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E se le multe fossero illegali perché i cartelli stradali sono irregolari? Pensiamoci..

Tempo fa un’inchiesta del Codacons denunciava: “gran parte delle multe sono illegali perché i cartelli stradali risultano irregolari”. Siamo andati a controllare a Castellammare del Golfo e...

Secondo un monitoraggio del Codacons il 50% dei cartelli stradali sono irregolari a Milano, Torino, Roma, Bologna, Firenze, Napoli e Palermo e tutte le multe date in queste condizioni e non ancora pagate possono essere impugnate per irregolarità nella procedura tramite ricorso. I cartelli stradali delle principali città italiane sono, infatti, illegali perché non rispettano il Codice della Strada, in particolare l’articolo 39 che dispone: "il regolamento stabilisce forme, dimensioni, colori e simboli dei segnali stradali verticali (ossia anche quelli di prescrizione come ad esempio i segnali di divieto) e le loro modalità di impiego e di apposizione". L’articolo 77 stabilisce, al comma 7, che: "Il retro dei segnali stradali deve essere di colore neutro opaco. Su esso devono essere chiaramente indicati l’ente o l’amministrazione proprietari della strada, il marchio della ditta che ha fabbricato il segnale e l’anno di fabbricazione nonché il numero della autorizzazione concessa dal Ministero dei lavori pubblici alla ditta medesima per la fabbricazione dei segnali stradali. L’insieme delle predette annotazioni non può superare la superficie di 200 cmq.



Per i segnali di prescrizione, ad eccezione di quelli utilizzati nei cantieri stradali, devono essere riportati, inoltre, gli estremi dell’ordinanza di apposizione". Ebbene i cartelli di tutte le città esaminate, salvo rare eccezioni, non riportano gli estremi dell’ordinanza di apposizione. La mancanza non è di poco conto, perché l’ordinanza spiega agli automobilisti le motivazioni che hanno indotto la pubblica amministrazione a mettere un divieto di sosta proprio in quel punto e non in un altro o a fare un senso unico esattamente in quella via. Ogni persona, e quindi anche un automobilista, ha il diritto di contestare gli atti del comune e deve avere i mezzi per potersi tutelare e presentare delle osservazioni, intervenendo nei procedimenti amministrativi. La pubblicità degli estremi dell’ordinanza con la quale il comune ha deciso quel provvedimento sono il presupposto stesso per l’esercizio di questo diritto. Così questo vizio di forma, che rende teoricamente impugnabili tutte le multe prese in relazione alle disposizioni prescritte da quegli stessi cartelli, generano già valanghe di ricorsi contro i comuni com’è successo anche a Scopello (frazione del Comune di Castellammare del Golfo dove la segnaletica soffre delle stesse pecche). Non solo, questa situazione di irregolarità genera un precedente per cui tutte le multe che saranno date in futuro potrebbero essere ritenute illegali fino a che non saranno aggiornati tutti i cartelli. Dal canto loro i vigili di C/Mare – attraverso l’allora comandante Matranga – replicavano al disguido affermando che la segnaletica stradale non impone di per se obblighi, divieti o limitazioni, ma costituisce solo lo strumento per rendere questi ultimi noti agli utenti; fonte della prescrizione è solo la legge o l’ordinanza dell’ente proprietario della strada, mentre la segnaletica diventa un mezzo di comunicazione con l’utente e costituisce solo una forma di pubblicizzazione che si aggiunge a quella ordinaria (costituita dalla gazzetta ufficiale, dall’albo pretorio). Quindi il cartello deve essere rispettato già per la sua esistenza, indipendentemente da vizi di forma! Il costo per l’installazione e manutenzione della segnaletica stradale (e verticale in particolare) non è cosa da poco, aggiungeva l’ex comandante dei vigili, per cui spesso nei piccoli comuni non si provvede a quanto di competenza per mancanza di fondi. Praticamente ciò vuol dire che per adeguare tutti i cartelli non basterebbe l’intero budget di Comune e oltre...Chi avrà ragione? La bagarre continua…

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