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È morto Pino Rauti, leader dell’MSI e fondatore di Ordine Nuovo

E' morto a 85 anni Pino Rauti, storico leader del Movimento Sociale Italiano, il partito di estrema destra creato da Giorgio Almirante nel 1946, di cui Rauti fu uno dei membri fondatori.

«Gli italiani amano Mussolini, il suo calendario nelle edicole va a ruba, molto più dei gadget di Che Guevara».

Giuseppe Umberto Rauti è nato a Cardinale, in provincia di Catanzaro, il 19 novembre 1926. Laureato in legge, si arruola giovanissimo come volontario nella Repubblica Sociale. Camicia nera dalla prima ora, conosce Giorgio Almirante e contribusce, appena ventenne, alla creazione del MSI

Accusato di aver partecipato agli attentati compiuti dai Fasci di Azione Rivoluzionaria, un gruppo armato fascista formato da reduci della Repubblica di Salò e ispirato alle teorie spiritualiste di Julius Evola, Rauti venne arrestato a Roma il 21 maggio 1951 per poi essere assolto il novembre successivo, insieme ad Evola ed Enzo Erra.

Nel 1956, dopo aver abbandonato l’MSI, in contrasto con la direzione di Arturo Michelini (favorevole ad alleanze con i monarchici, se non addirittura con la DC), fonda insieme a Clemente Graziani il centro studi (poi centro politico) Ordine Nuovo, una sigla che diverrà tristemente famosa dopo il 12 dicembre 1969. Nel maggio di quell’anno, dopo l’elezione di Almirante a segretario, Rauti scioglie il centro e rientra nel partito. Graziani e pochi altri dissidenti invece, diedero vita al Movimento Politico Ordine Nuovo

Nel 1972 il giudice Giancarlo Stiz di Treviso arresta Rauti con l’accusa di esser l'organizzatore degli attentati dinamitardi dell’estate 1969. 8 bombe esplose, due inesplose, su altrettanti treni in tutta Italia che lasciano a terra 12 feriti. Una serie di attentati che culmineranno il 12 dicembre nella strage della Banca dell’Agricoltura di Piazza Fontana a Milano. Per quegli attentati sono stati ritenuti colpevoli due membri di spicco del Movimento Politico Ordine Nuovo: Franco Freda e Giovanni Ventura (nonostante i due siano stati scagionati per insufficienza di prove). Rauti viene assolto per non aver commesso il fatto. 

Nel 2008 il leader nero viene nuovamente rinviato a giudizio per presunta responsabilità in un’altra strage, quella di Piazza della Loggia a Brescia. Assolto nel 2010 per insufficienza di prove, il Pm Roberto Di Martino lo ha indicato comunque “responsabile morale” dell’ideologia stragista propugnata dai neofascisti durante gli anni di piombo: “La sua posizione è quella del predicatore di idee praticate da altri ma non ci sono situazioni di responsabilità oggettiva. La conclusione è che Rauti va assolto perché non ha commesso il fatto”, ha scritto nella requisitoria il magistrato. E riguardo le sue relazioni personali con Zorzi, Concutelli, Freda, Ventura e Delle Chiaie? “Ho avuto qualche frequentazione imprudente”, è stata la giustificazione di Rauti.

Durante gli anni 80, Rauti entra in aperta contrapposizione con il "delfino" di Almirante, un giovanissimo Gianfranco Fini, che gli soffiò il posto di segretario dell’MSI due volte, nel 1987 e nel 1991; lo stesso Fini che, nel 1995 con la celebre "svolta di Fiuggi", scioglierà il Movimento per dare vita ad Alleanza Nazionale. Una liquidazione che l’irriducibile Rauti non accetterà, preferendo fondare il suo Partito: il Movimento Sociale – Fiamma Tricolore.

"Parliamoci chiaro: sono l'unico politico italiano che è stato più volte in prigione. Uno contro il quale si sono levate le accuse di tutte le stragi italiane: piazza Fontana, stazione di Bologna, e Brescia. Ma io mi chiedo: possibile essere accusato di tre stragi?", disse al Corriere in un'intervista del 2006. Negli ultimi anni, l'animatore dell'ultradestra, aveva dichiarato di non considerarsi "neofascista" ("il fascismo non è più ripetibile"), ma di voler attìngere positivamente a quel "giacimento della memoria" che, a suo dire, è stato il fascismo in Italia ed in Europa.

La figlia di Rauti, Isabella, ex consigliere regionale per il Lazio nella giunta Polverini, è sposata con il sindaco di Roma, Gianni Alemanno.

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