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Due parà coinvolti in una vicenda di abusi sessuali a Imperia

Il magistrato inquirente forse ascolterà l’imberbe vittima nei prossimi giorni con un’audizione protetta. 

Sono due militari, due paracadutisti per la precisione, gli inquisiti per una triste vicenda di abusi sessuali compiuti in danno di un’adolescente di soli tredici anni nei giorni a cavallo di ferragosto nel piccolo paese di Armo, poco più di cento anime, posto sui monti della Valle Arroscia nell’entroterra di Imperia.

La vicenda è venuta alla luce grazie all’impegno dei Carabinieri della stazione di Pieve di Teco, poi supportati dai colleghi del nucleo investigativo di Imperia, e si sono consumati all’interno della grande sagra del Paese che ogni anno coinvolge centinaia e centinaia di persone che qua giungono dall’Imperiese, dal Monregalese e dall’Ingaunia con lo scopo di fare baldoria. Data la gran massa di visitatori ogni anno la stazione della “Benemerita” di Pieve di Teco assicura la propria presenza proprio al fine di evitare il verificarsi di fatti incresciosi. Durante un giro di perlustrazione i militi avevano sorpreso, in un luogo appartato, due giovani con una ragazzina, rivelatasi poi avere solamente tredici anni, in atteggiamenti intimi. Non che si sia consumato alcuno strupro od atto di violenza grave sull’acerbo corpo dell’adolescente, la circostanza è stata pure confermata dai ginecologi dell’ospedale di Imperia che l’hanno sottoposta ad un’accurata visita, ma bisogna considerare che per la legge italiana qualsiasi rapporto sessuale consumato con una minore di anni quattordici automaticamente viene definito abuso.

Sulle prime i due giovani hanno fornito ai carabinieri generalità false asserendo di essere minorenni. Dopo poche ore d’indagine gli uomini dell’Arma però hanno scoperto la verità:non solamente i presunti responsabili sono maggiorenni ma sono pure militari paracadutisti, uno è originario di Imperia mentre l’altro ospite del primo è di fuori provincia, che per nascondere la loro condizione hanno declinato generalità false ai Carabinieri.

Sono stati dunque denunciati, a piede libero non solamente per gli abusi ma pure per la falsità commessa, cosa probabilmente aggravata, ma su ciò si stanno compiendo ancora verifiche, dalla loro condizione di soldati. La vittima dal canto suo, forse intimorita, sulle prime ha dichiarato di essere stata consenziente ma il magistrato inquirente, il sostituto procuratore Paola Marrali, ha deciso di approfondire la questione e potrebbe, già a breve, sottoporla ad un riconoscimento all’americana, ovviamente con tutte le precauzioni del caso legate alla sua età, nei confronti dei due soldati.

Una vicenda, quella di Armo, comunque che da qualsiasi parte la si consideri lascia l’amaro in bocca anche per la circostanza che vede coinvolti due militari maggiorenni nello scomodo ruolo di indagati.          

 

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