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E gli islandesi vincono la rivoluzione. Dimissioni del Governo

Non deve essere stato facile per gli islandesi passare dal sesto posto nella classifica mondiale dei paesi più ricchi alla bancarotta. Molto peggio però è stato assistere al balletto inconcludente inscenato dai politici e dagli affaristi, al termine del quale l’unica cosa che gli islandesi hanno potuto capire è che sono rovinati e che non è colpa di nessuno. Niente di originale, ovunque nel mondo assistiamo a questo strano fenomeno per il quale orde di falliti si auto-eleggono a salvatori della patria, senza fare parola o senza chiedere scusa delle loro mostruose responsabilità nell’aver portato l’economia al collasso. Alcuni di loro si possono ritrovare in una lista che sta compilando il britannico The Guardian, ma in ogni paese c’è un lungo elenco di persone che si sono arricchite alle spalle della massa dei cittadini e che non sembra avere alcuna intenzione di smettere, come accade in Italia dove governo e imprenditori stanno cercando di impoverire ulteriormente i lavoratori.

Così dopo tre mesi di proteste e smaltiti i festeggiamenti natalizi, gli islandesi sono tornati alla carica assediando il parlamento ad oltranza, fino a che il governo non ha alzato bandiera bianca e il primo ministro si è dimesso annunciando elezioni anticipate per il prossimo maggio. Il primo ministro Geir Haarde si è dimesso e non si ripresenterà, dice lui perchè ha un tumore all’esofago, il ministro del commercio si è dimesso licenziando il pool di esperti che aveva radunato per affrontare al crisi e gli islandesi hanno raccolto la loro vittoria.

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Sembra strano parlare di rivoluzione, ma è la prima volta che in Islanda si è visto il parlamento sotto assedio, l’auto del primo ministro bersagliata di uova e salvata dalle forze dell’ordine, così come è la prima volta che in una protesta del genere si sono visti confluire anziani e cittadini di ogni estrazione sociale per così tanto tempo, bloccando di fatto i deputati all’interno dell’edificio del parlamento, notte e giorno, fino a costringerli alle dimissioni.

Grande favorito per le prossime elezioni è il partito rosso-verde di Steingrimur Sigfusson, che ha già annunciato di voler rinegoziare le condizioni imposte dal Fondo Monetario Internazionale per il salvataggio dell’economia islandese e la fine del liberismo economico.

P.s. Questi sotto invece sono i lettoni a Riga, che come molti altri loro omologhi dell’Est Europa stanno imitando gli islandesi. A Riga per ora non va troppo bene, tanto che le forze dell’ordine hanno disperso le folle sparando proiettili di gomma.

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