, che in questo posto ha lo stesso valore dell'oro. Problemi di salute quali bruciature, tagli, malattie polmonari, danni ingenti agli occhi e alla schiena vanno di pari passo con nausea, anoressia, forti mal di testa, problemi respiratori, e quasi sempre insonnia"

Questa la terribile situazione delle persone che vivono a Agbogbloshie, e in molte altre città del Ghana, che importa annualmente circa 215mila tonnellate di rifiuti elettronici, e assumendo che tali importazioni continuino in modo lineare, questa cifra potrebbe raddopiarsi nel 2020.

 

Foto: Kevin McElvaney

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